Dove siete? Perché vi nascondete? Amici cari, scrittori, giornalisti, cantanti, blogger, intellettuali, filosofi, drammaturghi, attori, sceneggiatori, produttori, ballerini, medici, cuochi, stilisti, youtuber, oggi non possiamo permetterci più di essere solo questo. Oggi le persone pubbliche, tutte le persone pubbliche, chiunque abbia la possibilità di parlare a una comunità deve sentire il dovere di prendere posizione. Non abbiamo scelta. Oggi tacere significa dire: quello che sta accadendo mi sta bene. Ogni parola ha una conseguenza, certo, ma anche il silenzio ha conseguenze, diceva Sartre. E il silenzio, oggi, è un lusso che non possiamo permetterci. Il silenzio, oggi, è insopportabile.

 

Leggo e non capisco. A chi si sta rivolgendo Roberto Saviano in questa lunga perorazione politica? A tutti quelli che hanno la possibilità di parlare ad una comunità, dice (quindi a tutti, in un paese con 30 milioni di profili Facebook?), oppure no. Cosa intenda dire? Chi è che si sta nascondendo? Non lo capisco, sul serio.

Provo ad andare per esclusione. Si sta riferendo agli intellettuali? Non sembrerebbe. Per fortuna, aggiungo. Gli intellettuali in Italia chissà se esistono più e comunque dubito si riuscirebbe a rintracciarli fra gli youtuber o gli stilisti. “Nei palastilisti” (scusate l’assonanza scema che mi è venuta al volo tratta dal De Andre’ della domenica delle salme). In ogni caso, se anche fosse, gli intellettuali, per loro stessa essenza, non hanno bisogno di qualcuno che li spinga ad una discesa in campo: la discesa in campo è – per così dire – il loro lavoro quotidiano (mentre il loro problema quotidiano è trovare qualcuno che li ascolti). E comunque, se anche si fossero distratti un istante o si fossero risvegliati dieci secondi fa, dubito che accetterebbero Saviano come direttore d’orchestra. Una scelta leggermente cheap, con tutto il rispetto per Saviano, vista da dietro la montatura in tartaruga dei loro occhialetti spessi.

Più avanti nel pezzo sembra che Saviano si riferisca ai personaggi pubblici, agli artisti (nel senso più ampio del termine che comprende anche i calciatori). Poi però in un altro punto cita per nome “gli scrittori”, e “gli editori” e quindi – accidenti che confusione – torna il dubbio che stia di nuovo parlando alla classe intellettuale. La classe intellettuale! Un gruppo di persone che solo osservato dal suo interno, dal posto da cui Saviano guarda il mondo, potrà essere immaginato di una qualche minima vastità. Non servirà poi ammonire editori e scrittori sulla necessità di rischiare, di guadagnare un po’ meno in nome delle proprie idee. Perché questi al solo pensiero guarderanno l’autore di Gomorra e gli diranno: Di meno? Come sarebbe? Ancora di meno? Meno di così?

In questa enorme confusione che ho in testa leggendo questo articolo mi vengono in mente certe fragorose discese in campo di alcune delle figure che ora Saviano vorrebbe aizzare. Gente che ha usato la propria piccola notorietà (provate a fermare qualcuno al centro commerciale chiedendo se conosce Erri de Luca) o la propria grande notorietà (penso a Dario Fo) o la propria media notorietà (penso a Fiorella Mannoia) e che sono scese in campo esattamente come dice ora Saviano ma nella direzione opposta. In direzione ostinata e contraria, come direbbe sempre lo stesso poeta di prima.

E allora, invece che invocare la discesa in campo dei ballerini e dei cuochi, non era forse meglio aspirare a traguardi meno complicati? Per esempio, come capita a molti di noi che incidentalmente siamo orripilati da Salvini e Di Maio esattamente come Saviano, per esempio – dicevo – non sarebbe forse meglio parlare per sé, nella speranza che lo stesso succeda anche ad altri intorno? Non è che la discesa in campo dei cuochi suoni (come a me suona) come una cosa un po’ ridicola e datata per cui in un Paese in cui tutti sono esperti di vaccini anche lo youtuber finisce a fare l’intellettuale?

Perché la differenza fra essere influenzati da un personaggio celebre a caso e da un intellettuale non è proprio trascurabilissima. Il primo allarga un cerchio fiduciario di amici e amici degli amici, il secondo ci spiega il mondo e poi noi decidiamo. Il primo è perfetto per l’elettore medio dell’attuale governo, il secondo magari meno. I primi sono tantissimi, i secondi latitano assai.

Io non fremo per una discesa in campo di medici e filosofi, di scrittori ed editori, di cuochi famosi e ballerini: fremo perché in qualche maniera si provi a ristabilire il dominio del pensiero. E questo non so come potrà accadere, ma con molta difficoltà succederà invocando la discesa in campo degli intellettuali, che sono pochi e morti e nessuno li ascolta da anni. E con altrettanta difficoltà succederà con la discesa in campo delle persone pubbliche. Le persone pubbliche al momento sono parte del problema, non la soluzione del problema.

 

15 commenti a “Discese in campo”

  1. Davide dice:

    fremo perché in qualche maniera si provi a ristabilire il dominio del pensiero

    Esatto

  2. Massimo dice:

    Cita pure Sartre? ;-)

  3. Giovanni Turano dice:

    Sì, sono d’accordissimo.

