In questi giorni sto leggendo le bozze dell’edizione italiana di World without Mind di Franklin Foer, che Longanesi pubblicherà prossimamente (con un titolo pare abbastanza perentorio). La tesi dell’autore è molto forte e quasi inappellabile. Google, Facebook, Amazon (e anche un po’ Apple ma l’azienda di Cupertino è citata qua e là quasi di sfuggita) stanno minando alle basi la nostra cultura. Il libro è pieno di citazioni storiche e piccoli dolorosi esempi personali. Sullo sfondo aleggia una preoccupazione diffusa di un cataclisma incombente, difficile da affrontare specie nell’America contemporanea. La tesi dell’autore è che per sconfiggere i monopoli della Silicon Valley (Foer li chiama direttamente così anche se tecnicamente non lo sono) che stanno mettendo in pericolo la società occidentale sia necessaria una presa di coscenza personale e una nuova vigorosa politica antitrust.

Giusto oggi l’UE ha multato Google per la posizione dominante di Android e molte delle considerazioni che Innocenza Genna ha brllantemente scritto per La Stampa completano in qualche modo le considerazioni di Foer. Riassumo quelle che a me sembrano pià significative:

1) Serve un grande organismo sovranazionale per combattere l’abuso di posizione dominante delle grandi aziende Internet

2) In questo la UE sta facendo meglio degli USA (da tempo)

3) Il punto non è tanto la multa (4,3 miliardi di euro ad un’azienda che solo nel primo trimestre 2018 ne ha incassati 31) quanto il tentativo di smontarne il meccanismo anticoncorrenziale che unisce ambienti software, servizi e pubblicità.

Aggiungo un paio di altri punti che mi sembrano pacifici. Google è andata troppo oltre, spesso anche in maniera davvero arrembante (e FB sta seguendo la stessa via), Amazon ha un ruolo dominante nel commercio elettronico che deve essere anch’esso in qualche maniera considerato. Anche quando si riuscisse ad organizzare solide contromisure serviranno lo stesso anni perché si ristabilisca un equilibrio fra vecchi e nuovi soggetti. La premessa fondamentale perché questo possa avvenire (sperando come sempre nella saggezza dei cittadini) è che la rete Internet resti neutrale. Solo così si garantiranno la possibilità di accesso ai nuovi Google, Facebook e Amazon. La storia della rete fino a oggi ci ha insegnato che non c’è niente di meno attraente su Internet di una vecchia barbosa azienda piena di soldi che ci spiega in continuazione cosa dobbiamo leggere, cosa dobbiamo acquistare, da che parte dobbiamo guardare.



p.s. Al Festivaletteratura di Mantova, sabato 8 settembre sarò con Franklin Foer a chiacchierare del suo libro in uscita in Italia.

4 commenti a “Le posizioni dominanti e noi”

  1. bigfab dice:

    <>.
    Amen.

  2. bigfab dice:

    Scusate, il commento doveva essere:

    “sperando come sempre nella saggezza dei cittadini”.
    Amen,

  3. massimo Mollica dice:

    Non sono d’accordo con quanto scritto dalla giornalista Genna. Tanto che non è chiaro esattamente cosa dovrà fare Alphabet. Visto il precedente di Amazon,sua diretta rivale, che ha preso Android e l’ha costumizzato a suo piacimento. (mai successo nella storia). E sono certo che tutto ciò non cambierà i rapporti di forza a livello commerciale. Altrimenti saremo in un sistema comunista. Piuttosto mi preoccupa che non si comprenda il modello economico basato sull’open-source. Quello è preoccupante. (Scommetto 100 a 1 che la giornalista ha un Iphone).

  4. Gianni100 dice:

    Google e FB la stanno facendo davvero fuori dal vaso.
    Google con chrome, android, google play, ricerca organica, youtube, adsense ed adwords detta il programma non solo agli utenti ma anche agli sviluppatori di software, agli addetti di marketing e alle aziende. E la cosa più inquietante è che mette tutti in concorrenza. Tutti a rincorrere, solo uno a guadagnarci.