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Scrivere stupidaggini sui social network è inevitabile e non è una tragedia. Succede a tutti, prima o poi. È una delle feature della comunicazione istantanea. Twitter in questo è fenomenale, consente di farsi una reputazione negativa nel giro di pochi secondi. Questioni di interfaccia, di sintesi e di riduzione del tempo intercorso fra il pensiero e la sua pubblicazione. Passare da emerito sconosciuto a grosso coglione – come direbbe Arbasino – è questione di un tweet.

Gli aspetti positivi dello scrivere (con moderazione) stupidaggini su Internet sono in genere misconosciuti ma esistono e sono anche importanti. Riguardano la nostra capacità di osservarci attraverso gli occhi degli altri. I quali altri saranno ben contenti – ventiquattro ore su ventiquattro – di sottolineare con puntiglio i nostri errori. Questo accadrà un numero talmente alto di volte che alla fine il povero foglio sotto la penna blu di torme di maestrini ne uscirà completamente stracciato.

In ogni caso, una volta realizzata la vastità e l’acredine delle reazioni scatenate, se saremo abbastanza umili da trarne una lezione, la nostra stupidaggine scritta su Internet ci aiuterà a crescere come mai ci era capitato in passato.

Scrivere stupidaggini su Internet attiene inoltre, e molto, al nostro grado di continenza. Agli impulsivi e agli appassionati capiterà più spesso, agli algidi calcolatori non capiterà quasi mai. Così io tendo a diffidare di chi non scrive almeno una sciocchezza ogni tanto su Internet. Lo ammiro, perché so quanto sia fastidioso trovarsi sotto il fuoco degli “Stupido! Stupido!” ma mi fa lo stesso un po’ paura.

Anche la cascata di effetti negativi scatenati da una stupidaggine scritta in rete è interessante. Materializza una quota di commentatori rumorosi il cui numero è proporzionale alla fama di chi ha appena vergato la boiata. Non servono bersagli grossissimi, non c’è bisogno che Matteo Renzi twitti una a senz’acca, basta molto meno. È sufficiente un centravanti di serie B, una starlette di Rete4, un politico di terz’ordine per creare un fitto passaparola sui social network ed una marea montante di commenti sarcastici.

Questi commenti e queste sottolineature sono una goccia nel mare ma a loro volta catalizzano ulteriori effetti. Il primo è quello imitativo. Se cento persone ti stanno dando dello stupido puoi stare certo che a minuti ne arriveranno altri cento. È la versione contemporanea del “carro del vincitore”, non ci possiamo fare niente, è imbarazzante ma lo è perché noi commentatori (io per primo, mi è capitato spesso) siamo oggettivamente imbarazzanti.

Il secondo è quello mediatico. Le stupidaggini che un politico o una persona nota scrive in rete non contano nulla o quasi in termini di reputazione reale (se così non fosse Maurizio Gasparri sarebbe stato accompagnato già da tempo ad un precoce pensionamento in uno chalet sui Carpazi) ma contano moltissimo, in maniera quasi sciagurata, nella composizione dell’agenda dei media.

Sono teatro, episodio folcloristico, riempitivo con gustosa polemica di cortissimo respiro. Le stupidaggini scritte su Twitter o su Facebook diventano oggi sui media boxino morboso, piccolo grilletto per una fugace indignazione o per piccole curiosità. Istigano un giudizio superficiale su persone spesso normali che hanno scritto una stupidaggine su Twitter e magari nemmeno hanno saputo trovare la maniera per rimediarla. Spesso è complicato, altre volte è proprio impossibile.

Facendo questo, suonando questa grancassa da quattro soldi, i media disinnescano senza volerlo l’effetto positivo che le relazioni paritarie in rete creano fra le persone quando esse sono in grado di confrontarsi in maniera equilibrata. Si fanno terzo incomodo (stavo per scrivere “si fanno Fatto Quotidiano”), polarizzano i punti di vista e accentuano le tensioni, ottenendo effetti che alla fine sono perfino più stupidi delle nostre stupidaggini.

10 commenti a “Una stupida umanità”

  1. Pier Luigi Tolardo dice:

    Diciamo che è facile dire cazzate: io una volta sono stato bannato da Daniele Sensi su Fb perchè ho scritto che le polizia dovrebbe far passare a botte la voglia a certe persone di mettere sulla strada i ragazzini a rubare. E’ una frase inqualificabile, fascista, sbagliata legalmente e moralmente, forse è perfino istigazione ai militari a disobbedire alle leggi..Poi ho chiesto scusa, immediatamente u post dopo, ho ammesso che la Polizia e i Carabinieri non devono mai picchiare nessuno, per nessun motivo, nemmeno chi corrompe i minori. La scelta di bannarmi, giustificata, è stata presa bene da alcune persone, in un’altra bacheca sarei stato giudicato un eroe o un pappamolle perchè non ho detto chiaramente che i corruttori dei giovani vanno picchiati a morte. Perchè l’ho detto, non lo so..Altre volte ho usato toni forti e non ne sono pentito anche se la mia opinione nella mailing list risultava del tutto minoritaria e vilipesa volgarmente e gratuitamente, anzi più ero colpito più ne ero fiero. Certo il tweet è anche più un modo di petto, di prendere le cose e il mondo, forse andrebbe evitato l’uso, per scelta e non per legge, da chi ricopre incarichi istituzionali e di governo se non per info di servizio. Ma In Italia chi è al governo vuole fare anche politica di partito e così è,….allora deve accettare tutte le esasperazioni che normalmente accadono nelle scuole, nelle piazzee nei Festival vari, a base di fischi, insulti, pernacchie, perchè la vita è questa on line e offline , era cosi’ anche prima di Fb e Twitter, per cui Renzi fece un giornalino in cui consigliava la verginità prematrimoniale e D’Alema gettò una molotov alla Bussola ed è agli atti anche senza la Rete grazie ai media.