    Viviamo una fase – come dico spesso – mondiale, in cui tifo e caciara hanno preso il posto del dibattito e della riflessione, dove la comunicazione basata sui peggiori dei nostri meccanismi cognitivi è cavalcata da esperti del settore e riproposta da orde di utenti caduti nel tranello, ognuno con una voce resa tale e quale a quelle autorevoli dai meccanismi della socialità internettiana, un tempo in cui ragionare e provare a dare basi fattuali (scientifiche, in alcuni casi, quando possibile) alle proprie conclusioni è considerato melma.

    Io non so se esiste una cura, ma certo “scendere in campo” a fare a cornate pure chi non era fino ad oggi parte del circo, dubito che sia una strada percorribile.

  4. Emanuele (l'altro) dice:

    Il problema è che in questo paese ci sono(?) pochi intellettuali e troppi intellò. L’ideologia dei follower fa il resto.

  5. Erasmo dice:

    Certo che si rivolge ai personaggi famosi e non agli intellettuali: la prova, se ce ne fosse bisogno, è che porta ad esempio Balotelli.
    La riprova? ci sono i ballerini, ma mancano all’appello i nani, poco noti al grande pubblico, specie da quando si è rarefatta la discutibile prassi di usare quel termine per schernire Berlusconi.
    Epperò rimane inevaso, proprio da parte di Saviano, l’appello a lui rivolto da S.Veronesi, che lo invitava a portare il proprio corpo (diceva proprio così, Veronesi) sulle navi ONG. Un appello molto simile, nel quale c’era un consimile elenco di candidati protestatari: il commissario Montalbano,Totti,Checco Zalone, “O Claudio Baglioni. O Federica Pellegrini. O Jovanotti. O Sofia Goggia. O Celentano. O Monica Bellucci che fa da interprete dal francese. O Chiara Ferragni che allatta. O Giorgio Armani che compie 84 anni“.
    Quindi, Saviano nega il suo corpo alle ONG, ma lamenta che altri neghino la propria voce.
    E poi ti sorprendi, Mantellini, del libro al primo posto in Italia.

  6. Dino Sani dice:

    Mi domando perché oggi “Non si può tacere” mentre quando Renzi realizzava il programma più reazionario degli ultimi 30 anni si poteva tranquillamente stare in silenzio.
    Chi decide quando tacere e parlare?
    In base a quali parametri, i tweet o le leggi del parlamento?
    Solo per sapere così, da intellettuale, mi regolo….

  7. Umberto dice:

    La frase “governo più reazionario degli ultimi 30 anni” è veramente la dimostrazione di come la faziosità porti a una totale distorsione del reale. Anche di quello percepito e non solo sognato.

  8. fegatto dice:

    E se invece lo stare in silenzio, o meglio liquidare certe posizioni e/o sparate con la classica alzata di sopracciglio per dire: ecco un’altra scemenza, non sarebbe molto più efficace ?

  9. alessandro dice:

    saviano marketing corporation

  10. andy61 dice:

    Il tuttologo Saviano è una macchina da soldi tenuta in piedi artificialmente da Repubblica e se esce dalla luce dei riflettori rischia di scomparire in poco tempo.
    Ha scritto un grande libro che gli costa il vivere sotto scorta ma da lì in poi solo tanta fuffa.

  11. DavideG dice:

    Gli intellettuali non latitano; ci sono, dicono e scrivono. Il problema è che non se li calcola nessuno e così sembra che non ci siano.
    Temo ne passerà di tempo prima che ritorni il “dominio del pensiero”.

  12. Dino Sani dice:

    @umberto hai ragione ho solo percepito il Jobs Act, gli aiuti alle Banche alla faccia dei risparmiatori fregati da Banca Etruria, la presa in giro degli 80 euro…. ecc….
    Ora, visto che la mia faziosità (che dovrai spiegarmi come io ti spiego perché Renzi è Berlusconi mascherato) mi porta a questa percezione di governo reazionario, sarei curioso di conoscere la vera realtà che tu senz altro conosci, perché sicuramente non sei fazioso, ma oggettivo e sopra le parti (quali?)
    Resta la domanda: chi decide quando tacere e parlare? È più grave un tweet pseudo razzista o una legge che frega i soldi ai risparmiatori per darli alle banche? Come sempre è una questione di priorità, forse Saviano non ha quelle economiche o sociali (del resto come potrebbe visto che vive da recluso?), ma il resto del mondo, quel 70% che poi vota Lega e M5S ha questi problemi ogni giorno. Oppure, per volere essere ancor più io reazionario: oggi sgombrano il campo rom a Roma. Provate a chiedere agli abitanti li vicino che ne pensano, non a Saviano. Gli intellettuali dovrebbero stare in quelle case che subiscono furti, in quelle strade insicure, così come Pasolini stava, erroneamente ma con il cuore, dalla parte dei poliziotti e non degli studenti borghesia del 68. Basta, discorso da bar finito. Torno a fare l’intellettuale

  13. alessandro dice:

    gli intellettuali hanno perso la faccia da mo quando al potere c’era la sinistra e stavano tutti zitti e boni… e ora e’ tardi tardi

    cmq in soccorso a saviano e’ arrivato virzi, poi chiediamoci come mai siam messi cosi ahah
    https://video.repubblica.it/cronaca/appello-saviano-virzi-idiozia-sopravvalutata-anche-i-buonisti-nel-loro-piccolo-si-incazzano/311265/311905?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T2

  14. Dino Sani dice:

    Mante sempre in moderazione finisco… sarà perché sono fazioso?

  15. Massimo dice:

    Saviano entrerà in ‘politica’.

    È così difficile da capire?