E per stasera direi che abbiamo "quasi" finito. Mangio un boccone e poi si torna a casa. A domani pic.twitter.com/5Ma088m4um
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 27 aprile 2017
Il pauperismo ostentato del politico che mangia un’orribile pizza da asporto perché ha cose più importanti a cui pensare è diventato ormai un canone della comunicazione grillina. È comunicazione povera, come gran parte della comunicazione 5S, talmente elementare che, come molte delle cose di Grillo, funziona forse esattamente per quello. Virginia una di noi; anche lei, come noi, mangia una pizza fredda nel cartone.
Magari non si tratta nemmeno di una strategia comunicativa (anche se quella foto messa su Twitter è fintissima), magari a Raggi, come a noi, di tanto in tanto uno schifo di pizza d’asporto piace. Noi però non lo diciamo, lei invece prova a raccontarcelo. L’intento è chiaro e duplice:
1 aggiungere umanità al personaggio pubblico. E francamente nel caso di Raggi, una politica con un grado di anaffettività molto evidente, le stanze di vita quotidiana rimandate sui media digitali davvero risultano poco credibili a prescindere.
2 marcare la distanza con gli altri, con la vecchia politica con i piedi sotto il tavolo da Fortunato al Pantheon, o anche solo con i mitici privilegi (ormai quasi tutti ex ma sempre utili) della kasta al ristorante del Senato che sbafa aragoste con 4 euro unendo per un istante la destra e la sinistra.
Poi in quella foto c’è anche altro: il racconto insistito della dedizione alla causa comune.
Qualche anno fa a Londra il cancelliere dello scacchiere postò una famosa foto di un hamburger deglutito in gran fretta mentre chiudeva i conti del Paese
Putting final touches to the speech #SR2013 pic.twitter.com/jk3FYmqVnm
— George Osborne (@George_Osborne) 25 giugno 2013
Ne nacque un caso giornalistico divertente che ora non ci interessa ma anche in quell’occasione era evidente il tentativo di autosantificare lo sforzo gigantesco del singolo per l’interesse di tutti. Chi si loda si imbroda.
La questione comunicativa per conto mio è semplice: molti politici pensano che bluffare con i social media sia facile (la famosa faccenda del cane dietro allo schermo). È invece vero il contrario. Serve una reputazione per essere considerati credibili su Twitter, serve tempo, non basterà paracadutare una pizza ad asporto di tanto in tanto. E nella comunicazione sentimentale dei politici in rete oggi in Italia credibile non lo è quasi nessuno. Lo è stato per molto tempo Matteo Renzi (oggi purtroppo assai meno). Forse il più bravo, il più spontaneo e credibile in questo momento su Twitter è diventato Enrico Letta.
W!!!!
— Enrico Letta (@EnricoLetta) 23 aprile 2017
Il fatto che Letta non sia più un parlamentare, per ciò che attiene alla costruzione di una propria reputazione sentimentale sui media digitali, non è davvero casuale.
Aprile 28th, 2017 at 19:44
L’elemento più importante del tweet è l’orario: ambedue hanno aspettato che fossero passate le 23 per postare. Che squallore.
Aprile 28th, 2017 at 22:46
Sì parla tanto di comunicazione, e poco di concretezza. http://www.romatoday.it/politica/asili-nido-roma-insegnanti-religione.html
Aprile 29th, 2017 at 11:05
come fai sbagli
Aprile 29th, 2017 at 11:23
“di tanto in tanto uno schifo di pizza d’asporto piace”
Mantellini attento, queste uscite potrebbero far partire battute sulla gente di sinistra che schifa la pizza d’asporto perché pasteggia a caviale (Cfr. gauche caviar).
Tutto il discorso mi ha fatto venire in mente Blair che dopo l’elezione, al momento del trasloco a Downing Street, fece parcheggiare il furgone a qualche metro dalla porta in modo da poter sfoggiare a favore di telecamere (non c’erano i social) l’umiltà sua e della famiglia che lo scaricavano portando a mano scatole e vestiti. Ignoro le reazioni inglesi, a memoria l’unico che in Italia fece notare il trucchetto mentre tutti lodavano il nuovo primo ministro vicino alla gente comune è stato Ferrara.
Aprile 29th, 2017 at 15:14
Spiace esser un filo autobiografici ma in questo periodo non posso nemmeno permettermi una pizza d’asporto… penso che oggi siano in tanti nelle mie stesse condizioni, milioni di persone. Quindi se fosse una strategia comunicativa sarebbe anche abbastanza stupida.
Non si capisce quindi cosa stia confabulando Massimo Mantellini, ma se riesce a guadagnare anche così improvvisandosi “sentimental marketing strategist” dev’esser di sicuro un genio o qualcos’altro
Enrico Letta è appunto l’esempio esemplare: nella stessa fondazione e think tank di Angelino Alfano. E le fondazioni sono anche e soprattutto crocevia finanziari (senza obbligo di bilancio, tutta roba per gli Ambrosoli e i Falcone). Nessuno, nessun giornalista anticensura al soldo dell’affarista di partito, poi s’è chiesto: la fondazione in che anno è stata creata? Perchè nelle strategie è anche importante sapere la tempistica delle alleanze e delle correnti finanziarie
Ma all’indomani della condanna per “Mafia Capitale” che vede coinvolto pesantemente il PD ‘a sua insaputa’ la domanda da fare a Massimo Mantellini è la seguente:
almeno quell’orribile pizza era calda??
Aprile 29th, 2017 at 22:44
Il primo a postare la pizza a Palazzo Chigi è’ stato Renzi sua facendo sapere che se la faceva recapitare, oltre a giocare con il pallone nei corridoi, e poi ha postato la cena a base di pizza con Blair e i ragazzi del suo staff, comunque anche a Palazzo Vidoni si era fermato il pony express e la stampa ne aveva parlato non pochi anni fa.
Aprile 30th, 2017 at 00:44
No dico, ma avete osservato bene il contenuto di quel cartone? Mai vista pizza così orrenda, a mio avviso è l’unica nota stonata in quella immagine digitale! Aprendo quel cartone, al posto suo, avrei certamente storto il naso e inghiottito di colpo l’acquolina, avrei mangiato “un boccone” soltanto per fiction, giusto per immortalare un momento easy della mayor life e poi, di corsa – a tutto gas – prima del rientro verso casa, avrei donato il suo contenuto agli ospiti scodinzolosi del primo canile comunale. Ma forse forse è andata proprio così…
Aprile 30th, 2017 at 11:52
e poi di corsa – a tutto gas – Prima dell’incidente.
è proprio la pizza di Renzi come ricordato da Pier Luigi.
Aprile 30th, 2017 at 12:03
non a caso ‘storytelling’ è stato coniato per il sovrano Renzi da gente che la sa lunga e pur promuovendolo ha voluto prender le distanze, un po’ come certi esplosivi di capodanno
Maggio 1st, 2017 at 22:40
W il job ACT !!!!
— Enrico Berlinguer (@EnricoBerlinguer) 1 maggio 2017
Maggio 2nd, 2017 at 21:54
Il cartone da pizza più pulito che abbia mai visto.
Hai ragione, la pizza vi è stata paracadutata, direi anzi teletrasportata stile Star Trek.