Molti anni fa, da adulto, ascoltai da qualche parte l’ultima intervista audio concessa da Lucio Battisti ad un giornalista della Radio Svizzera. Era stata registrata nel maggio del 1979. Battisti sarebbe morto 19 anni dopo. Che io sappia quello è il suo ultimo contributo pubblico.
Dico “da adulto” perché per molti anni, durante la mia adolescenza e giovinezza, mai mi ero posto domande sulla personalità del più importante autore di musica leggera italiana. Chi fosse, cosa pensasse, che relazioni avesse con il mondo intorno a lui. Le note biografiche di Battisti erano per me irrilevanti, la sua musica bastava. Delle relazioni pubbliche fra l’autore e il suo tempo ricordo vagamente una polemica sui giornali sulla sua presunta vicinanza agli ambienti della destra italiana. Una storia poi in parte smentita.
Io credo di essere uno dei maggiori fan di Battisti sul globo terracqueo. Lo sono da sempre: mi piace il Battisti degli anni con Mogol, quello intermedio, quello dei dischi bianchi (un po’ meno onestamente).
Il mio disco preferito, così per la cronaca di questo blog personale, è un disco che non piace quasi a nessuno e che Battisti incise a Los Angeles come riempitivo di non so quale contratto discografico: si intitola Io tu noi tutti.
Da adulto, nei quindici minuti di quell’intervista audio del 1979, intravedo le debolezze di una figura che ho per molti anni semplicemente adorato. Sono (sembrano) le risposte di un uomo semplice, non troppo acuto, non particolarmente empatico. Svelano, senza volerlo e con una semplicità che fa tenerezza – perché l’intervistato non ha l’avvedutezza di nasconderlo come fanno tutti – la relazione che noi tendiamo ad ignorare fra la musica e il business. Il confine labile fra l’arte e l’artigianato: quello che nove volte su dieci trasforma un piccolo talento in un un lavoro come un altro.
Collezionare i pochi frammenti disponibili per farsi un’idea di una persona è comunque pericoloso. E se Battisti si fosse negato a noi, nei decenni della sua fulgida carriera di autore, musicista e cantante, semplicemente perché era abbastanza intelligente da comprendere la distanza fra sé e le aspettative del mondo intorno? Il grande talento porta milioni di persone a considerarti un supereroe, anche quando tu sai benissimo di non esserlo. Forse l’uomo a un certo punto si è stancato di dover sostenere il racconto di questa perfezione immaginaria; forse semplicemente, come capita a tutti, si vergognava delle proprie piccole miserie. Noi possiamo nasconderle: magari per lui, sotto quei riflettori perennemente accesi, era troppo faticoso farlo.
Dopo la sua morte in ogni caso tutto è cambiato. Anche qui è difficile farsi un’idea. Di sicuro la legittimità delle scelte economiche legato ai suoi dischi sono di esclusiva pertinenza dei suoi eredi. Sembra comunque chiaro che la memoria di Lucio Battisti non sia stata onorata come meritava, in primo luogo da chi gli era più vicino. A partire dalla sua tomba ovviamente. Continuando con l’illogico rifiuto di qualsiasi forma di ricordo agiografico, proseguendo infine con la volontà irremovibile di negare le sue opere ai nuovi sistemi di fruizione digitale.
A un certo punto la musica di Lucio Battisti dovrà uscire dalle strategie (commerciali o private) della moglie, dei figli o delle case editrici. Dovrà disinteressarsi delle diatribe economiche con Mogol: abbandonerà insomma l’artigianato per ritornare all’arte. Avverrà con i tempi novecenteschi delle leggi sul diritto d’autore: norme vecchie, scritte per quando tutto viaggiava ad un’altra velocità, a tutela di prerogative economiche oggi quasi scomparse. Norme fuori dal tempo che fanno assomigliare una concessione temporanea a un diritto di proprietà. E nel caso specifico i proprietari temporanei sembrano persone scarsamente interessate al ricordo del grande artista.
Sono in ogni caso le miserie dell’artigianato: l’arte, quella vera, nel caso di Lucio Battisti verrò restituita a noi, suoi legittimi proprietari, più avanti, quando forse sarà troppo tardi.
Ottobre 14th, 2017 at 11:03
In compenso, c’è YouTube e eMule.
Alla faccia della moglie, che non capisce che se proprio vuole guadagnare, può farlo mettendo una firma su carta intestata Spotify.
Per il resto c’è quanto lui ha voluto lasciare (interviste, fotografie, registrazioni, fuori onda vari). Ci basti.
