Ho trovato molto interessante la lunga lettera che il direttore generale di Porsche Italia Pietro Innocenti ha spedito al Corriere della Sera dopo aver letto un articolo nel quale la prestigiosa auto tedesca veniva associata ad una signora milanese maleducata ed impaziente. Innocenti spiega senza giri di parole cosa il giornalista avrebbe dovuto fare, in sintesi non macchiare il prestigioso marchio associandolo ad un evento deplorevole:


Posso comprendere che, per “fare notizia”, nel riportare i fatti di cronaca si “catturi” maggiormente l’interesse attraverso la citazione di un marchio celebre quale “Porsche”, ma la professionalità dei giornalisti ben potrebbe evitare il riferimento diretto al marchio, riferendo invece il possesso di “un’auto di lusso”, “un’auto sportiva”, “una supercar”, tutte immagini che rappresentano facilmente nell’immaginario collettivo la situazione, senza creare sistematiche e ingiuste associazioni negative tra malaffare e il marchio che rappresento in Italia. l giornalisti sono maestri e, pur riferendo circostanze vere, sapranno usarle con un contesto narrativo atto a evitare nel lettore conclusioni spregiative verso il marchio Porsche.


Il direttore generale di Porsche che immagino sarà ben felice quando le auto che rappresenta vengono associate positivamente ad attori, modelle, magnati, calciatori ecc. solleva la penna per spiegare quale sia la rilevanza giornalistica della citazione di un marchio nell’articolo di giornale. Si tratta ovviamente del suo parere, io, per esempio, penso l’esatto contrario. I lettori hanno abbastanza cervello per distinguere la Porsche dagli atteggiamenti della sua proprietaria, contemporaneamente l’edulcorazione del racconto giornalistico usando giri di parole per non dire che la signora X era su una Porsche è non solo una cattiva idea in termini di narrazione ma anche una invasione vera e propria del marchio nel diritto di cronaca.

La lettera pubblicata oggi dal Corriere è per conto mio un segno dei tempi: è la rappresentazione di una sopraggiunta grande debolezza giornalistica (o se volete di una usuale ed ampia ingerenza autorizzata dell’inserzionista vero o potenziale). In altri tempi la lunga enciclica Porsche sarebbe stata ridotta a 4 righe nelle lettere al direttore oggi viene riconosciuta come una vera e propria minacciosa rettifica, anche se nel pezzo di Kerbaker non c’è nulla che vada rettificato.


In sintesi: associare “Porsche” al malaffare, all’evasione o anche alla mera maleducazione crea odio sociale e un ingiusto danno morale ed economico. Il fenomeno potrebbe essere evitato semplicemente riferendo i fatti senza uno specifico riferimento al marchio.


16 commenti a “Porsche e malaffare”

  1. Randolph Carter dice:

    i vecchi cari tempi della “banda dall’utilitaria di colore chiaro”….

  2. L1 dice:

    troppe virgolette, poi?

  3. Cristiano dice:

    il commerciale del Corriere dovrebbe ora andare dai concorrenti della Porsche ed offrire loro di accanirsi contro il Cayenne in cambio di un aumento degli investimenti pubblicitari… :)

  4. Marco Lazzaroni dice:

    che poi l’articolo in sé è scritto maluccio. Non un giorno, non una via precisa, non un nome, eccetto che per Porsche. Più che un articolo, un editoriale

  5. nicola dice:

    La rivista Cuore, tanti anni fa, definiva il possessore di simili auto “puttanone”, descrivendone nei dettagli i comportamenti non propriamente irreprensibili. Però Cuore non aveva pubblicità. Che io ricordi nessun direttore di “Auto” Italia scrisse alla direzione. Un caso?
    (Un’estate, un gentilissimo “puttanone” tirò fuori dalla sabbia la mia piccola utilitaria. Da allora non fui così talebano nei loro confronti.)

  6. Mario G. dice:

    E comunque avrete notate che il home page la porsche è sparita, si parla mi pare di fuoriserie (e questo rende la risposta del venditore di auto ancora più surreale, IMHO)

  7. unit dice:

    A parte che l’articolo definisce “volgare” la Cinquecento così a gratis, è comunque vero che il fatto che la simpaticona avesse una porsche è abbastanza superfluo alla descrizione dei fatti crudi: probabilmente aveva anche un paio di scarpe prada, ma chissenefrega? In effetti il giornalista ha usato il marchio per dipingere un personaggio negativo (il puttanone di cui sopra).Mi sembra narrativa più che giornalismo.

    Boh secondo me alla fine ha ragione il dg di porsche.

  8. Pier Luigi Tolardo dice:

    e’ sottinteso che verrà ordinato un articolo analogo sulla Bild ai danni della Ferrari: in guerra le rappresaglie sono lecite!

  9. Chiara dice:

    Ci sarebbe poi da dire che quello non era esattamente un articolo, ma una lettera. Andrea Kerbaker non èun giornalista del Corriere, come molti sanno. E magari mi sbaglio: nei giorni scorsi, tra i necrologi del Corriere prendevano molto spazio quelli in ricordo del padre dello stesso Kerbaker, personaggio noto della cultura italiana. Quando ho letto la sua testimonianza ho pensato che fosse quanto accaduto la sera della scomparsa del genitore. Ma quest’ultima è ovviamente solo speculazione.

  10. Marco dice:

    Sì ma voi l’avevate letto quell’articolo? Non c’era un riferimento che fosse uno. Non una via, non un nome, non un fatto degno di questo nome, non un testimone. Il giornalista racconta che c’era un’ambulanza che bloccava l’uscita di una Porsche e la signora si è lamentata vivamente. Ma vi sembra il caso di fare un articolo? Sembrano i racconti che si sentono al bar.

  11. alessandro dice:

    io credo che il dg di porsche abbia pienamente ragione
    se la signora avesse avuto una fiat uno usata a metano sarebbe stata cmq una grandissima stronza, il prob della signora e’ che e’ una grandissima stronza, non quanti soldi ha

    questo per non scendere nel particolare che e’ puramente una favola messa li oppure un racconto di mio cugino, insomma e’ proprio basso basso giornalismo, ripreso cmq a gran voce da autorevoli blog :D

  12. Enrico dice:

    Sono d’accordo con marco, non si tratta di un fatto di cronaca e nemmeno di un articolo, potrebbe benissimo essere inventato di sana pianta. Sembra quasi un paradigma di tutti i luoghi comuni sui ricchi e arroganti. In questo schema l’unica citazione concreta è sulla marca dell’auto (ma se fosse stata una Panda?), quindi credo che il dg di Porsche in questo caso abbia pienamente ragione.

  13. alessandro longo dice:

    No che non ha ragione. E’ ancora più triste che molti non capiscano quanto fragile e importante sia, per la democrazia, la libertà di stampa. Di scrivere quanto è accaduto, senza censure.

  14. stefano nicoletti dice:

    Il dg di Porsche ha troppo tempo libero e un’idea del brand da anni ’80.

  15. La banda della berlina 2 volumi bianca : minima&moralia dice:

    […] e individua nell’articolo di Kerbaker un “ingiusto danno morale ed economico”. Massimo Mantellini, impeccabile, commenta così: “La lettera pubblicata oggi dal Corriere è per conto mio un […]

  16. Orfeo Bossini dice:

    Le lezioni di semantica mi ricordano questo spezzone di “Sbatti il mostro in prima pagina”. Alessandro, sono troppo talebano se penso che uno stronzo su una Panda è solo uno stronzo, mentre uno su una Porsche è uno stronzo che pensa di profumare di arbre magique?

    http://youtu.be/iNMrJl50CWI