Ero scettico. Con tutte le porcherie che si vedono alla TV (tipo Quarto Grado & C.), da operatore del diritto temevo il peggio.
Me lo sono messo in sottofondo, poi anche la parte audio mi ha catturato.
Ottimo lavoro della TV Svizzera, ottimo consiglio.
Grazie.
La certezza del supplizio, verità in cambio d’impunità.
Per chiudere il caso in fretta spintonati da media bestiali, finendo con un premio alle forze dell’ordine. Ma considerate le dinamiche e i numerosi indizi gli omicidi potrebbero essere molti di più. E se il capobranco si fa solo 20 anni, ma 20 anni di scarafaggi inutili: tra poco uscirà più bestia di prima… e tutto sommato ancora in giovane età, e potrebbe di nuovo essere un pericolo per la collettività.
Quel logo, RSI, è una garanzia, altrimenti non avrei nemmeno aperto il filmato. Il documentario sembra ambientato in Svizzera, così il paesaggio tranquillo, le strutture pubbliche, nonostante i nomi italiani degli autori è un’Italia raccontata dal punto di vista dei media svizzeri, un altro pianeta, altra sensibilità, altra etica. Etica che in Italia purtroppo è ormai persa, senza farsi troppe domande, non capirebbero comunque, anni luce distanti anche dal Mantellini che mette il cadavere galleggiante in copertina per ragioni politiche. Un confronto impietoso.
E l’ambientazione è fondamentale: il paesaggio tranquillo e poetico non è il paesaggio della perdizione e della miseria (nel documentario si vede poco), a pochi chilometri di distanza dove il satanasso metal si chiama in realtà eroina e pretende sempre più soldi, quindi bugie, furti, omicidi. Il virus dell’annullamento, e virulento: «dopo pochi mesi il primo buco». Per andare alla stessa velocità, contraria, una società dovrebbe essere molto molto più salda e autorevole: partendo dalla ‘certezza degli affetti’.
La «certezza» è un compito statale, pubblico, così come la rieducazione e tutti i servizi che abbiamo visto qui, pensate cosa farebbero le privatizzazioni anche in questo campo, disintegrando gli strumenti di base. E non solo dal punto di vista repressivo, e non soltanto dal punto di vista riabilitativo: anche dal punto di vista educativo e preventivo. Così ad esempio un tal governo ha istituzionalizzato il gioco d’azzardo, cominciando dal Bingo e crescendo un mostro, «gioco» diventato ben presto una dipendenza bestiale e che pretende sempre più soldi, in un paesaggio culturale sempre più misero, in un paesaggio politico negativo e distruttivo, fino all’annullamento.
@Daniele
il mio unico rimpianto lasciando Como fu la mancata ricezione della TV Svizzera. Pensi che durante il TG, in caso di assassinio, dopo una spiegazione sommaria dei fatti c’era l’intervista a uno degli investigatori, al magistrato che stava seguendo il caso e stop. Niente famiglie in lacrime, niente vicini di casa #eracosìunbravoragazzo, niente passanti che invocano la ghigliottina. Per quello ci sono i rotocalchi, che vendono anche lì.
@stefano
Anche la TV italiana intervista spesso investigatori e magistrati. Il piu’ delle volte dicono belinate. Dunque, mi sa che non e’ un problema di *palinsesto*, ma di investigatori e magistrati.
@Daniele
magari di belinate ne avranno dette pure quelli, ma la differenza tra l’informazione e l’intrattenimento al di là delle alpi lombarde almeno la rispettavano.
@stefano
Beninteso che questo servizio non è tanto cronaca giudiziaria, ma una *storia* (pur molto interessante).
Ai tempi, *Un giorno in Pretura* non era male. Oggi siamo al più vergognoso voyeurismo condito da un opinabile presenzialismo di (talvolta sedicenti) esperti, criminologi/tuttologi, ex investigatori e avvocati. Devo riconoscere che, almeno da queste trasmissioni, i magistrati di regola si tengono fuori.
Settembre 14th, 2015 at 16:48
Le ultime parole del padre della vittima sono qualcosa di agghiacciante e meraviglioso allo stesso tempo. Non mi viene di descriverlo meglio.
Settembre 15th, 2015 at 18:10
Ero scettico. Con tutte le porcherie che si vedono alla TV (tipo Quarto Grado & C.), da operatore del diritto temevo il peggio.
