Il tema delle vaccinazioni è un tema complesso e come tale mal si presterebbe a semplificazioni o a discese in campo da parte di chiunque. E nella lotta nel fango in corso in Italia da un po’ di tempo sull’argomento, come al solito, non è detto che siano i migliori a prevalere. Date una occhiata per esempio a questo post di Unicef su FB ed ai suoi commenti per capirci.

Ma al di là di tutto la discussione sui vaccini fa parte di un tema più generale che è quello della corrosione del rapporto fiduciario fra i cittadini e le loro istituzioni. Dentro l’enorme calderone del complottisimo (in rete e fuori) scompaiono i punti di riferimento. Nessuno si fida più di nessuno. Alle competenze altrui tendiamo a preferire le sensazioni nostre. Gli argomenti della controparte ci sembrano sempre dopati o parziali, il relativismo etico è la regola sia nelle relazioni professionali che in quelle politiche. Il risultato di un simile clima sociale è una vasta perdita di riferimenti. La sanità diventa malasanità fino a prova contraria, i politici quando va bene sono bugiardi, quando va meno bene sono corrotti, gli amministratori incapaci (meglio se selezionati dentro i soliti rapporti amicali). Per il complottista-tipo i poteri forti sono ovunque e lo insidiano da tutti i lati: ogni decisione presa è figlia di una contrattazione sotterranea che sfugge al loro controllo.

La logica operativa del “io non mi faccio fregare” è puerile ma ogni giorno rafforzata da informazioni utili ad alimentare la nostra confusione. Molte di queste informazioni, per complicare ulteriormente le menti elementari, sono verosimili se non addirittura vere (lo sono talmente tanto che in Italia è fiorita in questi anni una forma di giornalismo cinico basato sull’enunciazione di una serie di informazioni vere con contemporanea intenzionale censura su quelle di segno opposto) mentre il racconto della normalità del bene è ormai del tutto accantonato: non interessa nessuno, non attira lettori (se non nella sua variate struggente del neonato accudito dalla lupa) e quando viene praticato accade nella logica deprimente del marketing aziendale.

In questo Paese scoppietta in continuazione il motore dell’indignazione per il complotto continuamente ordito da qualcuno alle nostre spalle. Lo scoop fenomenale delle Torri Gemelle fatte esplodere dall’interno (guarda il filmato!) ha sempre il suo fascino estetico a oltre 10 anni di distanza e può essere riproposta all’infinito con la certezza di raccogliere ogni volta un pubblico attento di nuovi cittadini che hanno deciso – anche loro e finalmente- di non farsi fregare. Dai poteri forti, da big pharma, dai medici, dai notai, dai commercialisti, da Matteo Renzi, dagli idraulici, da Trenitalia, dai tassisti, dal sindaco, da quelli di destra, da quelli di sinistra, da quelli di centro, dalle banche, dalle assicurazioni, dagli ambientalisti, dagli inquinatori delle falde, da quelli che ci stanno sopra, da quelli che ci stanno sotto.

9 commenti a “Vaccini: io non mi faccio fregare”

  1. Stefano Quintarelli dice:

    …dai blogger…

  2. stefano dice:

    @Mante
    si stupisce di cosa può fare l’informazione senza cultura? Siamo nell’era della prima, la seconda è probabilmente un po’ messa meglio che nell’800, ma ancora qualche decina di gradini sotto.
    Tempo fa stavo a una cena con amici e amici di amici. Uno di questi ultimi, che credo lavorasse in magazzino visto che continuava a nominare un muletto, fuori a fumare si lamentava delle vaccinazioni, aveva chiesto alla pediatra i dettagli e quella gli aveva detto ‘il solito’ rifilandogli il bugiardino.
    Bugiardino che lui contestava perchè voleva ‘vederci chiaro’. ‘Vederci chiaro’??? E che cazzo di basi di immunologia, di chimica e di biologia molecolare puoi avere per capirci qualcosa? E stavi ancora alla prima boccia di lambrusco, cazzo.
    La mia conoscenza medica è un intorno di zero, so solo come funziona il metodo scientifico e mi attengo a quello. Ergo, Vannoni è un ciarlatano pure per me che non so distinguere delle cellule mesenchimali da una salamella grigliata.
    Se manco sai come funzionano le scienze (pure quelle umane) in generale, e per te le leggi del mondo discendono da ‘ieri sono caduto, quindi la gravità esiste’ ‘mio cugino non s’è mai vaccinato ed è vivo con una salute di ferro’ ‘ho visto un video in cui si fa notare che nelle due torri non è morto nessun mongolo quindi è un complotto degli eredi di Tamerlano per dominare il mondo’ c’è poco da fare.
    Hai il cervello sviluppato come quello di un bambino, che deriva tutta la sua cultura dall’esperienza personale, incapace di astrarre. E alla prima cosa che non ti torna, visto che alla fine della fiera manco la fisica è deterministica, spieghi il tutto con un bel complotto.

