Io, a questo punto, dopo lo scampato pericolo di un PD con Minniti segretario, spero davvero che Renzi – come dicono in molti – si faccia un partitino tutto suo. Sarei felice che anche Carlo Calenda immaginasse qualche mossa del genere e si facesse un partitino, un fronte repubblicano o qualsiasi altra cosa tutta sua. Così come mi farebbe molto piacere che molti, fra i tanti dirigenti del PD usciti malconci dall’ultimo paio di tornate elettorali, fossero improvvisamente attraversati da un lampo del genere. Io valgo, pensano tutti questi signori, quindi ora mi propongo a voi elettori in grande spolvero e autonomia.
Sarei molto felice di questa ennesima rappresentazione di eghi ipertrofici (la politica delle facce senza programmi) perché nulla ostacola più la costruzione di una nuova idea riformista per questo Paese di un PD stancamente rianimato con il suo gruzzoletto di voti residui, potentati locali e strutture periferiche ancora attive.
Poiché il PD è stato incapace di elaborare il lutto rinnovandosi quando era il momento, la sua prossima auspicata frammentazione sarà l’unica maniera possibile perché quel lutto sia elaborato almeno dai suoi antichi elettori. Che potranno finalmente decidere di votare per qualcun altro. Qualcuno che ancora non c’è (e che certamente non potrà essere nessuno dei tanti galli dell’attuale pollaio) ma che in questa maniera potrà guadagnare un proprio spazio. Uno spazio che sarebbe stato assai complicato immaginare con il PD delle correnti, dei De Luca, dei Minniti, dei Renzi ecc. ecc. ancora lì dalle parti del Nazareno a spiegare il mondo.
Insomma il partitino personale è la strada per l’unica possibile nostra resurrezione. Fatene tantissimi, vi prego.
Dicembre 6th, 2018 at 11:21
Mai lasciarsi sfuggire un’occasione per dire che è (anche ) colpa di Renzi, mi raccomando.
Dicembre 6th, 2018 at 12:23
piacerebbe anche a me pensare la frammentazione in mille partitini personali a sinistra generi d’emblée un ampio spazio liber(at)o e quindi occupabile da un soggetto nuovo.
tuttavia, la storia insegna – mi pare – la frammentazione che in prima battuta quasi tutti paventano, al final soddisfi precisamente il piacere tutto di (gran parte di) noi elettori di sinistra di trovare da qualche parte esattamente il partitino tagliato sulla nostra misura, e quindi votabile senza mali di pancia: se non altro perché appare specialmente non tagliato sulla misura di qualche sgradito ex compagno di partita…
Dicembre 6th, 2018 at 12:39
L’area diciamo liberal-democratica del Partito ha vinto primarie e l’ultimo congresso con percentuali bulgare, diciamo al 70%. Non saranno stati tutti sostenitori di un blairismo vent’anni dopo, molti saranno stati solo vinti dal carisma del tipo, ma che ci sia un’area molto ampia nel Paese che di quel modo di parlare, di fare politica, proprio di quegli argomenti (complementari alle politiche sociali pentastellate, peraltro) ne aveva ed ha le balle abbastanza piene, a me sembrava solare. Poi quel governo e quell’esperienza è finita come è finita, in discreta parte per colpe tutte sue, ok. Che non valga più il 70% del Partito, sono pronto a crederlo. Ma adesso ci troviamo di fronte a 7-8 candidati, tutti pressochè identici, e tutti portatori (forse tranne Martina) delle stesse parole d’ordine di riflusso e ritorno ai ’90, cioè quelle fortemente volute dalla minoranza che in questi anni ha fatto – con grande efficacia – guerriglia interna. Chi invece caparbiamente, senza nessuna affezione per il Tipo, continua a credere in quell’esperienza di Governo, non ha alcuna possibilità di rappresentanza. Dirai che è il gioco democratico, che è il Tipo che ha fato il deserto attorno a sè di leader alternativi oggi spendibili; io ci vedo però anche una fortissima resistenza della società italiana a molti livelli, che è rimasta seriamente spaventata da quel’esperienza di governo, gli è rimasta molto, molto scomoda.
Dicembre 6th, 2018 at 13:04
Davanti ad una lunga traversata nel deserto ognuno cerca di costruirsi il proprio giardinetto sperando di sopravvivere in maniera relativamente tranquilla.
Renzi, De Magistris, Emiliano, Calenda ognuno col suo progettino, per non parlare della gioiosa restaurazione nel PD con il rientro di tutti i fuoriusciti ( magari anche Fassina) con Bersani grande vecchio, Boldrini la passionaria, Civati eterna giovane promessa e Zingaretti che cerca disperatamente di mantenere un minimo di ordine. Anzi, preparo già i pop corn per la battaglia delle liste europee e delle probabili politiche.
Tutto questo però mi sembra anche frutto inevitabile del ritorno ad un sistema proporzionale.
Magari torneremo ai vecchi “pentapartiti” con uno tra Lega e 5S che governa alleati a diversi partitini del 5%.
Dicembre 6th, 2018 at 13:18
E poi non rimase nessuno
Dicembre 6th, 2018 at 14:05
Sarebbe anche una buona idea, se non fosse che i partiti nati dai personalismi piacciono un casino all’italiano medio. Il risultato temo quindi non sarebbe creare, che so, dieci o venti “qualcosa” con il proprio simbolo allo 0,1% ciascuno, lasciando spazio libero per un nuovo soggetto, inedito, serio e senza prime donne. Secondo me finirebbero invece per essere una dozzina di correnti al 3%, pronte alle alleanze più improbabili e caotiche, che erodono da sole tutto il capitale di consensi disponibile e di nuovo nessuna chance di competere con chi, tramite propaganda, bordate e paure, si sta contendendo il quaranta per la maggioranza assoluta alle prossime elezioni (presente quella legge elettorale brutta-brutta, schifo-schifo che i protagonisti di oggi bada caso non disdegnano?).
Dicembre 6th, 2018 at 15:08
E’ già stato detto che è tutta colpa di Renzi?
Dicembre 6th, 2018 at 19:57
Si sono già fatti vivi gli avvocati d’ufficio del segretario responsabile della più grande sconfitta elettorale della storia recente?
Dicembre 6th, 2018 at 22:48
Il nulla intorno al nulla. In buona sostanza.
Dicembre 8th, 2018 at 13:27
Se un marziano (vero, non Marino) leggesse i commenti l’impressione che ne avrebbe è che, a parte lo scrivente di turno, tutti gli elettori italiani sono degli idioti.
Dicembre 9th, 2018 at 10:19
Sono d’accordissimo con Mante.
E rilancio, non è obbligatorio votare, quindi se non trovate il partito su misura per voi, lasciate perdere, e continuate ad ordinare caffè macchiato tiepido in tazzina di vetro con piattino grande e cucchiainocorto, una spolveratina di cacao, anzi no un decca con dolcificante. E sentirvi così orgogliosamente unici ed in grado di scegliere solo il meglio, che si adatta perfettamente al vostro ego. Su misura