Tutto comincia l’8 aprile del 2011 con un forte dolore di testa; le viene diagnosticato un aneurisma. La corsa in ospedale e tre ore di intervento ma non c’è nulla da fare. Quello che le consigliano i medici è provare a farsi curare in una struttura più attrezzata. «Ma noi non avevamo i soldi per questo – racconta – e sono tornata a casa. Mio marito aveva preparato i ragazzi dicendo loro che sarei tornata, ma non per molto tempo, e che dovevano pregare». Giorni difficili ma anche di preghiera e il pensiero sempre a Giovanni Paolo II.
Fino al primo maggio del 2011: «Ho acceso la tv per vedere la cerimonia della beatificazione». Un dormiveglia nella sofferenza e ad un certo punto vede Benedetto XVI con la reliquia di Wojtyla. «Poi sento una voce: “Alzati e non avere paura”», la voce del Papa polacco. Si alza, sta bene e dagli esami medici risulta che quell’aneurisma è come se non ci fosse mai stato.
(via Il Secolo XIX)
Aprile 27th, 2014 at 11:25
Perché, ci sarebbero miracoli “veri”?
Aprile 27th, 2014 at 11:43
La strada che conduce alla santità è lastricata di errori negli esami medici.
Aprile 27th, 2014 at 11:57
Non male anche la storia dell’altra miracolata, soprattutto mi ha colpito la faccenda della quantità di preghiere.. ma non trovi che questa mattina fare l’ateo rompiscatole sia abbastanza stressante? Forse è meglio fare finta di niente e aspettare che passi..
Aprile 27th, 2014 at 12:02
Se per un istante dovessimo credere ai miracoli questo ne potrebbe pure avrebbe le caratteristiche.
Ma ciò che fa di un miracolo un vero miracolo è appunto la mancata analisi dell’evento, il riportare a sfere soprannaturali le cose che ancora, per ora, non capiamo e non sappiamo.
Aprile 27th, 2014 at 12:59
@Koala io non ho nulla contro i miracoli e chi ci crede, mi disturba invece potentemente la sponda di controprova pseudoscientifica
Aprile 27th, 2014 at 13:45
@ mm
Io invece sì, ne penso tutto il male possibile, di entrambi.
Pensare che metodologie e trucchi, inventati una paio di millenni fa per popoli nomadi dediti alla pastorizia, funzionino ancora oggi, non ha nulla di positivo.
Aprile 27th, 2014 at 14:30
A me spaventano le analisi rigorose a geometria variabile(e le amnesie retrograde)
Aprile 27th, 2014 at 16:42
I “miracoli” esistono. Accadono, raramente, cose inspiegabili. Poi c’è chi ne attribuisce l’accadimento alla presenza, intercessione od azione di un’entità superiore, di un santo, di un mago…, magari tra qualche anno ci sarà una statistica di aneurismi “laici” che regrediscono. Ma non mi piace ironizzare su chi ha fede.
Aprile 27th, 2014 at 22:09
L’avrete magari già letto, però vi posto ugualmente il link al bellissimo intervento di Odifreddi in proposito:
http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2014/04/27/se-la-cantano-e-se-la-suonano/?ref=HROBA-1
Aprile 27th, 2014 at 22:25
Per me comunque è sempre vero che la religione è l’oppio dei popoli.
Resta comunque anche il fatto che per me chi vuole può anche fare uso di oppio, e a me questo non dovrebbe interessare.
La questione comunque sarebbe solo quella concernente i limiti quantitativi massimi delle sostanze stupefacenti e psicotrope riferibili ad un uso esclusivamente personale.
Aprile 28th, 2014 at 14:21
..ma assolutamente si: il miracolo della medicina.
Son d’accordo con Paolo Ricca
Aprile 28th, 2014 at 14:25
a questo proposito è illuminante la lettura di Primo Levi “L’intellettuale ad Auschwitz”. In questa lettura Levi dice che molti prigionieri del lager avevano una fede, religiosa o politica, che li aiutava ad andare avanti. Dice infatti che “i credenti vivevano meglio”.