Contrappunti su Punto Informatico di domani.
Da mesi orde di trolls, di fake, di multinick scrivono con regolarità dai due ai tremila commenti al giorno sul blog. Qualcuno evidentemente li paga per spammare dalla mattina alla sera. Questi schizzi di merda digitali si possono suddividere in alcune grandi categorie.
(Beppe Grillo, Schizzi di merda digitali, 24 marzo 2013)
Le sindromi dietrologiche su Internet meritano grande rispetto e attenzione. Questo per due ragioni fondamentali. La prima è la vastità del panorama intorno. Assunta una tesi, presa una posizione, maturato un punto di vista, tutti noi avremo disponibili, un istante dopo ed alla distanza di un click, una pagina web, una foto, un pdf accademico o il punto di vista di una riconosciuta autorità in materia, in grado di smontare almeno in parte la nostra convinzione. Questo, a ben vedere dovrebbe essere un vantaggio, a patto però di non essere pigri e di possedere gli strumenti minimi per organizzare un proprio personale orientamento sulle questioni che ci interessano. Guardando ancora meglio e alla luce di queste due appena citate limitazioni, forse un gran vantaggio non è.
La seconda ragione per cui l’approccio dietrologico a Internet è facilissimo (se non ne è addirittura la regola) è in relazione all’esistenza stesso dello schermo. La presenza di un diaframma fisico, come è noto, altera non solo la qualità delle nostre relazioni con le persone incrociate in rete, in genere riducendo le convenzioni inibitorie che siamo soliti utilizzare nella vita reale, ma crea uno stato di perenne incertezza sull’altro noi che vive dall’altra parte del monitor. Chi è esattamente la persona che abbiamo conosciuto in rete? Che aspetto ha? È davvero chi dice di essere? Subito dopo arrivano le altre domande: perché sta dicendo questo? Quali sono i suoi scopi reali?
Prima di trasformarmi definitivamente in Francesco Alberoni dirò infine che un simile processo di analisi è la norma delle nostre vite di relazione, non è una prerogativa unica della rete Internet: le medesime domande ce le poniamo quando ci presentano qualcuno ad una festa o quando conosciamo un nuovo collega di lavoro: la differenza è che lo schermo è una sorta di campanello di allarme perennemente acceso, mentre nelle relazioni umane dirette tendiamo nel tempo a dimenticare i segnali di attenzione. Si potrebbe dire che siamo biologicamente programmati per la convivenza pacifica mentre su Internet no.
Quando Beppe Grillo scrive che i commentatori del suo blog sono, in una percentuale rilevante, orde di troll, fake, multinick che dalla mattina alla sera spargono schizzi di merda digitale, pagati da non si sa bene chi, non fa altro che frequentare, con grande completezza ed in poche righe, l’intero corredo del delirio dietrologico internettiano che in qualche modo appartiene a ciascuno di noi. L’idea malsana secondo la quale noi, dal di qua dello schermo, possiamo renderci conto con esattezza di quali siano i pensieri e le azioni dei nostri simili che danno segno di sé dagli altri nodi di rete.
Ovviamente per Grillo l’impalpabile opposizione che traspare nei commenti del suo blog non rappresenta il reale ma una sua distorsione. Le critiche che lo raggiungono non sono casuali o anche solo semplicemente campate in aria, ma pagate e coordinate da qualcuno che sta, come sempre, dietro. Qualcuno che, evidentemente, ostacola in maniera artefattuale il logico confluire del pensiero di tutti nel pensiero unico del leader e del movimento. In questo risiede il tratto delirante (inteso in senso strettamente psichiatrico) di questa frase di Grillo, l’idea che il mondo nella sua interezza si rivolga a noi – e solo a noi – inviandoci minacciosi messaggi di dominio.
