Nel 2006 ero ospite di un noto istituto di sondaggi italiano durante le giornate delle elezioni politiche. Fu un’esperienza molto interessante. Quando cominciarono ad arrivare i primi risultati Massimo D’Alema, che era costantemente intervistato da tutte le televisioni, iniziò a dichiarare a tutti, con quella sua espressione fra il serio ed il faceto – diciamo, che lui i primi numeri (o addirittura le intenzioni di voto, non ricordo) non li guardava proprio e che rimandava al giorno successivo qualsiasi valutazione. Poi, nell’intervallo fra una intervista e l’altra nelle quali sfoggiava la sua superiorità rispetto a simili plebee curiosità, telefonava al suo uomo, seduto proprio accanto a me (che a quei tempi era Gianni Cuperlo) chiedendo ogni 5 minuti aggiornamenti sui dati disponibili.

6 commenti a “Una cosa su D’Alema”

  1. Andrea dice:

    Che scoop!

  2. Giacomo dice:

    La capacità minima necessaria per riuscire in politica, e dovunque tu dipenda dalla tua immagine pubblica.

  3. Lele dice:

    @ mante

    Ma perché lo racconti adesso?

  4. .mau. dice:

    Oggettivamente non ci vedo nulla di strano. Ti devi preparare, e quindi devi avere i dati tutti pronti (compresa la parte sul trend dei risultati parziali, che in Italia sappiamo essere importante), quindi in privato te li fai dire al volo; in pubblico invece taci.
    Al limite lo scoop è che Minimo riusciva a non parlare in pubblico prima di avere dati validi :-)

  5. Paolo dice:

    è una polemica inutile se consideriamo che i cosiddetti ‘dalemiani’ hanno votato tutte le leggi del governo Renzi, così anche Bersani

    vedo quindi una volontà abbastanza insana di occupare mediaticamente sia una linea politica e sia quella contraria, se sei d’accordo vota Democrazia delle Libertà, ma se non sei d’accordo allora vota Democrazia delle Libertà, e questo andazzo viene spacciato per pluralismo e democrazia. E’ una degenerazione di una posizione mediatica dominante, non c’è altro da dire

  6. Michele dice:

    Sconvolto :D