La mia ignoranza cinematografica è considerevole, così non avevo mai sentito nominare l’attore Libero De Rienzo che è scomparso improvvisamente qualche giorno fa a 44 anni. Le mie informazioni sulla vicenda sono dipese in questi giorni solo dalla lettura dei titoli sui giornali online e dai commenti su Twitter di persone che lo stimavano o lo conoscevano. Rimanendo a queste sole esili tracce è comunque interessante osservare come i media abbiano coperto la notizia. Il primo titolo da breaking news è stato qualcosa del tipo:
Morto Libero De Rienzo per un infarto.
Prima piccola osservazione. Come facevano i media a sapere dopo poche ore che una persona trovata morta era deceduta di infarto? Semplicemente non era possibile. Quindi, come capita sempre, i giornali italiani hanno ignorato ogni cautela per scrivere la prima cosa a caso. Una cosa comunque verosimile. La cautela dei media professionali è ciò che li dovrebbe distinguere dai pettegolezzi di condominio.
Dopo aver agitato gli animi dei lettori (un uomo così giovane, con dei figli piccoli ecc. ecc.) con una simile informazione, i media, come capita sovente, sono passati alla brutalità successiva. Il giorno dopo hanno scritto:
Morto Libero De Rienzo trovata polvere bianca accanto al corpo.
La brutalità della notizia è oggi sui media la loro principale arma di scambio ed è la ragione della loro colpevole inaffidabilità. Dopo aver venduto ai lettori la breaking news sconvolgente condita di motivazioni non confermate, il giorno successivo sono pronti per instillare il dubbio. L’insinuazione è un altro dei motori della informazione in Italia. Quello che non si può dire lo si potrà sospettare. Anche nelle chiacchiere da condominio accade lo stesso.
Il terzo giorno la camera di eco sul caso dell’attore morto aveva già pronto, servito su un piatto d’argento, il terzo elemento e un utile supplemento di attenzione (e discussione sui social):
Morto Libero De Rienzo, la polvere bianca era eroina.
Sono tre titoli su una vicenda triste che è un piccolo manuale di come i media ormai da tempo siano indistinguibili dai condomini. O dai social network. E di come – lo abbiamo scritto molte volte – questa raggiunta nuova identità sarà anche la ragione della loro inevitabile caduta.
Luglio 20th, 2021 at 17:28
Desidero ringraziarla per questo articolo così puntuale è necessario. Chi ha amato l’attore si sente offeso dalle chiacchiere da bar di tanti “illustri” quotidiani che speculano sulla vita altrui senza ritegno e rispetto. Ma a ben guardare il problema è ancor più grave, come lei giustamente precisa.
Luglio 20th, 2021 at 21:30
Quale la categoria che esce peggio dal Covid? I medici? I giovani? Gli anziani? I politici? Le multinazionali farmaceutiche? I professori? No. I giornalisti.
Luglio 22nd, 2021 at 09:30
E’ un meme, Mantellini: libero è morto. Alla sua età, con le sue frequentazioni, dovrebbe aver capito chi (e come) si occupa di sviluppare la razza umana attraverso psicodrammi pubblici.
Luglio 22nd, 2021 at 09:53
E puntuale arriva la tristissima difesa del diritto di cronaca:
https://roma.repubblica.it/cronaca/2021/07/21/news/morte_di_libero_de_rienzo_ecco_perche_abbiamo_scritto_e_continueremo_a_scrivere_dell_eroina-311176327/?ref=RHTP-BH-I304495303-P2-S4-T1
Luglio 22nd, 2021 at 20:36
Anch’io desidero ringraziarla per questo articolo sul giornalismo nostrano. La caduta è iniziata da tempo. What a shame..