Dopo un giorno in cui tutti i miei contatti di rete ne discutevano sono andato ad ascoltarmi il famoso fuori onda di Flavio Insinna, forte del fatto che si trattava di un personaggio noto al grande pubblico a me praticamente sconosciuto. Ero insomma il commentatore neutro ideale.

Più che la frase in sé mi aveva incuriosito la polarizzazione delle posizioni dei commentatori. Da una parte quelli scandalizzati dalle volgarità di Insinna, dall’altra quelli scandalizzati dall’invasione della privacy di chi lo ha registrato di nascosto.

In realtà ho scoperto che mi interessavano di più i commenti di chi era dalla parte di Insinna, specie quelli (moltissimi) nei quali si sottolineava la relativa usualità di un linguaggio volgare dentro gli ambiti lavorativi. O anche i moltissimi che sottolineavano che nella quotidianità ciascuno di noi prima o dopo usa parolacce. A quel punto ho scoperto che mi interessavano più i primi dei secondi, perché intanto mi scatenano la seguente curiosità:

ma voi, dove cazzo lavorate?

So benissimo che esiste una vasta letteratura, rinvigorita da alcune figure iconiche come quella di Steve Jobs o Jeff Bezos, capi azienda da tutti conosciuti come persone dai modi non esattamente urbani (volendo ci sarebbe anche il Bill Gates di Microservi ma non divaghiamo). E so – perché l’ho visto fare spesso – che simili esempi sono quasi sempre sottolineati con un certo compiacimento dai molti che pensano che

1) il talento ha sempre una seconda faccia della medaglia
2) solo con il terrore si timona a dovere una grande azienda complessa.

Mi vengono in mente al riguardo anche due esempi italiani (piccoli, come possono esserlo simili discussioni qua da noi), quello famosissimo di Napoletone e quello meno noto ma altrettanto imbarazzante della lectio magistralis dell’AD di Enel Starace. Ognuno di noi ne conoscerà altri, per avervi assistito o per sentito dire: dirigente che bestemmiano i santi, primari che lanciano i bisturi in sala operatoria, storie così.

Quindi il tizio che di nascosto ha registrato Insinna (da molti definito con un sintetico giro di parole “infame”) è un tipico esempio della cultura travagliesca sul “popolo che deve sapere” ed è anche, contemporaneamente, un biografo dell’ovvio che racconta un mondo che che tutti sembrano conoscere.

Quando l’ovvio invece dovrebbe essere ben differente, magari senza i grandi distinguo ascoltati in questi giorni.
E cioè che nessuno, da Steve Jobs all’ultimo degli sfigati che bullizza uno stagista appena arrivato, dovrebbe mai permettersi di essere arrogante e volgare sul suo posto di lavoro. Fosse anche dio in persona. Nemmeno scherzando. Nemmeno se quello è uno di quei giorni.

21 commenti a “Insinna? No, noi.”

  1. vinz dice:

    C’è anche la finta scusante di “eh, ma sono incarichi di responsabilità, lo stress di avere tutta la baracca sulle tue spalle…”. Ignorando che la responsabilità del chirurgo e del conduttore TV vengono remunerate lautamente. In quei milioni è compreso anche l’aplomb professionale indispensabile. Se non ne sei capace, quei soldi non te li meriti.

  2. Matteo dice:

    Qui nel nordest l’ideale del capo che manda avanti la baracca a forza di insulti e spintoni non ha eerto bisogno di rifarsi a Steve Jobs

  3. deid00 dice:

    “E cioè che nessuno, da Steve Jobs all’ultimo degli sfigati che bullizza uno stagista appena arrivato, dovrebbe mai permettersi di essere arrogante e volgare sul suo posto di lavoro.”

    Sembrera` banale, ma perche’? Cioe`, non bullizzare, lo capisco. Ma volgare? Arrogante?

