28
Ago
Tile è una idea interessante. Applichi una piccola etichetta plasticosa ad un oggetto e lo ritrovi, nel caso tu l’abbia perso, nel giro di qualche decina di metri con una app sul telefono. Non solo, ovviamente, così sarebbe troppo facile. Con Tile riceverai segnalazione della posizione del tuo oggetto smarrito anche se l’etichetta si troverà a portata di bluetooth di qualunque altro utente del servizio. Piccole dimensioni, costo contenuto, batteria che dura un anno. Se il network degli utenti di Tile diventasse sufficientemente ampio il piccolo aggeggino potrebbe diventare un gadget fondamentale per qualsiasi agente segreto di provincia.
Agosto 28th, 2013 at 09:20
Però, visto che presumibilmente l’etichetta sarà usata su oggetti di valore, una app potrebbe leggere questi segnali ed indicare ai ladri dove cercare, no?
Agosto 28th, 2013 at 09:26
un RFID? In generale credo sia molto utile combinare in modo intelligente le tecnologie che già abbiamo
ma con la consapevolezza di rischi e limiti, e cercando di anticiparli senza buttare in pasto una tecnologia, come un medicinale, per vedere ‘l’effetto che fa’..
potrebbe essere il gadget ufficiale di “CHI L’HA VISTO?” Applichi una piccola etichetta plasticosa ad un uomo e lo ritrovi :-)
[a proposito di ‘microchip emozionali’ e paranoie… ma “anche un paranoico può trovarsi a sostenere tesi assolutamente fondate”]
Agosto 28th, 2013 at 09:43
sull’ iPhone ci ho ripensato: secondo me è un oggetto da tamarri.
premetto: non è un commento politico ma estetico, è colpa di Massimo, :-) mette la pulce nell’orecchio, come il post sull’automobile tamarra
e l’ho pensato guardando un’intervista a Grillo: suona il telefono (su cui era seduto), tira fuori dalla tasca posteriore il pataccone da 5-600 euro e lo spegne.
L’Iphone è un pataccone da ricchi.
Agosto 28th, 2013 at 09:46
@Alessandro, no le segnalazioni del network non sono visibili agli altri utenti ma solo a quello cui il Tile è collegato
Agosto 28th, 2013 at 11:22
Interessante ma non abbastanza per quanto mi riguarda..
Non credo sia un tag RFID ma un dispositivo bluetooth a basso consumo (non c’è l’app per android perchè credo manchino le API per gestire questa modalità).
È autoalimentato ma non essendoci una batteria accessibile vanno sostituiti ogni anno (sui $15-$16 in base alla quantità che si acquista.. il che raffredda molto la mia disponibilità a tracciare la roba che porto in giro).
Non lo definirei un’etichetta perchè mi sembra spesso diversi millimetri, questo esclude l’uso per tracciare telefoni o tablet (che poi richiederebbero un altro i-coso per essere cercati..).
Mi sembra più un portachiavi, potrebbe andare bene per le chiavi della macchina. Per trovare oggetti rubati tipo una borsa o bici mi sembra inutile, dopo il furto di solito la refurtiva sparisce ben oltre la portata del tile..
Insomma interessante ma non utile per tutti, sicuramente piacerà ai più tecnomaniaci e spendaccioni proprietari di iPhone. Può darsi benissimo che vengano inventati degli utilizzi alternativi imprevisti..
PS: ma che c’entra Budrio?
Agosto 28th, 2013 at 12:25
@Argia la app per android non c’è ancora perché dicono che aspettano un supporto a bluetooth 4 che vada, Budrio è un luogo simbolico che utilizzo da tempo, Budrio sta alla metropoli come Nek (altro mio nume tutelare) al rock
Agosto 28th, 2013 at 15:47
La durata della batteria e la necessità di riordinarlo mi hanno fatto passare l’entusiasmo iniziale. È comunque una bella idea, soprattutto se la rete di utenti crescerà.
Già me lo immagino su collari di gatti e cani.
Agosto 29th, 2013 at 10:37
Be’, più che etichetta plasticosa è un orrendo pasticcone che non passa inosservato, più grande – ad esempio – di un piccolo orologio di valore. Può andare bene al massimo per un mazzo di chiavi. O per un Suv.
Agosto 29th, 2013 at 10:50
Comunque ce ne sono altri, anche con batteria rimovibile (es. Stick’n’find), oppure cercate “bluetooth tracker”..
Agosto 29th, 2013 at 13:19
Stick’n’find e’ molto più piccolo (ed ha uno spot tamarro di prima generazione), bisognerebbe sapere la portata perchè in caso di animali o di oggetti come portafogli o chiavi sicuramente uno se le dimentica molto più lontano di quello che lo spot fa pensare