Le ragioni per cui la destra italiana sostituisce la parola liberazione con la parola libertà, una parola simile ma molto differente, sono due, entrambe interessanti.

La prima è che dal punto di vista della comprensione del testo le due parole hanno implicazioni molto differenti. La libertà è un concetto astratto, buono per ogni stagione, la libertà è ottima, va bene sempre e non richiede ulteriori approfondimenti. Vuoi essere libero? Sì, lo voglio. Eccoti allora la tua festa della libertà.
Liberazione invece è un termine interlocutorio, rimanda a successivi inevitabili approfondimenti. È così per chiunque la ascolti, anche per chi in quel momento è distratto o abbia fatto la terza media. Liberazione? Quindi prima eravamo prigionieri e a un certo punto siamo stati liberati? Da chi? La parola liberazione impone una successiva specificazione: siamo stati liberati dai fascisti, siamo stati liberati dai nazisti. Un simile approfondimento fattuale, tra l’altro un dato storico incontrovertibile, che non può essere certo combattuto con le assonanze fra parole differenti, è un confine oltre il quale buona parte della destra al governo non intende spingersi. Ed è curioso che si offendano quando poi inevitabilmente li si accusa di derive neofasciste. Magari fanno finta di offendersi e nel silenzio delle loro camerette gongolano.

La seconda ragione è che sostituire libertà con liberazione è anche un tentativo più generico di confondere e di non spiegare. Si usano parole simil convinti che una parte dell’elettorato, quello culturalmente più debole, non se ne accorga. L’utilizzo di strumenti del genere è un altro piccolo pezzetto del meccanismo di controllo dei regimi. Il cittadino come suddito stupido al quale dettare un’agenda quotidiana di cose irrilevanti, tacendogli quelle importanti.

Un commento a “Libertà e liberazione (2)”

  1. Marcello dice:

    Liberazione è un processo. Libertà e lo stato conseguente al successo del processo di liberazione.
    Potrebbe bastare, ma bisogna anche dire chi sono gli attori della liberazione.
    Per l’Italia è chiaro che sono stati gli eserciti alleati e i partigiani antifascisti, ma è proprio questo che il governo non vuole riconoscere.
    La sostituzione di liberazione con libertà è una cortina fumogena che serve a ridere meno chiara la posizione politica del governo Meloni.