    PS
    non concordo sul “In questo Paese scoppietta in continuazione il motore dell’indignazione per il complotto”, sull’indignazione ok, siamo medaglia d’oro alle olimpiadi da trent’anni almeno, ma sul complotto posso dire che è un fenomeno globale. I coglionazzi delle scie chimiche sono nati negli USA, gli antivaccinisti sempre nel mondo anglosassone. Sull’11/09 ogni gruppo etnico, religioso o sociale sul pianeta ha la sua spiegazione.

  3. david dice:

    Io credo che nel complottismo ci sia una violenta componente reattiva rispetto all’imperante marketing dell’ottimismo, (altrettanto ridicolo e delirante, per il vero, sopratutto nelle istituzioni), più che “non mi faccio fregare” mi sembra “perchè dovrei crederci, è solo pubblicità”.

  4. Guido Gonzato dice:

    Ho iniziato a frequentare Internet nel 1992, in ambiente universitario. Le possibilità che il nuovo mezzo prometteva di offrire erano immense, come poi è effettivamente successo.

    Che però lo stesso mezzo diventasse, di fatto, uno strumento di ineguagliabile potenza per consentire alle teste di c. di diffondere i loro deliri, proprio non l’avrei creduto.

  5. rico dice:

    Cito la “forma di giornalismo cinico basato sull’enunciazione di una serie di informazioni vere con contemporanea intenzionale censura su quelle di segno opposto”, nel metodo scientifico ha il breve nome di “cherry picking”, cioè pescare le ciliege (i fatti) che ci piacciono e non le altre.
    Quindi si cita il povero bimbo morto di allergia al vaccino o diventato autistico per supposta correlazione, ma non si citano le migliaia di bimbi vivi e in salute grazie al vaccino.
    E grazie al caxxo, aggiungo io.

  6. Giovanni dice:

    Il fenomeno a cui assistiamo ovviamente non è nuovo. Anzi, vi è una vasta letteratura sulla tendenza dell’uomo a comportamenti irrazionali, quelli “nonostante l’evidenza”. Credo che il discorso di Mantellini possa essere esteso, sostenendo che di fatto la percentuale di individui suscettibili a tali comportamenti sia sostanzialmente la stessa da sempre, ma che oggi costoro trovano in rete molte più informazioni a sostegno delle loro tesi; è, in qualche modo, più facile soddisfare il bisogno di credere a qualcosa, nonostante questo qualcosa non abbia supporto scientifico. Se avete provato a discutere con gli “oltranzisti” di vaccini lo saprete: non importa quante evidenze si portino a favore della necessità di vaccinarsi, ci sarà sempre una resistenza a crederci, perchè cambiare idea è molto costoso in termini emotivi. Vi invito a cercare gli studi di sociologia (non ricordo dove, forse l’ho letto su Vox) che dimostrano come praticamente nessuno cambia idea in base alle evidenze, anche se propugnate in tv da esperti.

  7. Corrado dice:

    C’è anche un problema relativo all’istruzione italiana: persone anche di cultura medio alta non hanno la minimizza idea in cosa consista il metodo scientifico, questo crea mostri e discussioni infinite…

  8. Alonso Chisciano dice:

    È il mercato, baby.

    Se non ci fossero complottismi & panzane & cazzeggio, come farebbero Facebook, Google e similari a far soldi?

  9. Captivo dice:

    Il commento di Alonso Chisciano mi pare chiuda in modo perfetto il cerchio: la ragione dei complottismi è da attribuire a un complotto.