Di tutta la vastissima discussione di questi giorni sulla scissione del PD non è stato abbastanza sottolineato un dato di realtà che a me pare evidentissimo da tempo. Per oltre due anni, un numero minimo di dirigenti del PD (la cosidetta “minoranza”) si è fatta gioco di ogni decisione presa dagli organi del partito, giusta o sbagliata che fosse, schierandosi ogni volta, intenzionalmente, in aperta opposizione. Lo ha fatto in ogni luogo possibile e immaginabile, spesso al di fuori delle sedi della politica, sfruttando una rete di relazioni costruita in vent’anni di attività e sfruttando, nel tempo, anche l’odio diffuso che Renzi ha saputo attrarre su di sé specie dentro i media.
Ogni volta che il PD cercava e raggiungeva una composizione con le istanze urlate a gran voce dagli scapigliati (in genere istanze eteree e molto filosofiche, basate sui superiori interessi dei cittadini o su principi etici altrettanto assoluti) la minoranza sposava, senza imbarazzi, una posizione nuova ed opposta, raggiungendo livelli di ridicolo che in politica si vedono raramente.
Non sono in discussione le scelte politiche di Renzi e nemmeno i suoi metodi: entrambi potranno essere variamente criticati, spesso con argomenti anche per me più che convincenti. Il punto è la cattiva fede, cristallina e ripetuta di questi signori. Il loro usare le parole della politica per i propri fini personali dentro un partito solo teoricamente di tutti ma nei fatti manovrato da correnti e correntine di cinici affaristi del consenso.
Il PD, in questi giorni di tecnicalità precongressuali, ha raccontato il peggio di sé da entrambe le parti (tanto da far sospettare che tutto sommato grandi differenze fra le manovre dell’uno e dell’altro schieramento non ce ne siano) ma a me sembra evidente che il disegno della minoranza che è arrivato oggi al capolinea è stato unico e trasparente da quando Renzi ha vinto le primarie: riprendersi il partito con ogni mezzo.
Semplicemente in questi due anni e passa, i mezzi leciti della rappresentanza politica, per la sfortuna di Bersani o D’Alema, di Speranza o altri pesci perfino più piccoli, non si sono mai presentati. E alla fine, banalmente, quando il gioco si è fatto duro (cfr. quando si trattava di decidere le candidature per le prossime elezioni) se ne sono dovuti andare. Vista da qui molto meglio così. Ora Renzi potrà sbagliare da professionista e senza più alibi.
Febbraio 22nd, 2017 at 08:23
Secondo me l’accelerazione di tutto questo l’hanno data le varie sentenze della Consulta (e la prorompente esplosione del 5 stelle) che hanno di fatto riportato le lancette dell’orologio alla Prima Repubblica e al proporzionale. Si è esaurita la “pulsione maggioritaria” e quindi creare un ampio campo di consenso nell’area progressista e nell’area conservatrice non ha più senso. Il centrodestra si è già balcanizzato da tempo a causa della pertinacia con cui il suo anziano e logoro leader tiene salde a se le redini. Tiene le redini ma non si sono più cavalli. A sinistra gli eredi delle tradizioni PCI e DC che hanno convissuto malvolentieri dentro lo stesso contenitore per cercare di avere massa critica elettorale contro la corazzata FI e PDL ora che si torna al proporzionale rivogliono il proprio pezzettino di orticello da curare da soli, con tutto quel che comporta. Rutelli fu il primo che abbandonò il carro quando vinse le primarie Bersani.
Arriveremo ad avere un Parlamento iper frammentato con solo il 5 Stelle con una consistente pattuglia di deputati ma, vista l’idiosincrasia per qualunque alleanza, la fattiva impossibilità di formare un Governo.
Ovvero esattamente l’opposto di quel che ci servierebbe per mettere in pista un incisivo piano di riforme. Un governo di legislatura, una maggioranza solida e coesa, un leader legittimato e un po’ di coraggio.
Febbraio 22nd, 2017 at 09:00
Scusa Max, mi sembra che cadi nell’errore del “non mi lasciano governare”. È una visione tutta italiana che la minoranza di un partito – e anche l’opposizione – debba stare zitta e buona. Al contrario mi aspetto che siano critiche dell’operato di chi ha il potere. Poi, se chi dirige non è capace di raggiungere gli obbiettivi che si è posto, allora deve valutare criticamente le ragioni dell’induccesso, non gridare al complotto della minoranza. Stai dando a Bersani, D’Alema e Fassina più rilevanza di quanta ne abbiano in realtà.
Febbraio 22nd, 2017 at 11:20
Giuliano hai ragione in generale, la minoranza interna può dissentire dalla linea del segretario altrimenti torniamo al “centralismo democratico”, ma l’assurdo è arrivare a non votare la fiducia al proprio governo.
A quel punto non è più dissenso, te ne vai proprio.
Febbraio 22nd, 2017 at 13:01
E’ il segretario del Pd, ha governato per tre anni, facendo fuori malamente uno dei suoi (Letta) e non andando ad elezione ma formando il governo con Alfano prima e accettando l’appoggio di Verdini poi, ha perso malamente (e prevedibilmente) un referendum su cui ha deciso inspiegabilmente di puntare tutto.
E la colpa sarebbe della minoranza Pd? Di Bersani D’alema e Speranza (no dico Speranza, una barzelletta)?
Mantellini ma fai sul serio?
Febbraio 22nd, 2017 at 13:20
“anche l’odio diffuso che Renzi ha saputo attrarre su di sé”
senza il quale la minoranza del pd avrebbe avuto seguito zero.
Febbraio 22nd, 2017 at 16:24
Credo che sia un problema al limite dell’antropologico. Ai tempi della fusione fredda tra ex comunisti e popolari, passò l’idea che il nuovo soggetto dovesse comunque essere guidato da chi proveniva dalla pura e immacolata tradizione della sx ex PCI/PDS/DS. Renzi invece appartiene alla corrente popolare e perciò è vissuto dall’ala sinistra come un usurpatore, uno che esercita il ruolo di segretario senza averne i titoli e senza il giusto DNA.
Febbraio 23rd, 2017 at 07:45
aaaah finalmente l’outing
ci si scorda che il casino in cui e’ il PD ora e’ tutta opera di renzi e del suo referendum
e della sua legge elettorale
ci si scorda di queste cose sempre quando fa comodo
poi sulla minoranza pd non mi esprimo nemmeno, sono dei perdenti nati, ma un conto e’ perdere onestamente un altro vincere malamente come fa renzi
tutto sommato un pd distrutto mi fa piacere sia chiaro
Febbraio 23rd, 2017 at 12:17
Quindi la cosiddetta minoranza è in realtà, in un rapporto di forza, l’ortodossia euro
Febbraio 23rd, 2017 at 12:19
segue da commento precedente in moderazione