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La cronaca locale dice che va bene la forma ma il provvedimento “stride un po’“. Un’anziana signora multata in autobus perché non aveva vidimato il biglietto. Il giornale locale si occupa del caso per poter dar voce ai parenti della multata che non contestano la multa (ci mancherebbe) ma vogliono dire la loro.


La sanzione fa sbottare il nipote dell’anziana: “Noi siamo coscienti che il controllore abbia fatto il suo lavoro e lo rispettiamo, ma un po’ di umanità signori miei… In più vogliamo sottolineare che in molte città italiane e non il trasporto dopo i 65-70 anni è gratuito. Questa fiscalità sembra accanirsi solamente con le persone più deboli, quando migliaia di persone non pagano il biglietto da anni. O che se multati stracciano la multa dato che sono nullatenenti e non rischiano niente”.



Ecco, l’umanità. L’umanità è il punto. L’umanità che prevale sulle regole. E insieme a lei anche un po’ gli altri. Gli altri, altro grande cavallo benaltrista: “E gli altri allora?”. Gli altri, quelli di cui ci si dovrebbe occupare invece che guardare sempre noi.

È un paese così:

di forsennati sfanalatori che allertano gli altri automobilisti sulla presenza dela pattuglia della Polizia che potrebbe multarli.

di gente che inciampa sul marciapiede mentre guarda il cellulare e si precipita a far causa al Comune.

di grandi sostenitori dell’umanità, che auspicano rigidità per gli altri e elasticità per sé.

È un paese così, che si guarda allo specchio senza imbarazzo e che nemmeno sospetta di essere quello che è. Isolato e ridicolo senza alcuna possibilità di redenzione.

26 commenti a “Rigidità italiane”

  1. Roberto Re dice:

    nella mia wish list di cittadino milanese c’e’ una app integrata che consenta ai cittadini di utilizzare gli smartphone per segnalare in modo efficace al comune oltre che cacciare pokemon. Ovviamente ho già inviato questo mio desiderio al comune di MIlano.

  2. Fabrizio Arosio dice:

    Dai un occhio http://www.decorourbano.it

  3. dmitri dice:

    A quale età chiedere il pagamento del biglietto diventa accanimento?

  4. dario dice:

    @dmitri
    Un anno in meno della propria…

  5. Emanuele dice:

    Per questo sono preferibili i biglietti col giorno segnato.

    Hai il biglietto del giorno giusto ma non timbrato? Lo timbra il controllore e basta.

    Non hai il biglietto o hai un biglietto con data sbagliata? Multa.

  6. Paolo dice:

    Eravamo in svizzera, alla stazione, avevano parcheggiato proprio davanti all’ingresso per scaricare i bagagli e salutarci. Si può fare, ma solo per qualche minuto. No , troppo generico: in quella stazione si può fare per 5 minuti esatti.
    Ad un certo punto arriva un vigile, e guardando due volte l’orologio comincia a scrivere su un blocchetto e in modo garbatissimo ci dice, in francese: “Avete superato i 5 minuti, mi spiace ma sono le regole” E ci consegna la multa (cara) Qualcuno trattiene a stento la rabbia, ma comunque nessuno reagisce.
    Ripensandoci adesso, dopo anni: ho apprezzato la garbatezza e l’umanità. Il vigile si è addirittura scusato più volte, mi spiace, veramente, mi spiace ma sono le regole. Con estrema gentilezza. Era tranquillo nessun sorriso di circostanza o tono rivendicativo, nessuna forzatura. Zero.
    La perfezione quasi teatrale (anche se il biglietto per lo spettacolo era un po’ caro), e pensate in quell’ora davanti alla stazione non c’era nessuno, solo la nostra auto, deserto. E’ stata un’esperienza incredibile, estraniante

    Forse in altri tempi, e penso a mio nonno, c’era anche un forte senso dell’onore, che a volte a me appariva disumano.
    Umanità può voler dire tante cose, anche cattiveria e tutti gli accidenti umani, ma forse è prima di tutto il rispetto della condizione altrui e anche la percezione di un contratto sociale che costringe ad alcuni doveri ma offre anche delle garanzie e una base sicura

  7. stefano dice:

    Oggi un’insegnante si lamenta sul FQ del suo ricollocamento a molti km di distanza (madre, etc etc). Dopo la tirata contro il malefico algoritmo, il governo e il ministro e dichiarando guerra tramite i sindacati conclude ‘oggi mi sono messa in malattia poi…’.

    Non c’è speranza. Nessuna.

  8. annamaria dice:

    Qui la lettera scritta dall’insegnante in questione, per chi voglia approfondire.
    http://www.beppegrillo.it/2016/09/la_buona_sola_di_renzie_devasta_i_docenti.html

    Qui invece si racconta quanto-del tutto casualmente- è accaduto alla signora Renzi.
    http://www.ilmattinodifoggia.it/news/politica/27521/dal-sud-esodo-di-docenti-la-moglie-di-renzi-assunta-per-chiamata-diretta-a-due-passi-da-casa.html.
    Per chi voglia approfondire.

