Per molti anni, nel secolo scorso, dalla scoperta dei raggi X in avanti, le relazioni fra diagnostica per immagini e malattie sono state spiegate in termini di “macchie”. Il signor Mario? Gli avevano trovato una macchia in un polmone, poi gli hanno trovato delle macchie nel fegato, infine è morto. La unica ulteriore specificazione riguardava la dimensioni della macchia. Così i radiologi nei loro referti scrivevano poeticamente che la macchia era “delle dimensioni di un mandarino”, “moriforme”, “grande come una noce”, delle “dimensioni di un melone”.
Da qualche decennio a questa parte la faccenda delle macchie è diventata più complicata fondamentalmente per due ragioni: perché a seconda della metodica di imaging le macchie sono diventate di molti colori diversi (nella diagnostica TC e RM tipicamente la stessa “macchia”, a seconda della sequenza è prima chiara poi scura, poi non c’è, poi compare) e soprattutto perché molte patologie (oggi la grandissima maggioranza) si diagnosticano senza riferimenti alla presenza o meno di una macchia che è un reperto bidimensionale adeguato ai tempi della fotografia.
Così quando il Quotidiano Nazionale nel 2015 sceglie di descrivere il presunto tumore al cervello del Papa con l’espressione:
“una piccola macchia scura nel cervello”
è come se abdicasse ad una idea minima di contemporaneità e si adeguasse ad un linguaggio dei tempi di Röntgen.
Mentre il giornale rende un cattivo servizio divulgativo ai suoi lettori, resta da capire se descrivere una malattia in termini di macchia vada letto come un (vistoso) limite culturale di chi scrive o invece come una raffinata strategia divulgativa verso i propri residui lettori ultraottantenni.
Ottobre 21st, 2015 at 16:42
Come se descrivessi il mio smartphone come “apparecchio radioemettitore”.
Certo che lo è, ma non spiega nulla: potrei riferirmi a una tv, uno stereo o perfino ad un forno, emettono tutti onde radio.
Ottobre 22nd, 2015 at 01:01
Che spocchia!1! Luciano Onder, stasera sul TG5, ha spiegato tutto, ci ha detto la verita’!11!!!
P.S.: Credi che noi, con programmi come Quarto Grado, si stia meglio?
Ottobre 22nd, 2015 at 07:29
Magari il problema è che lo scoop risale a un paio di papi fa, spiegherebbe il fatto che la notizia sia stata negata, e il gergo arcaico.