Giudicare le persone dai segni che distribuiscono in rete è un esercizio pericoloso e complicato. In senso stretto vale (fortunatamente per lui) anche per Beppe Grillo. Ci sono alcune ragioni per ritenere che magari il comico genovese sia, fuori dalla rete, meglio di come appare sul suo blog. Meno arrogante, meno pieno di certezze. Rimane tuttavia un punto di vasta incertezza legata all’istinto dietrologico della rete Internet tutta. Ma se tutto quello che sta dietro lo schermo è in qualche misura oscuro ed imponderabile, come possiamo noi costruire su questo apparato dietrologico una idea anche minimamente congrua di democrazia elettronica?
Marzo 24th, 2013 at 16:12
Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.
http://detestor.blog.com/2012/05/07/verita/
Marzo 24th, 2013 at 16:48
sbaglio o, in un passato nemmeno troppo remoto, ci sei cascato pure tu? Si attende a questo punto una valanga di foto “non sono un bot” (/fake /multinick) pure sul sito di Grillo.
Marzo 24th, 2013 at 16:52
@vit come ho scritto è un approccio che ci riguarda tutti, nello stesso tempo il caso che citi è l’unico nel quale i commenti del mio blog erano effettivamente il ridultato non di una mia interpretazione dietrologica ma di una effettiva sciocca manovra mediatica
Marzo 24th, 2013 at 18:28
Stavo pensando la stessa cosa di vit. È accaduto che gli intruppati si erano sentiti in dovere di accorrere QUI per difendere/sostenere il capo. Lo spam si riversò in modo veloce ed efficiente.
Allo stesso modo potrebbe accadere con il blog di Beppe Grillo da parte di persone non necessariamente pagate. Le motivazioni per farlo ci potrebbero essere tutte e non sarebbero molto diverse da quelle che portarono molti qui. Non sto dicendo che questo sia ciò che effettivamente accade ma che ce ne possono essere tutte le premesse.
Chissà forse ai 5S occorrerebbe una piattaforma più efficiente ( vedi: http://bit.ly/10Bfpr9 ) e comunque nel frattempo, cancellare i commenti a blocchi, forse non è la politica più opportuna.
Marzo 24th, 2013 at 18:34
@al vit pero’ stava mi pare dicendo un’altra cosa quanto ai commenti cancellati da Grillo segnalo questo nocensura.eusoft.net
Marzo 24th, 2013 at 20:14
Dicevo che come si sono “spontaneamente” riversati in massa su questo blog perché motivati dalla difesa del loro capo, allo stesso modo ma con molte più motivazioni (che là sono quotidiane), si potrebbe coagulare un gruppo (o vari gruppetti) che per motivi e interessi tra i più disparati si riversa sul blog di Grillo. Questa eventualità non si può scartare, se consideriamo che la loro piattaforma è del tutto inadeguata.
Marzo 24th, 2013 at 22:48
Definire il blog una piattaforma, come fosse un luogo dove utenti “in chiaro”, si esprimono sui post é piuttosto discutibile. Da tempo si discute sui commenti sui siti e sui blog e alcune testate (Wired ?) hanno scelto, a torto o ragione, di far commentare esclusivamente da Facebook, proprio per limitare, certo non eliminare,i commenti di anonimi o eventuali folli o gruppi organizzati. Che sul blog di Grillo, che seguo da sempre, si siano riversati negli ultimi tempi tantissimi nick mai visti in passato, è una ovvia conseguenza del successo clamoroso del M5S.
Questo era inevitabile e Grillo poteva prevederlo, anche se le soluzioni sono complicate. Il problema non é nei commenti di presunti elettori del M5S che criticano Grillo con le stesse argomentazioni dl Pd (se lo spazio é libero lo é anche per costoro, non “necessariamente” pagati da D’Alema), quanto il risalto che i media di regime danno a questi commenti, che per anni son passati inosservati totalmente.
Il vero problema è la crescita esagerata ed esplosiva di un movimento che aveva ed ha bisogno di tempo per sperimentare ed affinare sistemi di comunicazione orizzontali e democratici. È che invece si ritrova troppo presto a dover affrontare problemi sicuramente più grandi di loro, e della loro capacità organizzativa.
