Repubblica traduce un bel pezzo di Thomas L. Friedman uscito sul NYT domenica ma per qualche ragione ne stravolge il titolo che da “The rise of popularism” diventa “Il potere dei follower”

“Oggi chiunque possiede un telefonino è un paparazzo; chiunque abbia un account su Twitter è un cronista; chiunque ha accesso a Youtube è un regista. Quando tutti sono paparazzi, reporter e registi, gli altri sono personaggi pubblici. E per un personaggio realmente pubblico – un politico – lo scrutinio può diventare talmente sgradevole da rendere la vita pubblica qualcosa da evitare ad ogni costo.”


5 commenti a “Se la partecipazione è troppa”

  1. Dave dice:

    L’avevo letto domenica. Naturalmente per i nostri però era molto più allettante presentarlo come la disamina del web 2.0 che tanto ce piace.

  2. Sara Durantini dice:

    Perdità di centralità e d’identità della parola, scriveva Zavoli domenica su IlSole24ore ma, altro possibile aspetto, perdità della qualità della parola. Solo che a questo punto ci si chiede verso quali orizzonti stiamo approdando legittimando la libertà d'”informazione” e di opinione inaugurata da twitter e facebook . Non ho opinioni catastrofiche al riguardo tuttavia credo che si potrà avere una visione d’insieme più obiettiva magari tra alcuni anni, guardando a distanza gli eventi con maggiore lucidità.

  3. iced dice:

    La vita pubblica di un personaggio pubblico è pubblica per definizione, può essere sgradevole se si fanno pubblicamente cose sgradevoli. Il resto è gossip.

  4. Terminologia etc. » » popularism <> popolarismo dice:

    […] Massimo Mantellini ha citato un articolo di Thomas L. Friedman, The Rise of Popularism, perplesso che nella traduzione di Repubblica il titolo sia diventato Il potere dei follower. Forse chi ha tradotto il testo in italiano ha voluto evitare di evidenziare un falso amico? […]

  5. Pier Luigi Tolardo dice:

    Si,potrebbe essere un disincentivo negativo in un Paese in cui la privacy è un valore e la libertà è sacra.
    In Italia questo fa sì soltanto che gli stessi politici che cercano in tutti i modi la spettacolarizzazione della politica: dall’esibizione di moglie e figli alle camicie più sgargianti, dal fare in risotto in Tv alle prove sportive siano che ogni giorno vorrebbero imbavagliare giornali, tv e Internet.