Detesto fare la punta agli spilli, l’ho fatta per molti anni ed ora me ne dispiaccio. Per gli spilli, che spesso non ne avevano bisogno e soprattutto per me, povero stupido.
Detto questo non riesco a non dire tre cose in croce sulla denuncia che Francesca Mannocchi, giornalista che stimo immensamente, ha affidato nei giorni scorsi ad Instagram sullo stato della sanità italiana e la sua malattia. Un simile post com’era prevedibile ha sollevato centinaia di commenti e la solidale discesa in campo di decine di personaggi noti del mondo della cultura e dello spettacolo.
La punta del primo spillo è questa, ne ho scritto anche poco tempo fa: non esiste una “sanità italiana”. Il livello dell’assistenza pubblica nel Lazio è diverso da quello della regione Calabria o da quello della regione Veneto. Quando si sottolineano le magagne della sanità laziale (liste d’attesa, centralini che non funzionano, gestione degli appuntamenti) occorre sapere che altrove sarà diverso. A volte meglio, a volte peggio. La qualità della sanità nel Lazio dipende in buona parte (per una volta) dalla qualità della politica sanitaria nel Lazio. La qualità della politica sanitaria del Lazio dipende il larga misura dalla qualità degli eletti nella giunta regionale del Lazio. La qualità di questi eletti dipende, in larga misura, dalla qualità degli elettori del Lazio.
La punta del secondo spillo è questa. L’esame di Risonanza Magnetica che Francesca non riesce a fare nelle strutture pubbliche nei tempi da lei attesi non è – come lei scrive – un esame urgente. È un esame programmato. Tutto sommato, e molto in generale, tre mesi e mezzo di attesa per una RMN non urgente con il SSN non è tantissimo. Se si fanno controlli seriali (ogni sei mesi) occorrerebbe saperlo e prenotarli per tempo. Poi ovviamente i controlli di patologie note come la SM dovrebbero avere un percorso del tutto differente. Anzi devono avere un percorso differente: ma qui torniamo alla punta dello spillo numero uno. Se Francesca abitasse in Emilia Romagna, per esempio, il problema non si porrebbe.
Terzo e ultimo spillo. Il tema “dicono che non c’è posto ma se pago lo stesso esame me lo fanno domani” è un tema complesso. Molto più complesso di quanto possa sembrare ad un occhio inesperto. Ne fanno parte molte variabili: gli stipendi impiegatizi dei medici, gli scarsi-nulli controlli sulla appropriatezza delle richeste, i controlli sull’efficienza della macchina pubblica, i soldi che le Regioni destinano all’assunzione del personale e molte altre.
L’arcobaleno di possibilità che queste variabili disegnano va dal “voglio fare subito un esame per il quale potrei aspettare i tempi del SSN” al “sono obbligato a pagarmi la sanità pubblica una seconda volta”. Sanità pubblica che è liberamente e gratuitamente a disposizione – occorre ricordarlo sempre perché non è una piccola variabile – ad ogni singolo evasore fiscale.
Aprile 2nd, 2025 at 11:50
Ti faccio la punta al primo spillo appuntito.
La giunta regionale non è elettiva ma nominata dal solo componente eletto: il suo presidente.
Altrimenti torniamo al presidente del consiglio non eletto da nessuno! (ed in effetti nel governo anche il presidente è nominato)
Aprile 2nd, 2025 at 16:32
@ Scardovi: non capisco:la giunta ha una maggioranza, no?
Ogni regione ha un suo sistema sanitario e dunque non si può generalizzare.
Grazie a Dio vivo in Emilia Romagna
A.
Aprile 2nd, 2025 at 18:13
@Alessandra: la mia obiezione era sull’affermazione in cui parla di “qualità degli eletti nella giunta regionale”. Nella giunta regionale, a parte il presidente, non ci sono eletti.
In consiglio regionale ci sono gli eletti di maggioranza e opposizione.