Ovviamente il cretino sono io. Avrei avuto tutti gli strumenti per informarmi e non l’ho fatto. Colpa mia. Però anche un certo qual cinismo editoriale italiano, a volte, è così leggiadro da dover essere almeno sommessamente sottolineato.

Oggi mi è arrivato un pacco con due libri che avevo ordinato su Amazon. Li avevo scelti in fretta, si occupano entrambi di argomenti che mi interessano molto e volevo leggerli. Sono entrambi volumi appena pubblicati nella loro prima versione italiana.



Il primo è questo. Confesso che mi aveva un po’ stupito che un editore  come Piemme pubblicasse un libro di Marc Augé, ma vabbè, a volte capita. In realtà il libro non è un testo del famoso etnologo francese ma è la trascrizione di una conversazione raccolta da Raphael Bessis, come si sarebbe potuto facilmente desumere dalla molto più onesta copertina dell’edizione originale.



L’edizione italiana, non solo nella copertina ma nemmeno nella seconda , nella terza e nella quarta di copertina, chiarisce al cretino di passaggio in libreria, o al cretino come me su Amazon che il testo non è quello che sembra. Solo nelle attribuzioni dei diritti prima del titolo, scritte in corpo 6 a beneficio dei presbiti, si potrà risalire alla verità. Da aggiungere a una seconda, non trascurabile notizia, di cui Piemme si dimentica volentieri: il testo risale al 2004. Che per un libro sull’uomo digitale è come dire che risale a un periodo che quasi non ci interessa più.

Per ironia della sorte anche il secondo libro che ho comprato è un po’ da cretino ed è questo




Per giustificarmi potrei dire che l’editore e la collana erano assai più usuali e autorevoli. Così come il prezzo. Aggiungo che il tema del silenzio è straordinariamente attuale e forse io stesso, dopo aver letto tempo fa il piccolo e bellissimo “Silence” di John Biguenet pubblicato in USA in una collana di tascabili meravigliosi di Bloomsbury, speravo di trovare qualcosa di simile. Non serve essere attenti osservatori per capire che il silenzio (e la sua assenza) nella società contemporanea non solo è diventato un tema centrale, anche di semplice salute mentale, ma è ormai un argomento legato a doppio filo con le tecnologie digitali e i formati contemporanei delle nostre vite lavorative e relazionali (pensate solo agli auricolari o ai messaggi vocali sugli smarphone).

È un tema talmente importante, perfino per un isterico come me così talmente alla disperata ricerca di una piccola isola di assoluto silenzio, da avergli dedicato un capitolo intero in Bassa risoluzione, che desideravo fortemente che qualcuno me ne parlasse estesamente e con cultura, profondità e soprattutto attualità. Ebbene sfogliando l’edizione italiana del libro di Le Breton scopro che silenziosamente l’editore ha reso disponibile in Italia nel 2018 un testo che l’autore ha pubblicato nel 1997. E che – graziosamente – ha in parte aggiornato per la versione italiana.


6 commenti a “Un cretino in libreria”

  1. Felice dice:

    Non so se la responsabilità stia (per la gran parte) nell’acquirente ‘cretino’. In questo caso, andrebbe più che sommessamente sottolineata la responsabilità dell’editore. Come hai fatto giustamente tu, con il post. Starò alla larga.

  2. Shylock dice:

    Gli editori sono come i politici; conoscono il loro pubblico e adeguano la loro offerta.
    In entrambi i casi, funziona.

  3. Alessandro dice:

    Mi scusi Mantellini, lei è fortunato. In Italia trovare libri – anche su Amazon – più vecchi di qualche anno è impossibile. “Non disponibile”, “fuori catalogo” e così via. Poi si va in libreria e ci sono cataste di roba inutile e dimenticata ancora prima di essere letta.

  4. francesco dice:

    Ma non saranno mica quegli editori che danno la colpa agli altri per i loro fallimenti ?

  5. Roberto Cardoso Laynes dice:

    Fare il reso?

  6. le criticità io credo che ti forgiano | cheremone dice:

    […] comunque l’articolo di cui sopra, senza dare soldi a Piemme, non nuova ad iniziative editoriali un po’ […]