Me lo sono messo in sottofondo, poi anche la parte audio mi ha catturato.
Ottimo lavoro della TV Svizzera, ottimo consiglio.
Grazie.
Settembre 16th, 2015 at 11:34
Che pena…
La certezza del supplizio, verità in cambio d’impunità.
Per chiudere il caso in fretta spintonati da media bestiali, finendo con un premio alle forze dell’ordine. Ma considerate le dinamiche e i numerosi indizi gli omicidi potrebbero essere molti di più. E se il capobranco si fa solo 20 anni, ma 20 anni di scarafaggi inutili: tra poco uscirà più bestia di prima… e tutto sommato ancora in giovane età, e potrebbe di nuovo essere un pericolo per la collettività.
Quel logo, RSI, è una garanzia, altrimenti non avrei nemmeno aperto il filmato. Il documentario sembra ambientato in Svizzera, così il paesaggio tranquillo, le strutture pubbliche, nonostante i nomi italiani degli autori è un’Italia raccontata dal punto di vista dei media svizzeri, un altro pianeta, altra sensibilità, altra etica. Etica che in Italia purtroppo è ormai persa, senza farsi troppe domande, non capirebbero comunque, anni luce distanti anche dal Mantellini che mette il cadavere galleggiante in copertina per ragioni politiche. Un confronto impietoso.
E l’ambientazione è fondamentale: il paesaggio tranquillo e poetico non è il paesaggio della perdizione e della miseria (nel documentario si vede poco), a pochi chilometri di distanza dove il satanasso metal si chiama in realtà eroina e pretende sempre più soldi, quindi bugie, furti, omicidi. Il virus dell’annullamento, e virulento: «dopo pochi mesi il primo buco». Per andare alla stessa velocità, contraria, una società dovrebbe essere molto molto più salda e autorevole: partendo dalla ‘certezza degli affetti’.
La «certezza» è un compito statale, pubblico, così come la rieducazione e tutti i servizi che abbiamo visto qui, pensate cosa farebbero le privatizzazioni anche in questo campo, disintegrando gli strumenti di base. E non solo dal punto di vista repressivo, e non soltanto dal punto di vista riabilitativo: anche dal punto di vista educativo e preventivo. Così ad esempio un tal governo ha istituzionalizzato il gioco d’azzardo, cominciando dal Bingo e crescendo un mostro, «gioco» diventato ben presto una dipendenza bestiale e che pretende sempre più soldi, in un paesaggio culturale sempre più misero, in un paesaggio politico negativo e distruttivo, fino all’annullamento.
Settembre 16th, 2015 at 18:43
@Daniele
il mio unico rimpianto lasciando Como fu la mancata ricezione della TV Svizzera. Pensi che durante il TG, in caso di assassinio, dopo una spiegazione sommaria dei fatti c’era l’intervista a uno degli investigatori, al magistrato che stava seguendo il caso e stop. Niente famiglie in lacrime, niente vicini di casa #eracosìunbravoragazzo, niente passanti che invocano la ghigliottina. Per quello ci sono i rotocalchi, che vendono anche lì.
Settembre 16th, 2015 at 21:40
@stefano
Anche la TV italiana intervista spesso investigatori e magistrati. Il piu’ delle volte dicono belinate. Dunque, mi sa che non e’ un problema di *palinsesto*, ma di investigatori e magistrati.
Settembre 17th, 2015 at 01:48
@Daniele
magari di belinate ne avranno dette pure quelli, ma la differenza tra l’informazione e l’intrattenimento al di là delle alpi lombarde almeno la rispettavano.
Settembre 17th, 2015 at 13:34
@stefano
Beninteso che questo servizio non è tanto cronaca giudiziaria, ma una *storia* (pur molto interessante).
Ai tempi, *Un giorno in Pretura* non era male. Oggi siamo al più vergognoso voyeurismo condito da un opinabile presenzialismo di (talvolta sedicenti) esperti, criminologi/tuttologi, ex investigatori e avvocati. Devo riconoscere che, almeno da queste trasmissioni, i magistrati di regola si tengono fuori.
Settembre 17th, 2015 at 14:27
chiedo scusa avete visto per caso un commento in attesa di moderazione?
Settembre 17th, 2015 at 22:19
@Paolo si hai ragione l’ho sbloccato, chiedo scusa
Settembre 20th, 2015 at 20:40
@Daniele
per fortuna sì, fino a quando non entrano in politica.