  2. Andrea61 dice:

    Io credo che tutto ruoti intormo alla umana incontinenza verbale. Con gli anni uno impara sempre a contare fino a dieci prima di esprimere un’opinione forte che magari viene dalla pancia perchè nove volte su dieci è roba di cui pentirsi, dopo. Per Tweeter e FB questa maturazione non è ancora naturale o forse, l’incapacità di trattaenere i liquami verbali è il tratto caratterisrico di certi personaggi.
    Il problema vero però non è qualche Tweet idiota del Barraciu o del Gasparri di turno ma di come insocila network siano un’incredibile arma in mano a personaggetti come Salvini o Meloni che spargono con immenso seguito balle e odio come fosse letame su un campo appena seminato.

  3. Matteo Z dice:

    mante non hai postato lo screenshot completo, quello in cui quando un utente chiede che tipo di reato il sottosegretario alla Cultura di rito renziono ( se non ricordo male indagata per rimborsi falsi ) risponde “reato in senso lato “.

  4. david dice:

    Ecco, nel tweet successivo questa ci dice che deve controllare che deleghe ha esattamente perchè così su due piedi non lo sa.
    La meritocrazia di Renzi.

  5. Dino Sani dice:

    Ok questo tweet è una colossale fesseria, e Mante come spesso gli capita si concentra sul dito invece che sulla luna….
    Ma fuori da questa politica urlata in 140 caratteri è possibile cominciare a ragionare che chi lavora nel servizio pubblico, interrompendo il servizio – pur con tutte le ragioni possibili – crea un disagio e dei problemi e dei costi alla collettività? Il problema non sta nel diritto del lavoratore di far valere le proprie ragioni, ma nelle forme in cui questo avviene. Bisogna immaginare forme di protesta diverse, per gli scioperi, quanto alle assemblee sindacali, nel servizio pubblico, credo sia inimmaginabile permetterle in mancanza di operatori che facciano servizio sostituitivo. Insomma: hai il privilegio di lavorare nel servizio pubblico? I diritti cambiano forma, non possono essere gli stessi deglioperaidella Fiat del 1975….

  6. Tommaso dice:

    C’è una situazione in cui il datore di lavoro è chiaramente in torto. I lavoratori (sindacato?) si organizzano per rivendicare questo torto. Il risultato netto è che l’opinione pubblica considera i lavoratori in torto.
    Invece che mettere in discussione questo risultato netto discutibile e pensare di rivedere alcune prassi, se ne fa una questione di principi.
    Ma se invece che dei mancati pagamenti la discussione è sulla normativa delle assemblee sindacali, forse l’azione non è stata propriamente efficace?

  7. andrea61 dice:

    C’è la forma e c’è la sostanza.
    La forma ci dice che il lavoratori hanno fatto tutto nel pieno rispetto delle norme e non è giusto addebitare a loro il disservizio che invece è colpa di carenze organizzative, di norme inadatte o male applicate, etc, etc.
    Poi c’è la sostanza. Che senso ha indire un’assemblea per una materia arcinota, senza sostanziali novità e che non era di esclusiva pertinenza di quei lavoratori ? Se vuoi protestare perchè lo Stato è in ritardo, dichiari sciopero. Se vuoi sapere se ci sono novità sui ritardati pagamenti, basta che lo chiedi ai delegati sindacali. Fare un’assemblea così, suona troppo di sciopero non dichiarato.

  8. Zerobyte dice:

    A quanto pare, i lavoratori del Colosseo han fatto centro.
    Han ottenuto l’attenzione dei media e del popolo.

    _MAGARI_ si riuscisse ad essere cosi incisivi anche noi del privato.
    Nel corso degli anni abbiamo perso OGNI diritto, da quello della pensione ( a 30 anni…poi 35….ora 40…. domani non si sa ), a quella del lavoro ( tutele crescenti. quindi se ti assumo per sostituire una in maternità, al rientro della tipa in maternità, ti togli di torno senza tante parole ).

    E continuiamo a dar ragione allo Stato, a colui che INVECE di pagare i lavoratori, chiede il rispetto delle regole ( cosa che invece si dimentica di fare a fine mese quando deve pagare gli stipendi ).

  9. Umberto dice:

    Mah, direi che di senso ne ha molto dato che subito sono stati sbloccati i fondi per i salari accessori bloccati da oltre un anno, se si voleva evitare il disservizio bastava farlo prima invece di prendersela con i lavoratori (come sempre succede del resto).

  10. Quote Of The Day | Life In Low-Fi dice:

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