Ottobre 14th, 2017 at 11:35
condivido tutto … che Lucio Battisti fosse “di destra” era una cazzata colossale … sottoscrivo anche la predilezione per “Io Tu Noi Tutti”, album raffinatissimo che assimilava magistralmente suggestioni e tendenze della rivoluzione A.O.R., allora unica forma di resistenza umana per chi avesse voluto scappare dalle balere del sabato sera e dalla porcilaia punk … le dolenti note relative alla sciattissima “tutela” della sua memoria discografica, infine, dipendono dal fatto che viviamo in un paese sottosviluppato in cui i legislatori (eletti da noi) fanno di tutto per arrivare sempre impreparati e in ritardo su ogni innovazione tecnologica
Ottobre 14th, 2017 at 14:23
In risposta a Stefano: se su you tube puoi trovare tutta la discografia, tutti gli inediti e tante rarità, e non è stato cancellato come è avvenuto per tanti altri artisti, (ad esempio molti brani dei Beatles), e come dici invece su Spotify non cè traccia, vuol dire che non ci si vuole guadagnare niente. Sicuramente non ci sono accordi economici ma la moglie ha sempre rispettato le volontà del marito Lucio, che aveva indicato una strada molto stretta per lo sfruttamento delle canzoni. La filosofia è riassunta in un passaggio dove la famiglia (c’è anche un figlio, Luca, 43 anni) si difende, con l’avvocato Simone Veneziano, dall’accusa di aver rinunciato a ricche entrate abbinando canzoni a pubblicità di Fiat, Barilla e Mps. «Lucio Battisti non avrebbe mai consentito che una sua composizione fosse accostata a una casa automobilistica (Fiat), a un’impresa produttrice di pasta alimentare (Barilla) ovvero, peggio ancora, ad una banca (e che banca: Monte dei Paschi di Siena)». La volontà di Lucio, insomma, non può essere «calpestata per vili motivi di lucro».
Ottobre 14th, 2017 at 17:21
Concordo, e condivido, sia pure con qualche sottile e personalissimo distinguo in tema di preferenze. Nella primavera del 1998 ero in uno dei pochi “spacciatori” di Mac di Roma e stavo trattando un mutuo sulla casa per l’acquisto di un masterizzatore CD Yamaha con collegamento FireWire (eh, chi se lo ricorda più….) quando faccio caso alla voce di un altro cliente che, alle mie spalle, parlava di attrezzature destinate alla produzione musicale. Mi interrompo e fisso con uno sguardo interrogativo il mio interlocutore. “Si, è lui. Non ti voltare, ti prego.” Sarà stato il patos del momento… ma mi parve una voce celestiale, per la serie “con quella voce può anche leggere l’elenco del telefono”. Non mi sono girato.
Ottobre 14th, 2017 at 21:50
Ho adorato e adoro Battisti, che è stato in qualche modo la colonna sonora di un pezzo della mia vita.
Quello che accade oggi intorno a lui mi è scarsamente comprensibile e mi rattrista non poco: mi pare roba squallida e del tutto estranea a lui e alla sua arte.
Non so se la persona Battisti fosse all’altezza dell’artista, ma la cosa m’interessa relativamente. Se fai una musica che trasmette gioia, emozione, incanto,che ti mette in sintonia con un mondo di persone che pure non conosci e mai conoscerai, beh tu hai in te qualcosa di non comune, di diverso e di grande, tu comunichi qualcosa che si chiama arte.
Poi non so, magari anche Benedetti Michelangeli, nel privato, aveva debolezze e piccole miserie, forse anche Dante non sempre era all’altezza di quello che scriveva, forse…
ma non c’entra niente, e nemmeno interessa.
Ottobre 14th, 2017 at 23:34
leggiti il libro di zingales dove analizza album x album e intervista il giornalista dell’ultima intervista
Ottobre 17th, 2017 at 07:23
La moglie non ha strategie commerciali, difende solo la volontà del marito contro coloro che vorrebberro utilizzare la sua musica e la sua immagine (e la sua tomba) per sagre paesane o pubblicità di sughi e pastasciutta.Non succederà per Battisti quello che purtroppo è accaduto per De André (che avrebbe avuto orrore di certe celebrazioni).
Ottobre 17th, 2017 at 14:06
@Umberto: fermo restando il diritto dell’autore ad essere riconosciuto moralmente ed economicamente, l’arte, una volta resa pubblica, appartiene all’umanità, non a gente che se l’è ritrovata in mano comprandola o ereditandola, senza aver fatto nulla per produrla.
Sennò avevano ragione anche i talebani a distruggere i buddha di Bamiyan, in fondo era roba loro.
La ‘volontà dell’autore’, a un certo punto, chissene: non è detto che ne capisca lui più di qualsiasi altro e comunque, gli piaccia o no, è chi fruisce dell’opera che decide come. Oppure facciamo che certa musica puoi ascoltarla solo ai matrimoni, altra solo ai funerali, altra ancora mai in macchina perché al compositore le auto stavano sulle balle.
Ottobre 17th, 2017 at 14:41
ogni volta che vedo questo video mi vien da piangere
https://www.youtube.com/watch?v=AhVYDh4l12E
Ottobre 17th, 2017 at 16:25
@Shylock
Diciamo che l’arte “musica” diventa patrimonio dell’umanità.
L’arte “pittura”, l’arte “scultura” e altri tipi che consistono di oggetti materiali spesso e volentieri finiscono in mano a privati che ci fanno quello che vogliono.
Ottobre 17th, 2017 at 20:16
@Emanuele: io avrei anche da obiettare sul fatto che dei privati possano impedire al pubblico la fruizione, perlomeno parziale, di opere d’arte di particolare valore.