Inevitabile che puntìno sull’arroccamento, anche se effettivamente spesso questo porta ad esternazioni di cattivo gusto. Se gli intellettuali come te, invece di cercare la migliore democrazia possibile in un movimento giovane facendogli le pulci tutti i giorni si preoccupassero di più della vera mancanza di democrazia che regna nei partiti della sinistra, allora si che tutti faremmo un bel passo avanti… (Nella destra almeno la mancanza di democrazia é data quasi per statuto…)
Marzo 25th, 2013 at 00:48
ma perché, qualcuno pensa che i post del blog di Beppe Grillo (il primo magazine solo on line, come recita il frontespizio) siano scritti da Grillo in persona?
La Casaleggio Associati è una azienda strutturata, i suoi collaboratori curano il blog e scrivono uno o più post al giorno tutti i giorni, domenica e feste comandate comprese.
Il blog è la sede ufficiale del terzo partito italiano e nello stesso tempo la vetrina della più importante azienda di web marketing con un giro di affari di milioni di euro l’anno: come si può essere cosi ingenui da immaginare un Beppe Grillo in pantofole che sbrocca e digita un post pieno di insulti in preda ad un attacco di paranoia?
I post sono di sicuro concordati e pianificati a mente fredda, stesi, riletti e sottoposti ad approvazione prima di essere pubblicati, se hanno insultato i loro elettori è perché hanno deciso scientemente di farlo.
Discutiamo sul perché abbiano deciso di farlo, casomai.
Marzo 25th, 2013 at 09:24
Ho conosciuto questi trolls.
Passano le giornate seduti sulle rive di qualche spiaggia caraibica, a scrivere m….te su un netbook mentre tre mulatte li sventolano e servono loro mojitos ghiacciati.
Ogni tanto controllano se è arrivato il bonifico giornaliero e perdono dieci minuti a pensare a come lo spenderanno, incerti se far felice la tenutaria di qualche bordello di Antigua oppure se metterlo da parte per organizzare un altro colpo di stato alle Seychelles.
Una volta all’anno si ritrovano per parlare delle prospettive del loro strano lavoro, ma i ritrovi si trasformano sempre, immancabilmente in feste eccessive: in confronto quelle degli Hell’s Angels sembrano un ritrovo di Papa Boys.
In uno studio di questo gennaio, una nota multinazionale della consulenza sostiene che il troll sarà il lavoro più richiesto del 2013.
Marzo 25th, 2013 at 11:20
E poi in rete non ci sono solo i troll:
http://edue.wordpress.com/2013/03/25/palle-di-vetro/
Marzo 25th, 2013 at 23:35
Noi avevamo un troll pazzesco sul Forum di Olimpo Informatico: Max Stirner, ci faceva delle menate pazzesche a tutti, dicendoci che non aveva nessun diritto di interferire nelle vicende del 5 Stelle, che se criticavamo il 5 Stelle è solo perchè eravamo complici del sistema marcio, che tutti quelli che criticavano il 5 Stelle erano marci, che dovevamo dire per quale partito parteggiavamo, che la Gabanelli era anche lei un po’ del sistema, che quando gli rispondevamo andavamo sempre fuori tema e non avevamo capito niente di quello che aveva detto, che sul 5 Stelle sbagliavamo tutto, che non era possibile essere indipendenti dal 5 Stelle, commenti che si concludevano tutti con l’annuncio della vittoria finale del 5 Stelle…Più insulti e accuse di essere antidemocratici, alla fine abbiamo bannato il troll grillino, prima o poi anche gli italiani banneranno i grillini, ci andrà di mezzo anche tanta brava gente lo so, ma che ci volete fare, è la vita….
Marzo 26th, 2013 at 07:45
E’ una fortuna che l’approccio dietrologico sia facilissimo e talvolta perfino una regola: il tuo terminale e’ costruito da terzi, la rete che usi e’ gestita da terzi, il tuo culo e’ facilmente accessibile da terzi … mi spieghi perchè uno nella vita non dovrebbe essere sospettoso? Quando la comunicazione è intermdiata essere “dietrologhi” (ma Noi preferiamo dire “paranoici”) e’ semplicemente implicito; è un dovere civile, ed e’ uno dei più incompresi.