  9. andrea61 dice:

    La scuola toscana ha sbagliato: anziché dare la cattedra vacante alla moglie di Renzi, dovevano farsi assegnate uno delle
    migliai di docenti che al trasferimento hanno opposto un certificato medico lasciando la cattedra vuota. Piuttosto vorrei che spiegassi come mai ti scandalizzi pet la moglie di Renzi, insegnante da anni, mentre non hai nulla da dire sulla moglie di De Magistris che ha avuto la cattedra praticamente senza anzianità di servizio…miracolo di San Gennaro !

  10. dmitri dice:

    @annamaria: non resta che convincere i bambini a spostarsi nella città dell’insegnante loro assegnato.

  11. alessandro dice:

    aaah sempre guardare gli altri paesi quando fa comodo eh :D

    https://tfl.gov.uk/fares-and-payments/adult-discounts-and-concessions/60-london-oyster

  12. Roberto Re dice:

    Fabrizio Arosi , grazie. Io sono registrato su decoro urbano, il comune di Milano non lo è e ho già segnalato la cosa. Io sono convinto dell’importanza della partecipazione dei cittadini dal basso se si vuole che le cose funzionino davvero. Ma per partecipare , anche segnalando in forma non anonima, devono avere degli strumenti adatti. #buonagiornata :)

  13. Michele dice:

    @Mante: i “forsennati sfanalatori” ci sono anche fuori dall’Italia; io ne ho visti parecchi sia in Francia che in Germania. Provate a vivere qualche anno fuori dall’Italia, vedrete come vi passa in fretta l’esterofilia…

  14. Paolo dice:

    son d’accordo, spesso l’esterofilia unita all’autorazzismo è retorica e tossica, bisognerebbe superare il dualismo infantile: l’estero va bene per alcune cose, per altre no certamente, ma per altre va bene. L’intelligenza non è in vendita al mercato. Si tratta di ripristinare un circolo virtuoso, ma in modo razionale, non propagandistico.

    Le regole possono anche essere ingiuste e possono essere cambiate ma solo in modo condiviso

    https://twitter.com/lmcastaldi/status/775039674217881600

    1) credo proprio che quel ‘restiamo umani’ abbia un senso evoluzionista, o forse ‘diventiamo umani’ (ma in realtà lo siamo stati da bambini quindi è giusto ‘restiamo’). In sostanza, potrei parlare e scrivere per distruggerti, come fanno i maggiori quotidiani e tv, da una posizione dominante, o posso scrivere una critica analitica mantenendo però il senso d’umanità e avendo la consapevolezza che la situazione umana è in evoluzione e non è predeterminata e statica, quindi antiscientifica.

    2) Quel tempo verbale è sbagliato, un errore che costa caro perchè vanifica il messaggio, e forse il senso di vergogna ha costretto a riprendere in mano il libro. Non si possono ignorare queste dinamiche umane, e chi lo fa comunque sa con inquietudine che prima o poi ne subirà le conseguenze, e forse in modo più spietato, accettando una concezione del mondo fondata su pessimismo e paura

  15. Giancarlo dice:

    Stra-quoto STefano qui sopra: non c’è _assolutamente alcuna speranza_.

  16. Roberto Re dice:

    Dimenticavo , grazie anche a Pietro Del Bufalo che mi ha segnalato su twitter l’app che utilizzano a Faenza per comunicare col loro Comune.

  17. Michele dice:

    il problema è dei giornali e blog che non filtrano più le notizie.

    Questa non è una notizia, è una minchiata acchiappa-click

  18. Nick dice:

    Soprattutto un paese pieno di persone che ci tengono a sottolineare come queste cose succedano da noi e da noi soltanto, quando basterebbe mettere un po’ il becco fuori dalla porta di casa per vedere come questi atteggiamenti sono comunissimi e diffusissimi anche all’estero.

    L’unica vera caratteristica che contraddistingue sempre più italiani, spesso italiani che tendono a dissociarsi da altri italiani in quanto meno italiani di tanti altri *italiani*, è sempre quella cosa lì: l’esterofilia. Per il resto che dire: tanti sbadigli.

    p.s. prima di postare il commento, ma dopo averlo scritto, noto che anche altri l’hanno fatto notare.

  19. Umberto dice:

    Certo è così, è l’esterofilia che ci rende ridicoli rispetto ad altri paesi, siamo sempre lì a piangere sul nostro “essere” qualcosa di negativo rispetto ad altri e non ci rendiamo conto che si tratta di atteggiamenti universali. Tra l’altro chi può dire in coscienza di essere così perfetto da esserne immune? (altro tratto distintivo dell’italiano medio è l’ipocrisia infatti)

  20. massimo mantellini dice:

    @Nick io all’estero – dove metto il becco molto spesso – simili atteggiamenti di disinteresse per il bene comune non li vedo. Fine della storia.

  21. Paolo dice:

    Le cose potrebbero cominciare a migliorare se intanto la finiste di parlare dell’Italia osservandola dall’alto come cosse un cadavere all’obitorio, dimenticandosi allo stesso tempo di farne parte e cominciaste ad avere un po’ di orgoglio.

