Io ignoro se le parole “scribacchino” e “mestierante” siano sufficienti perché un tribunale condanni uno scrittore che le ha utilizzate per descrivere il libro di un altro scrittore. Di sicuro sono state sufficienti a Gianrico Carofiglio (autore di bestseller, magistrato e senatore del PD) per querelare Vincenzo Ostuni, editor di Ponte alle Grazie che aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook (sulla sua pagina Facebook non sul NYT) una recensione al vetriolo dell’ultimo libro di Carofiglio. La mia impressione è che fra le categorie dei pasdaran della denuncia i frequentatori di tribunali (magistrati e avvocati) tendono a non mancare quasi mai. In ogni caso, per semplificare, spero che Carofiglio si ripigli.

21 commenti a “Caro figliolo ripigliati”

  1. El_Pinta dice:

    Scusa Massimo ma da quando uno status di 4 righe (piuttosto sciocco oltretutto) è diventato una recensione?

  2. Gian dice:

    Stiamo tutti perdendo il buonsenso…
    Quanto meno non ha denunciato Facebook tipo quella giornalista di RAISPORT con Twitter (non ho voglia di cercare il nome mi ricordo solo #querelaconpaola come trend divertentissimo).

    se dovesse uscire #querelacongianrico per omonimia magari mi becco pure qualche insulto.

  3. Mario Tedeschini Lalli dice:

    @El_Pinta: e da quando quattro righe di status avrebbero meno diritti di essere giuridicamente protette (diritto di espressioine, art. 21 Cost) di una “recensione”?

  4. mORA dice:

    Quindi da oggi se dico in rete che un libro fa schifo e che l’autore è uno che vagheggia di cose che non sa mi becco una denuncia?

    Quindi io come lettore ho diritto a tacere sulle cose non mi piacciono?

    Voi che ne avete, state lasciando un gran bel pianeta ai vostri cari figlioli :)

  5. Pier Luigi Tolardo dice:

    Una cosa è certa e Mante lo rivela: noi leggiamo Testimone Inconsapevole e ci innamoriamo dell’avvocato che ama il jazz, beve il whisky conragazze che vorremmo sposare, noi leggiamo “Il passato è una terra straniera ” e ci piace tutto, quell’atmosfera di Bari, quel tenente dei carabinieri così diverso, e crediamo che l’Autore sia una bella persona come i suoi libri,invece è un uomo nn necessariamente bello come i suoi libri, la letteratura è una cosa e la vita è un’altra…

  6. El_Pinta dice:

    @Mario: ti pare che abbia detto il contrario?
    Quella per me non è una recensione, bensì uno sfogo gretto e maldestro, fatto pubblicamente da un intellettuale che lavora nel settore editoriale.
    Nel suddetto status si esprimevano giudizi legittimi e piuttosto sgarbati sul primo e sul terzo classificato del premio Strega. Premio in cui un autore del gruppo editoriale editoriale per cui Ostuni lavora si è classificato al secondo posto. C’è evidentemente del livore nelle parole di Ostuni (tanto che lui stesso afferma di esprimersi al di là del fair play che caratterizza l’ambiente di un festival) e magari anche qualche precedente che io non conosco tra i due.
    Detto questo, Carofiglio fa malissimo a denunciare Ostuni per “conorrenza sleale” giacché questa è l’accusa.
    Mi pare che entrambi incappino in una caduta di stile abbastanza sciocca, Carofiglio molto più di Ostuni.
    Quello che mi lascia piuttosto perplesso è il modo in cui si sta cercando di trasformare il maldestro sfogo di Ostuni in un atto di alto valore intellettuale (vedi Cortellessa su doppiozero) quando, invece, non è altro che una stupidaggine commessa con leggerezza.

  7. frap1964 dice:

    Qui ci vorrebbe D. Minotti, però io temo che effettivamente gli estremi per la querela ci siano tutti. Dare un’occhiata QUI (punto 7) circa la disciplina del diritto di critica.
    La critica in definitiva deve concretizzarsi, da un lato, in un dissenso motivato e, dall’altro, in valutazioni corrette e misurate e non lesive dell’altrui dignità morale e professionale. Al contrario, e conseguentemente, il limite per l’esercizio di tale diritto deve considerarsi travalicato quando l’agente trascenda in attacchi personali diretti a colpire, su di un piano esclusivamente personale, senza alcuna finalità di pubblico interesse, la figura morale del soggetto criticato.
    Temo che dare ad uno scrittore, certamente non alle prime armi, dello scribacchino mestierante, senza un’idea, senza un’ombra di ‘responsabilità dello stile’ difficilmente possa passare come una valutazione “corretta e misurata” e trascenda ahimé piuttosto sull’attacco strettamente personale. Diverso se ci si fosse limitati ad esprimere un giudizio motivato, anche molto severo, sull’opera.

  8. massimo mantellini dice:

    @El Pinta, sono d’accordo sulla stupidaggine

  9. valentinaa dice:

    Beh allora cosa dovrebbe dire Valerio Mastandrea di questo
    http://www.filmtv.it/film/50815/gli-equilibristi/recensione
    segue dibattito Twitter
    http://twitpic.com/ayb8lw
    per dire la stoffa
    (Carofiglio, manco ne hai bisogno, eddai)

    ps @mante per esperienza posso dirti che, paradossalmente, secondi (forse) ai legulei, in querele solo i giornalisti (memorie da barbiere della sera. vinte tutte, finora, e son due anni che ha chiuso)

  10. Daniele Minotti dice:

    Mah, quelle espressioni non sono bellissime e la giurisprudenza è ondivaga. Sul resto, mi permetto di dire che gli avvocati non hanno la querela facile. I magistrati, invece (e pur senza voler generalizzare) … Casi Carlo Ruta, Sallusti, questo (che prendo con le pinze perché il reato di concorrenza sleale non esiste)

  11. roberto dadda dice:

    In realtà i termini usati non sono quelli della critica, sono insulti e unosi deve aspettare una reazione, a me non verrebbe in mente di querelare, ma è normale è giusto che qualcuno lo possa fare.

