Ma pochi o nessuno lo ascoltava. Si era giunti a quel momento particolare di ogni conferenza o riunione in cui lo scopo iniziale della partecipazione ha avuto il suo corso e i suoi applausi e quindi langue, per cui è giudicato superfluo conservare l’attenzione. Un buon italiano non sta seduto due ore ad ascoltare se non per avere poi la sua giusta ricompensa. Sarebbe un’umiliazione ascoltare e basta, o se non un’umiliazione, una noia, una offesa, a seconda dei caratteri. C’è chi dorme, ma chi non dorme vuole affermarsi, vuole far parte viva della serata, avere anche lui il suo ruolo, dire la sua parola e le sue ragioni, qualunque esse siano, se meditate o da inventare al momento per salvare il decoro. Naturalmente ogni altro astante, sempre esclusi i dormienti, ha la medesima ambizione per il momento successivo, ma potenziata e inacidita da quella leggera attesa e dal fatto di non essere stato lui il primo. Costoro, che attendono il loro turno, non lesinano, al personaggio del momento che si trova sulla piattaforma o nei pressi, abbarbicato, appeso a ciò che lo può portare nel mondo più in su di dieci centimetri, i loro generosi battimani. Più presto lo faranno contento e tanto prima raggiungeranno anch’essi l’ambita, seppur incomoda posizione. Il gradino sociale non è una frase qualunque; in Italia tutto ha la sua rispondenza nella realtà: uno scalino di legno è uno scalino sociale.

Goffredo Parise, Il prete bello, 1954


6 commenti a “Il gradino sociale”

  1. il mondo perfetto dice:

    Il fatto che nessuno abbia finora commentato questa bella citazione conferma che siamo un popolo di ignorantoni (6 su 10 non leggono, e di quei 6 certo ben pochi sanno chi era Parise). L’articolo- meglio, il passo del romanzo- vorrebbe certo essere l’ennesima critica- citando lo ieri- al “come siamo oggi”, con chiari riferimenti all’uomo qualun que 2.0 grillino. Ma, in disaccordo col grande Parise, ieri come oggi, in Italia o altrove, il mondo si divide in loquaci e silenziosi, senza tutto ‘sto peana sul gradino sociale etc etc.

  2. il mondo perfetto dice:

    ps: dove ho scritto “e di quei 6 certo pochi sanno chi era Parise”: preciso che, invero, nutro seri dubbi che pure tra i quattro “che leggono” Parise sia un nome familiare.Ahimè, ahilui.

  3. Bruno Anastasi dice:

    ammetto di sentirmi colpevolmente parte della categoria (ignoranti), confesso di non aver letto “il prete bello” (anche se ho visto il film di C.Mazzacurati con Roberto Citran), tuttavia custodisco gelosamente in libreria una copia originale di “Cara Cina” e, soprattutto, ho acquistato e sono in attesa di leggere – non appena finirò una biografia analitica di Art Blakey (il tamburo e l’estasi) – l’attesissimo “Bassa Risoluzione” col quale, magari, mi faccio una cultura …

  4. il mondo perfetto dice:

    Non capisco perchè hai messo in moderazione miei commenti su tuo post con brano Parise: dicevo solo che italiani non leggono.

  5. Erasmo dice:

    Miiiih, Spagnoletti: ma lo sai che sei un gran figo?

  6. il mondo perfetto dice:

    @Erasmo
    lo sai che il piddino si riconosce sempre perchè invece di dire la sua fa domande retoriche…..