  22. neill dice:

    Ho scoperto questo blog grazie a IlPost. Devo ringraziare Mantellini per quello che scrive che mi trova quasi sempre, al 95% direi, d’accordo. Non ho intenzione di paragonarmi a lui, ma molte cose ci accomunano, soprattutto a livello di età, di informatica, di conoscenza del mondo esterno (non esterofilia, conoscenza) e di cultura (vedo che leggi il grande Franzen).
    La sorpresa sono come sempre i commenti al blog, tra cui il mio inutile commento ora; ma che qualcuno ritenga “universali” le maleducazioni e l’ignoranza tutte italiane, fa capire davvero quanto siamo indietro nel nostro Occidente. Complimenti al Mante allora, tieni duro!

  23. Damiano dice:

    Questo è il Mante che amo.

  24. Bic Indolor dice:

    @paolo: scusa ma io tutta sta gentilezza da parte del vigile in questione non la vedo, se non di facciata. Quel solerte tutore dell’elvetico ordine pubblico avrebbe potuto semplicemente far notare che c’è un tempo limite per la sosta di carico e scarico (peratro cinque minuti son più che sufficienti per sbarcare i bagagli, anche con un’auto stracarica – esperienza personale, e per salutarsi c’è stato tutto il tempo del viaggio alla stazione), e quindi invitarvi a liberare la piazzola e portare l’auto al parcheggio. Non era necessaria la multa dato che non avete né abbandonato l’auto lì, né (presumo) avete insistito per sostare oltre il tempo consentito.
    Facendo un po’ l’avvocato del diavolo, ho come l’impressione che quel vigile vi ha multati proprio perché non eravate svizzeri (anzi peggio, perché siete italiani), con un connazionale avrebbe tenuto un comportamento più eleastico.

  25. Paolo dice:

    ‘ignoranza tutta italiana’? Ci sono dei problemi, concordo, ma perseverare nella generalizzazione è diabolico, e nel buttare sempre via l’acqua sporca col bambino diventa spesso un peloso autorazzismo, una strumentalizzazione

    Quale progetto politico? Quale futuro con ‘senza nessuna possibilità di redenzione’? Son d’accordo anche con @Paolo settembre 14th, 2016 at 13:08

    un appunto: nel nostro Occidente le maleducazioni vengono soppesate e condannate in un modo molto diverso e in modo proporzionale al potere pubblico e carica ricoperta. Non sono tutti uguali: il sindaco di Milano non vale quanto l’anziana di Forlì.
    Il netturbino di monaco che ha copiato una tesi non perde il lavoro, ma un ministro che copia una tesi invece si, si dimette con grande vergogna

    Spesso in Italia la condanna del popolo serve a giustificare le malefatte del potente, così fan tutti, è una lamentazione retorica, considerando i rapporti di forza come: uno vale uno, poichè si dice: il rappresentante rappresenta esattamente l’elettore

    eh no! nell’altro Occidente il rappresentante ha più responsabilità e quindi paga di più, viene colpito di più e con un preciso intento sociale ed educativo, e quindi vale per il potente, deve valere poi anche per tutti gli altri

  26. Paolo dice:

    (ultimo commento di quest’anno, poi stacco fino all’anno prossimo)

    Uno dei più grandi paracadutisti italiani, altoatesino
    “in Italy the philosopy is you have to work hard all the life. you have to build your house”
    https://www.youtube.com/watch?v=WrhOa2c0-N8
    (e meraviglioso il fatto che un altoatesino si senta prima di tutto italiano, di questi tempi)

    Nel 1946 c’erano macerie, 2 milioni di disoccupati e un’ignoranza diffusa, i padri costituenti avrebbero potuto dire: non c’è possibilità di redenzione. Invece hanno scritto un pensiero d’amore consapevoli che l’idealismo sarebbe diventato la politica di domani

    E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

    e difatti, nonostante tutto, c’è stato un netto miglioramento. Avevano ragione loro, la ragione della passione.

    e poi c’era un’altra ragione: è possibile uno sviluppo repubblicano democratico e non di tipo fascista?

    “Ai tempi fecero scandalo, nel provinciale antifascismo nostrano, alcune riflessioni di Diggins sulla generale simpatia mostrata in America per l’avvento al potere di Mussolini, in virtù della sua politica sociale e, soprattutto, in virtù del suo rivoluzionario disegno antropologico di mutare gli Italiani da turba di straccioni emigranti, facili al coltello e al crimine – di cui negli USA si aveva sin dall’Ottocento una sprezzante opinione, venata di non secondarie inflessioni razziste – finalmente in un popolo serio, moderno e disciplinato.”
    http://www.centrostudilaruna.it/il-fascismo-in-america.html

    i lavoratori italiani hanno lavorato duro in tutto l’Occidente e spesso sono stati schiavizzati, ed è anche una condizione mentale oltre che fisica, una condizione non del tutto superata, non mi sembra giusto oggi condannarli a morte. Diamo il giusto peso alle parole.