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Le ricerche di .mau. sulle vicende giudiziarie di una pornostar che usava come cognome d’arte quello di un marchio prestigioso e che oggi non può più.

Avete intuito cosa possa essere successo? Se non ci siete arrivati, la Wayback Machine – finché non verrà assimilata anch’essa – può aiutarvi a scoprire l’arcano. In pratica, gli avvocati di Bulgari non si accontentano di avere impedito alla signora Kocsic di usare quel cognome d’arte, ma stanno attivamente cercando tutte le fonti in cui esso è presente, intimando ai sensi di legge di eliminarlo dalla fonte stessa. Detto in altri termini, tra poco nessuno riuscirà più a sapere che in passato una pornostar ha usato quel nome-e-cognome: e non servirà neppure un Ministero della Verità. Certo, probabilmente le emeroteche conterranno ancora i dati originali: ma chi andrà a vederli?


11 commenti a “La signora Brigitte e i marchi registrati”

  1. Pier Luigi Tolardo dice:

    Domanda: ma se io e un gruppo di miei amici che in passato ci siamo avvalsi delle prestazioni della signora e ne volessimo parlare su TripAdvisor piuttosto che su Manteblog cosa rischiamo penalmente in concreto? Quanto ci costerebbe? Potremmo chiedere in cambio del nostro silenzio dei piccoli orecchini o potremmo rischiare un’incriminazione? E a noi si potrebbe applicare il decreto sulla depenalizzazione?

  2. Mike dice:

    Ma adesso faranno la stessa cosa con Aldo, Giovanni e Giacomo?

    http://vignette2.wikia.nocookie.net/nonciclopedia/images/2/2a/I_Bulgari_-_Aldo_Giovanni_e_Giacomo.jpg/revision/latest?cb=20140714115709

  3. ale dice:

    somiglia un po’ alla storia di armani.it, altro evento non molto edificante.

  4. .mau. dice:

    (a parte che ho sbagliato a scrivere il suo vero cognome, ora ho corretto)

    @PLT: Se hai goduto delle prestazioni della signora Kocsis non ci sono problemi, però non puoi chiamarla con il cognome d’arte che allora usava. Forse (ma IANAL) puoi scrivere “mi aveva convinto di essere membro della famiglia B, ma poi ho scoperto che non solo questo era falso ma una sentenza le impediva di usare quel nome”

    @ale: la storia di armani.it nacque perché il signor Armani (l’altro) commise due errori madornali: scrivere che quello era il suo sito personale in un periodo in cui *era vietato* avere siti personali e non essersi scelto un avvocato che sapesse qualcosa del tema (ce n’era qualcuno già vent’anni fa, fidati). Se avesse messo il sito della propria azienda, al più con un disclaimer che affermasse che non aveva nulla a che fare con lo stilista, e avesse avuto un avvocato sveglio non sarebbe successo nulla.

  5. Pier Luigi Tolardo dice:

    Ma io diventero’ il Premier e a maggioranza il Parlamento la fara’ entrare nella famiglia B, almeno per il periodo in cui mi sno avvalso delle sue prestazioni, che piaccia a loro o meno, caro il mio matematico leguleo.

  6. maurox dice:

    @PLT: In passato ad Arcore. Ma.. non prestazioni di tipo pornografico

    @mau: Tra poco nessuno riuscirà più a sapere che in passato una pornostar ha usato quel nome-e-cognome

    Ma.. “la manina è mia” – Matteo Renzi

  7. maurox dice:

    i maschi registrati

  8. maurox dice:

    Tra poco nessuno riuscirà più a sapere che “la manina è mia” – Matteo Renzi

  9. Un Alberto dice:

    E se come dice Mike (sempre se la famiglia Bongiorno, gli permetta di usare il nome del compianto presentatore di Lascia o Raddoppia) Aldo Giovanni e Giacomo dovranno dimenticare i loro sketch degli improbabili acrobati bulgari, cosa faremo con tutti gli abitanti della Bulgaria? :-)
    Gli chiameranno più rispettosamente, “abitanti maschi della Bulgaria”?
    E le percentuali bulgare dovrebbero passarla liscia?

  10. Visto nel Web – 171 | Ok, panico dice:

    […] La signora Brigitte e i marchi registrati ::: manteblog […]

  11. Il bulbaro dice:

    Per non parlare degli editti bulgari…
    Storia e politica a rischio