  4. imaginations dice:

    Hai capito quanto hanno stressato quel simpaticone di Insinna, una volta dava l’impressione di essere un signore a modo, oggi invece sembra si è proprio imbarbarito, non lo riconosco più. Immagino le pressioni crescenti subite negli anni per fare spettacolo e per catturare sempre più telespettatori, per far contenti i produttori, i dirigenti di rete e soprattutto i pubblicitari. Immagino anche che è leggermente cresciuta parimenti la sua rabbia negli anni per essersi puntualmente venduto il lato b pur di rimpinguare il suo conto in banca. E immagino pure che staccherà assegni sostanziosi al suo analista negli anni a venire se gli è rimasto un briciolo di rispetto per l’immagine che aveva di se stesso. Immagino infine che l’unico vincitore di questa storia, tristemente uguale a tante altre, è l’abbagliante – e immarcescibile – dio denaro.

  5. Angela dice:

    Ben detto!!!

  6. Emanuele (l'altro) dice:

    Insinna a parte, a quel “ma voi, dove cazzo lavorate” risponderei nel mondo reale, dove la sbroccata, perché di questo si tratta, è piuttosto comune e non necessariamente sinonimo di maleducazione congenita.

    @vinz
    il chirurgo è un caso del tutto a parte. L’aplomb professionale per me può andare in quel posto se il cazziatone del chirurgo serve a scaricare la tensione che si può avere durante un intervento difficile. I chirurghi possono fare la differenza tra la vita e la morte e me ne frego se hanno bisogno di mandare al diavolo i collaboratori che sbagliano per raggiungere l’obiettivo.

  7. Userunfriendly dice:

    Praticamente tutte le persone con cui ho avuto a che fare nel mondo del lavoro per un periodo di tempo sufficientemente lungo sono prima o poi sbroccate (no, non necessariamente con me).

    E sbroccate di brutto, con santi, madonne, offese gratuite che a volte si sono scusati e a volte no; uomini e donne, al centro italia come nel nord; grandi capi e piccoli capi reparto, me compreso.

    La chiusura di Mante mi sembra, per una volta, assolutamente fuori dal mondo; o almeno, dal mio.

    Giudicare l’operato di una persona rubando una reazione che lui sa essere privata è meschino; oltre il 90% di noi sarebbe alla gogna, e… non mi fiderei molto di quelli che non ci andrebbero.

  8. adrena lina dice:

    Il mondo reale è un mondo difficile, siore e siori, scommettiamo che al momento opportuno pubblicano un fuori onda anche dell’imperturbabile dalai lama?

  9. giustina dice:

    Fino a qualche anno fa non era permesso pronunciare in televisione la parola “membro”, assurdo. Viviamo in un paese libero, così mi pare e mi piace, e se siamo in democrazia lottiamo affinché tutti i registri linguistici conquistino il dovuto spazio e la stessa dignità nei palinsesti televisivi. Lasciamo che Insinna si esprima spontaneamente anche a telecamere accese, viva la libertà di espressione e di pubblicazione in tv. Sono certe sovrastrutture imposte tout court il vero scandalo e la vera vergogna di questo paese, tiè! ;-))

  10. AffariSporchi dice:

    La cosa peggiore è che c’è ancora gente che considera “Striscia la notizia” una trasmissione tv di servizio, e “Affari tuoi” una trasmissione degna della tv di Stato.

  11. Rico dice:

    Anche perché l’arroganza non paga, di solito.
    Quando la subisco, mi chiudo a riccio e non collaboro.
    Quando la infliggo, mi sento male subito dopo.

  12. Agatone dice:

    Quello che fa la differenza è, mi pare, tra il suo volersi mostrare molto deferente e gentile e volere una società basata sulla gentilezza, così dice in un’intervista che gira oggi, e il suo turpiloquio e i suoi modi di parlare fuori onda

  13. vinz dice:

    @emanuele: il chirurgo è ancora più importante, invece.
    Perchè se tratti male l’anestesista e il rianimatore trasferendo loro lo stress che sei incapace di gestire, il paziente rischia uguale.
    E’ un lavoro difficile ripeto e per questo ben remunerato: se non sai creare le condizioni per far lavorare lo staff di cui sei responsabile al melgio, cambia lavoro.