    Mante se qualcuno scrivesse in rete che tu come medico sei un macellaio e un ammazza pazienti cosa diresti?

    bob

  12. ArgiaSbolenfi dice:

    Dadda, però dovrebbe esserci una differenza tra la critica ad un’attività artistica, dove siamo per definizione nel campo delle opinioni, e quella ad un’attività professionale che riguarda soprattutto fatti concreti..

  13. Andrea dice:

    Beh, “scribacchino” e “mestierante” più che una critica all’opera di Carofiglio sono decisamente una critica a quest’ultimo. Al di là dello specifico della questione, mi pare sensato – ed anche molto divertente – che il buon Carofiglio (i cui libri, peraltro, io non ho mai trovato apprezzabili) ricordi ad un’altra persona che di mestiere scrive la differenza tra criticare un’opera (legittimo “dovere” di un recensore, anche se Ostuni recensore non fa) ed “epitetare” l’autore.
    Questioni di semplice linguistica. Peraltro Carofiglio ha scritto un discreto libello proprio sulla linguistica dei processi penali.

  14. Pier Luigi Tolardo dice:

    Direi che “scribacchino per uno scrittore reso autorevole da molti premi, moltre critiche positive, molte copie vendute può essere un insulto infamante….
    “Mestierante” no, è giudizio CRITICO: . TIPO è UNO SCRITTORE STREOTIPATO, INFARCITO DI LUOGHI COMUNI,artificioso,retorico, che punta al facile effetto, non originale, finalizzato al facile consumo, per la facile lettura, senza amore, senza vocazione, senza passione, senza qualità, cose che io non penso assolutamente di Carofiglio ma non penso che uno debba pagare 50.000 euro per poterle dire e scrivere.

  15. Claudio (un altro) dice:

    Ma se rutto mentre leggo il libro è reato?

  16. iltommi dice:

    il commento scritto da Ostuni su Facebook,
    era privato (cioè visibile solo ai suoi amici)
    o era pubblico (visibile a tutti su Facebook) ?

    Sembra che in entrambi i casi, non sia questo a poter fare la differenza.

    In tema di diffamazione, in presenza di espressioni socialmente denigratorie, specie se formulate da persone di elevato livello culturale (quale certamente è – sino a prova del contrario – un laureato), deve ritenersi che l’agente sia pienamente consapevole della portata offensiva delle stesse e nessuna particolare indagine appare necessaria per accertare, in assenza di concreti elementi di segno contrario, la mancanza della consapevolezza di tale offensività e della intenzionalità della condotta (confermata, nella specie, la condanna nei confronti di un medico, titolare di uno studio, che aveva inviato a 2.500 persone una mail con la quale comunicava l’interruzione del rapporto professionale con un altro dottore, in quanto quest’ultimo era stato allontanato per non “dequalificare” lo studio e perché si voleva salvaguardare la qualità delle prestazioni professionali che il detto studio poteva offrire, anche a scapito della quantità di tali prestazioni).

    Cassazione penale, sez. V, 24/02/2012, n. 11660

  17. Mario Tedeschini Lalli dice:

    Non sono un letterato e non mi occupo di letteratura, credo che nel caso specifico la questione non è affatto letteraria ma riguarda i diritti fondamentali, la libertà dei recensori, degli articolisti, dei blogger o di chi si sfoga su Facebook o al bar dell’angolo.

  18. iltommi dice:

    Ovviamente sarà a discrezione del giudice,
    chiamato a giudicare,
    decidere se quanto detto da Ostuni siano “espressioni socialmente denigratorie”.

  19. Pier Luigi Tolardo dice:

    Scribacchino:Scrittore di basso livello
    Mestierante:persona che esercita una professione senza particolare impegno o coinvolgimento, spinta soltanto dal guadagno.

    Ora ditemi voi in base a queste definizioni del Devoto-Oli come può un povero giudice esprimersi sul caso. Ci saranno perizie e controperizie?
    Ho passato l’estate a leggere i Maigret di Simenon, favolosi, semplicemente, ma quando ero piccolo(anni ’70) era considerato un autore seriale, di infimo livello, capace solo di far soldi su una letteratura di evasione…Il tempo è stato galantuomo….Non mi pare che Simenon avesse querelato nessuno perchè certa intellighentzia di sinistra lo snobbava…Ora Carofiglio non può attendere un po’ e a me piace ma non mi pare Simenon, con tutto il rispetto….

  20. valentinaa dice:

    Tolardo leggiti anche (e soprattutto) gli altri libri di Simenon, non gialli (sono tanti e tutti splendidi, altro che Maigret!)

  21. mario dice:

    Voglio dire, ho apprezzato il primo e poi quelli con l’avvocato Guerrieri, ma l’ultimo non l’ho proprio sopportato: e adesso che fa il magistrato-scrittore-senatore e non so cos’altro, denuncia anche me?
    C’me on, Gianrico, make my day