“Per l’uomo “comune” limitato, per esempio, non c’è niente di più facile che immaginare se stesso come una persona poco comune e originale, compiacendosene senza alcun tentennamento. Ad alcune delle nostre signorine è bastato tagliarsi i capelli, portare occhiali azzurri e definirsi nichiliste per convincersi d’un tratto che inforcare gli occhiali equivalga ad avere “convinzioni” proprie. A un altro è bastato sentire nel cuore un po’ di qualcosa che rassomiglia a un sentimento umano e universale per convincersi che nessuno meglio di lui è in grado di sentire che egli è all’avanguardia nello sviluppo sociale. A un altro ancora è bastato acquisire un’idea qualsiasi o leggere una paginetta qualunque senza capo né coda per credere di avere “idee personali” generate dal suo cervello. La sfrontataggine dell’ingenuità, in alcuni casi, arriva a livelli stupefacenti. Tutto questo sembra impossibile, ma lo si riscontra di continuo. Questa sfrontataggine dell’ingenuità, l’incrollabile fiducia dell’uomo stupido in se stesso e nel proprio talento sono stati magnificamente rappresentati da Gogol’ nell’incredibile tipo del tenente Pirogov. Pirogov non ha il minimo dubbio di essere un genio, persino superiore a qualsiasi altro genio. È talmente privo di dubbi che non si è posto il problema neanche una volta, anzi per lui i problemi, le domande non esistono. Il grande scrittore è stato costretto alla fine a farlo frustare per soddisfare il senso morale oltraggiato del lettore, ma vedendo che il grand’uomo non fece che scuotersi e mangiarsi un pasticcino per recuperare le forze dopo le torture, allargò le braccia meravigliato e abbandonò così i suoi lettori.”



L’idiota, di Fëdor Dostoevskij, tradotto da L. Brustolin

13 commenti a “Effetto Dunning-Kruger, versione vintage”

  1. unAlberto dice:

    Cavolo, ero convinto che parlassi di me.

  2. Pierluigi Rossi dice:

    In questa bellissima e quanto mai attuale citazione di Dostoevskij, che così bene prefigura la distorsione cognitiva cui fa riferimento il titolo del post (ma dietro alla quale sta qualcosa di ben più vintage, ovvero l'”Apologia di Socrate”), trovo rilevante il concetto di ingenuità. L’ingenuità, che, si sa, è naturale appannaggio dell’età puerile ma che è anche tema di molta tradizione poetica e letteraria, oggi mi sembra fonte di tantissima retorica populista, soprattutto via social, sicché abbiamo: schiettezza, semplicità, pane al pane, ragù star, porn food, selfie, tifo, fb, proposte di matrimonio inopinate e fuori contesto, annunci di stragi, cattiverie pure e semplici, crudeltà addirittura (come quella già raccontata magistralmente da Golding, p. es.), etc. – tutte cose, al dunque, istintive, epidermiche e poco o niente soppesate. Il popolo del web, insomma, sembra in gran parte un orrendo popolo di adulti-bambini, colpevoli appunto, data la presunta maturità anagrafica, di un nuovo peccato capitale: l’ingenuità.

  3. Emanuele (l'altro) dice:

    Meno male che ci sono i colti a guidare il mondo.

  4. stefano dice:

    Domanda : qual’e’ l’uomo non comune?

  5. Emanuele (l'altro) dice:

    Quello dalla parte ideologica giusta.

  6. Pierluigi Rossi dice:

    Qui, cioè nel caso di Dostoevskij, bisogna considerare l’influsso di Nietzsche e della sua idea di superuomo, che ha costituito l’ispirazione per esempio di “Delitto e castigo”. Lo scrittore si trova a riflettere su un cambiamento epocale della società umana, caratterizzato da un afflusso immane sulla scena del mondo di individui fino a quel momento esclusi da qualsiasi forma di partecipazione ai destini comuni. Provando a rispondere a Stefano, direi che ogni uomo è comune e insieme non comune, e il compito esistenziale che gli tocca, in quanto uomo senza aggettivi, è il più arduo: conoscere sè stesso.

  7. stefano dice:

    Allora,chiunque su qualunque cosa dica e’ degno di ascolto

  8. Pierluigi Rossi dice:

    @stefano

    Certo, chiunque è degno di essere ascoltato, qualunque cosa dica. Però, attenzione, se “pratico” onestamente l’ascolto, mi assumo anche il dovere morale di capire e interpretare. E allora, se uno mi dice: “L’Olocausto è solo un’invenzione”, costui si meriterà senz’altro il mio ascolto ma, insieme, si meriterà la mia decifrazione e interpretazione del suo messaggio, e infine il mio giudizio, che potrebbe essere del seguente tenore: ” Tu sei uno stronzo negazionista.”

  9. Emanuele (l'altro) dice:

    C’è un problema nel tuo esempio: in tanti paesi in questi decenni si è stabilito per legge che negare l’olocausto è reato.
    Effetto secondario, ampiamente prevedibile, è che chiunque si interessi all’argomento senza recitare le liturgie laiche previste diventa immediatamente negazionista e quindi denunciabile.

  10. Pierluigi Rossi dice:

    Emanuele, te lo dico con la morte nel cuore, ma il tuo commento, come tanti precedenti tuoi (basta che ti rilegga qui sopra), mi sembra perlopiù fuffa, cioè un pappone avvelenato di luoghi comuni, formule giornalistiche scopiazzate qua e là (“liturgie laiche previste”: ma che vuol dire?) e battute dei mè cojoni. Provo comunque a fermarmi sulla tua affermazione più concreta e intellegibile: degli Stati hanno stabilito per legge che negare l’Olocausto è reato. Ne deduco che, in quegli Stati, chi nega l’Olocausto commette un reato. Vuoi dire forse che ci sono casi in cui le espressioni di negazionismo non sono così chiare? Ma allora fammi un esempio, in modo che si possa verificare il fatto – bada: il fatto, non la formuletta o la retorica di quarta segata.

  11. stefano dice:

    @pierluigi
    ovvio,per tutte le considerazioni inequivocabili,olocausto,guerre mondiali,vaccini,ma anche : uno piu’ uno uguale due, terra rotonda,uomo sulla luna,dove c’e’ dimostrazione scientifica e’ chiaro,neanche li ascolto,ma dove c’e’ il minimo dubbio,meglio riflettere
    Visto che ci sono,azzardo una considerazione da valutare sul coronavirus
    piuttosto che pentirci dopo sarebbe meglio adesso giocare d’anticipo bloccare tutta l’italia,tutti a casa e nessuno si muove per 1 mese almeno,

  12. Emanuele (l'altro) dice:

    Se ci viene tolta la libertà di parola, noi, muti e silenziosi, saremo trascinati come pecore al macello. (George Washington)

    Vediamo se almeno questa passa

  13. Bruno Anastasi dice:

    @Pierluigi Rossi
    grazie per aver chiuso il caso (umano), grazie per il tempo prezioso che mi ha risparmiato, grazie anche per essersi firmato con nome e cognome (rimane un mistero il motivo per cui l’ottimo M. Mantellini non imponga questa elementare regola di civiltà);