“Ma certo era una domenica d’estate, due (no, tre) anni fa, quando lei stava con Aldo (no, con Nicola) e aveva quella tutina verde a fiori bianchi con sotto solo il tanga fluorescente.”

“Katia sa bene che per aprire alla sua vita nuovi orizzonti, per “sfondare”, una ragazza moderna deve sì sgobbare, studiare, eccetera: ma deve soprattutto essere una calcolatrice senza scrupoli.”

“Sono una cretina? Si chiede Katia. Ma a quest’ora della notte, in questo desolato luogo di mare, la domanda è retorica. Sì, è una cretina, prima che una puttana, perché le puttane i loro affari almeno li sanno fare, patti chiari, pagamento anticipato e via le mutande. Mentre lei se le toglie ogni volta senza aver contrattato o seriamente calcolato niente.”

Lei non risponde, ride. La vestaglia le si è aperta sul davanti scoprendo le notevolissime cosce.

La vestaglia si è ora dischiusa anche in alto, lasciando intravedere le top-tette

E adesso questo vizioso vorrebbe concludere già qui in questa bella cornice, su questa collina esclusiva per puttane nere, è da mezzora che ci pensa, che si carica, che prepara la trappola per la donna bianca! Sbattendola sull’erba (che qui nemmeno c’è) o in macchina, come l’ultima delle battone!”

“E dimmi sinceramente, Katia” le chiederà l’intervistatore di Teleschifo, “qual è stato il momento più difficile della tua carriera di top-troia, pardon, di top-model?”

 

Quando nel 1991 esce in libreria “Enigma in luogo di mare” Carlo Fruttero ha 65 anni, Franco Lucentini 71. Mi è capitato di rileggerlo in questi giorni di semi clausura: mentre scorrevo le pagine mi hanno molto colpito le righe che F & L dedicano al personaggio di Katia, una giovane e ingenua bella ragazza senza né arte né parte che cerca di diventare modella. Confesso che non le ricordavo e non me le aspettavo. Con tutta la stima per la grandezza dei due venerati scrittori suonano come un rapido compendio di sessismo maschilista.

Sono passati quasi trent’anni da quel libro e il fatto che io oggi noti con grande chiarezza e sia infastidito dalle scelte espressive del testo, scelte che probabilmente nessuno a quei tempi, a partire dagli autori, aveva notato e nemmeno sospettato, forse indica che questi tre decenni, mentre noi nemmeno ce ne accorgevamo, non sono passati invano.

 

6 commenti a “Enigma in luogo di noi”

  1. Matteo dice:

    Beh, il “Caso Weinstein” che tanto sembra modellare il nostro presente risale a poco più che 24 mesi fa. Insomma, penso che anche solo una decina di anni fa questo testo non avrebbe destato grandissimi scalpori.

  2. Emanuele dice:

    Strano, perché certe scelte espressive mi davano molto fastidio 30 ma anche 40 anni fa, senza bisogno di seguire le tendenze sociali del demoprogressismo mondiale.
    Sarò strano io?
    Così come oggi mi da fastidio il regime politicamente corretto diretta conseguenza della “presa di coscienza” portata avanti dal demoprogressismo mondiale con le sue estremizzazioni ideologiche, che ha come inevitabile conseguenza la censura.
    Verrà il giorno che queste scelte espressive impediranno la pubblicazione di nuovi libri e porteranno al bando di quelli già esistenti.

  3. Simone dice:

    Forse hai solo bisogno di tornare ad uscire e frequentare persone regolarmente. Scoprirai che 30 anni sono passati in invani

  4. Simone dice:

    *invano

  5. Andy61 dice:

    Non credo che in certi mondi sia cambiato molto da allora.
    Mi piacerebbe poi che mentre si continua la doverosa opera di acculturamento di noi maschietti ( ne abbiamo bisogno), si iniziasse anche a parlare di chi continua ad usare il letto per compiere folgoranti carriere aziendali avvalorando l’idea nella testa del manager che sono tutte fatte così.

  6. Neurom dice:

    Ho appena finito di leggere in questi giorni Le confessioni di Sant’Agostino che mi hanno “infastidito” sia per “le scelte espressive del testo” sia per i contenuti antifemministi del vescovo di Ippona. Mi hanno talmente infastidito che me lo rileggo e poi passo allo spassoso viaggio di Bardamu.