Sergio Rizzo sul Corriere di oggi spiega alcune cose sul carrozzone SIAE
Quanti lo ritengono un privilegio anacronistico non sanno che la Società degli autori ed editori è anche tecnicamente un gruppo familiare. Al 42 per cento. Nel senso che ben 527 dei 1.257 assunti a tempo indeterminato (il 42 per cento del totale, appunto) vantano legami di famiglia o di conoscenza. Ci sono figli, nipoti, mariti e mogli di dipendenti ed ex dipendenti. Ma anche congiunti di mandatari (cioè gli esattori dei diritti) di sindacalisti e perfino di soci. E poi rampolli di compositori e parolieri, perfino delle guardie incaricate della vigilanza nella sede centrale.
La lista è sterminata, con intrecci che attraversano ogni categoria. Dei 559 entrati alla Siae durante gli anni per chiamata diretta, ben 268 sono parenti. Idem 57 dei 128 reclutati tramite il collocamento obbligatorio. E 55 dei 154 che hanno superato le selezioni speciali. Ma perfino 147 dei 416 assunti per concorso hanno rapporti di parentela.
Giugno 26th, 2012 at 18:40
Mante, mi aspettavo commentassi la “indennità di penna”… :)
Giugno 26th, 2012 at 19:12
scusate, ma quale diritti d’autore merita più degna tutela che quello del nome? Tramandandosi tra parenti il posto di lavoro, tutelano, appunto, il diritto d’autore del proprio nome.
Giugno 27th, 2012 at 13:33
Il “perfino” è satira di fioretto