Mica per comunismo, eh? Se vuoi collezionare diamanti, o farti il bagno nell’oro, affari tuoi; ma che tu possa tenere un Caravaggio in casa tua senza mostrarlo mai a nessuno no, non lo trovo giusto.
Ottobre 18th, 2017 at 08:17
il problema non e’ i privati che non possono sentire battisti, gli album son tutti la fuori comprateveli, su youtube ci sono tutte le canzoni, nessuno ha mai proibito quello
il problema e’ vedere fedez e rovazzi che cantano mi ritorni in mente e che diventi la pubblicita’ della nuova alfa romeo
do u undersntand?!?!?!
Ottobre 18th, 2017 at 08:21
tanto e’ vero che nessuna ha mai reclamato i video sul tubo a differenza di altri
si vuole solo impedire la volgare commercializzazione, e stan sono seguendo le (legittime) volonta’ dell’autore
poi che sia giusto o meno non lo so, ma non son tue quelle canzoni son sue e se lui ha diposto cosi tu comunista o meno ti attacchi al c
Ottobre 18th, 2017 at 12:15
@alessandro: sono sue anche da morto? E se sì, ci accontentiamo di 70 anni oppure andiamo verso l’eternità, come la Disney?
E se magari sentisse una nuova versione (che non può aver sentito da vivo perché non c’era ancora) e gli piacesse da morire (pun intended), che si fa, nel dubbio lo interpelliamo via seduta spiritica?
O dobbiamo fare come gli avvocati che nei Simpsons spuntano fuori ogni volta che uno canticchia o cita qualcosa, a diffidarlo sventolandogli sotto il naso il copyright?
E se una sera in spiaggia mi metto a strimpellare La Canzone del Sole, dici che lassù Lucio piange?
Davvero non ci vedi dell’assurdo in tutto ciò?
Poi per dire, nella storia della letteratura ci sono capolavori che, secondo l’autore, avrebbero dovuto non essere mai pubblicati o addirittura distrutti: gli artisti sono così, spesso non sono affatto i migliori critici di se stessi.
Ottobre 18th, 2017 at 18:25
ma scusa ma li puoi trovare ovunque
l’unica cosa che son d’accordo con te e’ che non sono su itunes e spotofy, secondo me sarebbe giusto li
per il resto vedere ogni anno a natale le compilation di battisti cantato dal paraculato del momento anche no ecco
in spiaggia le puoi cantare
su youtube ci sono
le radio non le passano perche’ non ci guadagano
i cd li vendono e li ristampano (da poco e’ uscito un cofanetto dei 4 album bianchi)
i libri non reggono il paragone, diciamo che se vuoi un libro lo compri…. i cd di battisit li vendono e ristampano anche in vinile tutt’ora
Ottobre 18th, 2017 at 18:26
https://www.amazon.it/CD-Vinili-Lucio-Battisti/s?ie=UTF8&page=1&rh=n%3A412600031%2Cp_32%3ALucio%20Battisti
Ottobre 23rd, 2017 at 14:31
mi è chiaro che Lucio Battisti artista e Lucio Battisti nelle cose di tutti i giorni sono due cose diverse, la prima è quella che conta, Quando è morto John Bonham i Led Zeppelin si sono sciolti e nessuno suona come lui, nemmeno il figlio
Ottobre 31st, 2017 at 22:18
il padre nell ultima intervista rivelò la presenza di 70 inediti,per il ventennale dovrebbero uscire in edizione critica canzoni che vanno dal 1965 al 1998,tra cui le sue versioni delle canzoni date ad altri cantanti e autori,gli inediti di anima latina,il famoso postumo che è composto da due grandi suite strumentali di altissimo livello,anche bowie lo ammirava e lo incontrò più volte a londra,dove si stava laureando in matematica,arrivando a un passo dal discutere la tesi,fermato dalla morte prematura
Ottobre 31st, 2017 at 23:11
e inoltre battisti è stato all avanguardia,lauzi raccontava che è stato uno dei primi in italia ad usare internet,si informava su tutti i più avanzati sistemi della moderna comunicazione,forse negli ultimi tempi si era isolato troppo,il disco americano mogol ha fatto fare una traduzione troppo letterale,poi l accento ancora imperfetto,doveva proporre soltanto le musiche come autore e proporle a un grande interprete americano,per iniziare e poi proporsi dopo come interprete,dopo aver perfezionato la lingua,infatti come autore è stato primo in gran bretagna,le potenzialità ci potevano essere,ma non aveva carattere da show come bowie grandioso artista e personaggio,come musica li stava certamente alla pari come stava alla pari dei beatle,ma quelli come personaggi e showman erano grandiosi,lui voleva solo fare musica e basta,era sperimentale come loro,29 settembre è uscita tre mesi prima di sergent pepper e ho detto tutto
Novembre 2nd, 2017 at 09:32
@antonino: per favore, metti uno spazio dopo i segni di punteggiatura.
Ricorda inoltre che le virgole non sono equivalenti ai punti, un testo come il tuo è illeggibile.