Vedo in giro una ammirevole e inutile discussione sulle pubblicazione delle intercettazioni del padre del femminicida che cerca di consolare il figlio in carcere. Due cose veloci al riguardo. La prime è che si tratta di un problema molto italiano. Solo in Italia il giornalismo (quello che resta) e la spazzatura convivono tranquillamente nei medesimi luoghi. Le intercettazioni di cui si parla sono state pubblicate da un inutile sito di gossip. Da lì, visto che rispondevano ad un’esigenza sempre più centrale, sono finite sui due principali siti web italiani. La domanda allora è: possono convivere informazione e spazzatura nel medesimo luogo? La risposta degli editori e dei giornalisti italiani (sempre prontissimi a sottolineare eventuali invasioni delle loro prerogative e altrettanto rapidi a ignorare episodi del genere nel giardino di casa propria) è affermativa. La risposta delle aziende editoriali europee e americane alle quali Repubblica e Corriere sono soliti paragonarsi è in genere del tutto differente.
Non si tratta di un infortunio occasionale ma di un metodo: soddisfare i bisogni morbosi dei propri peggiori lettori offendendo gli altri che si immaginano numericamente meno. Sperando che questi ultimi si offendano il meno possibile in nome di un business declinante che ha trasformato e reso economicamente povero e marginale il giornalismo italiano. Relazioni e spazzatura sono insomma la risposta nostrana alla crisi editoriale. Scrivere per un padrone, pubblicare boxini morbosi come notizia principale ogni giorno. Varrà la pena sottolineare che in nessuno dei due casi sarà possibile vantarsi del proprio lavoro e del suo ruolo etico dentro la società. Accade in effetti l’esatto contrario: un simile giornalismo peggiora la vita dei suoi lettori. Nulla di cui andare particolarmente orgogliosi.
update: un amico puntiglioso mi segnala che la spazzatura sulle frasi del padre al figlio non sono uscite su un sito di Gossip ma su un “macabro settimanale” del gruppo Cairo.