Ora che il nodo dei sottosegretari è stato sciolto (in modo certamente non indolore, si intravedono, per quel poco che conosco, nomine eccellenti accanto ad altre incredibilmente deprecabili) si può tentare una previsione sulla propensione del Governo Monti ad occuparsi dei temi di Internet? Probabilmente no, però qualche considerazione è possibile farla ugualmente.

L’idea di un ministro per Internet, chiesto da molti a gran voce nelle scorse settimane (idea che personalmente non mi entusiasma), non è stata presa in considerazione. Del resto un tema del genere, che contamina ormai dal profondo tutta la nostra struttura sociale ed economica, non può e non deve restare confinato in una sorta di piccolo zoo ministeriale delle nuove tecnologie. La storia recente del nostro paese ci racconta del resto di una lunga serie di Ministri dell’Innovazione e delle Comunicazioni deludentissimi (da Cardinale a Gasparri da Stanca a Gentiloni) delle cui gesta avremmo potuto tranquillamente fare a meno. Se il Ministro di Internet era un segnale di fumo di Monti alla tribù internettiana, beh questo segnale non c’è stato.

Tramontato il Ministro è arrivato il turno del sottosegretario per Internet. Da qualche giorno si parlava della possibile messa in campo di un sottosegretario apposito (non quello delle Comunicazioni che era dato per assegnato alla galassia televisivo-berlusconiana) con la delega per l’Agenda Digitale. Una figura del genere sarebbe stata probabilmente utile per molte ragioni e i nomi dei “tecnici” che giravano fra gli addetti ai lavori erano ottimi nomi di persone appassionate e competenti. Mario Monti ha invece deciso che per qualche ragione un sottosegretario all’Agenda digitale non serviva.

Il sottosegretario alle Comunicazioni, a dispetto di alcuni nomi orribili che circolavano sui giornali i giorni scorsi, sarà Paolo Peluffo, giornalista istituzionale di cui parlano tutti molto bene, ma probabilmente assai digiuno dei temi dell’Agenda Digitale. L’altro sottosegretariato con saldi collegamenti con i temi della rete Internet, quello all’Editoria, è stato affidato a Carlo Malinconico che scivola senza apparente imbarazzo dalla Presidenza della Federazione Editori al ruolo di sottosegretario all’editoria. Una scelta – quella dell’incentivato che diventa incentivatore – se non inopportuna, almeno molto discutibile. Gli amanti del tiro alla Croce Rossa potranno rintracciare in rete le numerose dichiarazioni di Malinconico su come tassare gli utenti Internet per finanziare l’editoria in crisi. Così tanto per farsi una idea della sua propensione digitale.

Basta questa discreta sfilza di “non segnali” per dire che Internet sarà trattata dal governo Monti esattamene come è stata trattata dai governi precedenti? No, non basta. Io personalmente non lo credo e spero che non sarà così. Certo è che se il capo indiano Monti avesse inteso mandarci un segnale, questo non è stato ricevuto. Nessun segnale di fumo. Magari l’accendino di Mario aveva solo finito il gas.

11 commenti a “Portare Internet al governo (o viceversa)”

  1. Matteo R dice:

    Quella di tassare internet è una vecchia idea di De Benedetti: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/24-settembre-2009/internet-giornali-valore.shtml

  2. db dice:

    Io invece avevo inteso che Peluffo c’entrasse davvero poco con le Comunicazioni, riportando alla presidenza con un incarico poco diverso da quello che già aveva ricoperto in passato:
    http://www.clicnews.info/?p=166

  3. massimo mantellini dice:

    @db, sì anche Quinta mi diceva poco fa che dovrebbe essere come dici ( e che il grosso resta sotto Passera)

  4. Andrea dice:

    Peluffo l’ho avuto come docente per una lezione di un master in comunicazione.
    Non sarà un esperto di nuovi media, ma i media li conosce.
    Per quel poco che ci ho avuto a che fare mi è piaciuto, visto che nonostante l’esperienza ha dimostrato di essere una persona disponibile, aperta al dialogo e alle altre realtà intorno.
    ce ne fossero!

  5. Santiago dice:

    Basta questa discreta sfilza di “non segnali” per dire che Internet sarà trattata dal governo Monti esattamene come è stata trattata dai governi precedenti? No, non basta.

    chapeu.

    Lo penso da tempo.

    E condivido il tuo scarso entusiasmo verso il ministro di turno che viene su internet. Coloro che lodano “non segnali” del genere sono gli stessi che volevano candidare il premio nobel per la pace (non so, magari anche tu eri tra di questi).

  6. Santiago dice:

    *chapeau
    scusate, errore di battitura.

  7. Carlo M dice:

    ma secondo voi i “temi di internet” in questo momento sono una priorità? oppure monti nei prossimi mesi ha questioni un tantino più urgenti in agenda?
    ma se preferiamo parlare di amenità allora oltre al ministro di internet io vedrei bene il ministro del tennis, altro settore nel quale l’italia ha carenze strutturali di vecchia data.

  8. diamonds dice:

    non vorrei disilludervi,ma temo che un’idea di come sarà il futuro potrebbe darla una visione con cambio di prospettiva del film con Tom Hanks,the terminal.Se vi avanzano due batterie solari non sprecatele ora

    http://s2ki.iroque.com/Tugz_S2K/Cameo%20-%20Word%20Up.mp3

  9. gregor dice:

    internet deve rimanere libera.. nessun ministro ci deve mettere le mani, nessuno la può amministrare e controllare!

  10. Pier Luigi Tolardo dice:

    Spezzo un clic per Peluffo: come portavoce di Ciampi ha voluto Quirinale.it e ha portato la Presidenza della Repubblica sul web, messaggio di Capodanno compreso.
    Su Malinconico la penso come Mante, pazzesco! E allora perchè non la Camusso al Welfare, per dire.
    No, Monti ha sbagliato con Passera alle Infrastrutture, appena tolto da fare il banchiere di Intesa, quasi fosse da premiare un banchiere poi, quando Intesa controlla mezza economia italiana, affiancandolo poi con un sottosegretario come Ciaccia, collaboratore di Passera ad Intesa. Dini con l’appoggio di Scalfaro aveva fatto meglio: alla Difesa aveva messo un generale in pensione e non un ammiraglio in servizio attivo, agli esteri la Suni e non un diplomatico ancora in servizio e alla Giustizia non l’avvocato di Eni, Telecom, etc. Dopo Berlusconi abbiamo mitridatizzato il conflitto di interessi e ci vorranno decenni per capirlo….

  11. kriss dice:

    Il ministro di Internet mi suona come il Ministro della Magia di Harry Potter. Internet deve rimanere libera. Al limite le Infrastutture dovrebbereo pensare alla banda larga dove si può …. perchè siamo un Paese dove ci vendono le connesisoni a 7 mega anche in cima all’Appennino dove a stento ci si riesce a connettere . Ecco questi sono i problemi. La solita IItalia a due (o più) velocità.