  14. mauro dice:

    Chi lo capisce è bravo bravo

    Prima scrive che Travaglio è il mandante morale (i renziani hanno ormai messo al bando il FQ, in virtù della libertà d’espressione) poi batte il martelletto ed emette la condanna morale, senz’appello “Fosse anche Dio in persona. Nemmeno scherzando.”
    Così l’intro è un fischiettando scanzonato, mentre l’outro è una condanna all’inferno. Come spesso capita, e povero anche il cavallo

    (forse che forse, era meglio Travaglio: i processi di Mantellini fanno veramente pietà, nel migliore dei casi)

  15. andrea61 dice:

    C’è una cosa che proprio capisco: che ci azzecca un clown da televisione con dei grandi capi di azienda ?
    Lo sbrocco è sempre brutto anche se ho avuto capi sbroccanti che però alla fine erano persone corrette e rispettabili ma non penso che mettere sullo stesso piano la responsabilità di guidare una grande azienda, magari che sta attraversando fasi difficili, e il condittore di uno spettacolino da villaggio Valtour sia una grande idea.

  16. DinoSani dice:

    Forse ha ragione @mauro che scrive che “i processi di Mantellini fanno veramente pietà”, e del resto la mia sensazione è che Mante tutto cerca di fare tranne che “il giudice”, anche se gli piace auto definirsi il “commentatore neutro ideale”…
    Ultimamente districarsi nei dibattiti italiani sembra spingerti inevitabilmente verso “due velocità” dove quello che è corretto da una parte non lo è da un’altra. Quindi difendiamo il personaggio volgare nel fuori onda, e troviamo ripugnanti gli atteggiamenti plateali di Donald Trump. Chiamiamo dilettanti i “politici” del M5S quando il TAR del Lazio lì blocca, e invece se lo stesso organo blocca il ministro Franceschini scopriamo improvvisamente che alcune leggi andrebbero cambiate.
    Scrivere quasi ogni giorno, pronunciarsi su tutto o comunque su molto, ci impone delle scelte frettolose. Forse Mantellini dovresti cominciare a immaginare una rubrica dal titolo “non sono più d’accordo con me stesso”, rivedendo felicemente alcune tue posizioni,tra cui, forse, anche questa meravigliosamente moralista, che trasforma pochi secondi di un fuori onda in un sicuro comportamento arrogante e volgare (hai testimonianze ulteriori che ci sfuggono? E se fosse un’eccezione?).

  17. Shylock dice:

    Mi pare che nessuno (Mantellini meno di tutti) abbia segnalato il contesto: Striscia è, da sempre, una trasmissione in cui i giullari di turno, con contorno di smorfie, risate registrate, effetti sonori e stacchetti sculettanti, lisciano il pelo al Cavaliere Mascarato e ne bastonano i nemici, o gente meno importante che merita anche di essere bastonata, ma non da dei giullari al servizio di un potente e solo quando fa audience.
    A proposito di audience: stavolta hanno usato la trasmissione per attaccare un proprio nemico diretto, visto che la trasmissione di Insinna va in onda nella stessa fascia oraria.

  18. Sophia Sanchini dice:

    Io quei programmi li non li guardo nemmeno più! E’ tutta una montatura

  19. spifferi d'aria fresca dice:

    Questi programmi televisivi insieme a tanti altri del genere sono specchietti per gli allocchi, studiate apposta per il popolo bue. Studiate anche voi che continuate a guardarli incantati, svegliatevi ed emancipatevi da tutta questa merda prêt-à-porter: aprite la vostra mente, la vostra finestra sul mondo, e godetevi la bellezza della vita.

  20. paolo d.a. dice:

    Condivido l’auspicio e mi sorprende che qualcuno qui sembra ritenere innocenti gli sfoghi emozionali delle proprie frustrazioni su colleghi e sottoposti. Atteggiamenti che imbruttiscono lo spazio mentale ed emozionale togliendo libertà e creatività.

    La gentilezza va coltivata giorno per giorno e se la ignoriamo è perché ci siamo abituati a vivere in un canile. Vista l’assoluta indisponibilità dei più a perseguire la gentilezza, ci vuole uno sforzo personale immenso per recuperarla. Esseee volgari e giudicare gli altri, e quindi contribuire alle brutture del mondo, è tanto più facile, non richiede alcuno sforzo.

  21. paolo d.a. dice:

    La morte del congiuntivo.