Ho guardato un po’ di Sanremo. Mancavo da qualche anno. Devo dire che mi son divertito. Un po’ ha contribuito l’impostazione leggera del programma: amputata di tutti gli inutili salamelecchi baudiani la trasmissione scivolava via tutto sommato con ritmi sopportabili. Merito anche della Clerici certamente, presentatrice brava e normalissima. Insospettabile e quasi perfetta (se avesse evitato la triste riverenza ai papaveri della direzione Rai accorsi in prima fila). Mi sono divertito anche a commentare (ed a leggere) su Friendfeed quello che stava accadendo. Il social zapping penso avrà sviluppi insperati. Ieri sera per esempio su FF si sapeva mezzora prima chi fossero i tre finalisti e i commenti valevano il prezzo del biglietto. Il resto sono le canzoni e la classifica. Le canzoni sono state brutte, come al solito forse, forse un po’ più brutte del solito e la sacralità che alcuni ancora giustamente vorrebbero ascrivere al programma, e’ ormai completamente sfarinata. Nella categoria big, un tempo riservata a mostri sacri e cariatidi della canzone popolare italica, oggi c’è di tutto: dal Principe dalla sguardo sveglio e la voce forte, ai ragazzini usciti dai talent show televisivi. Tutto in nome di una vacuità televisiva della quale non e’ possibile non tener conto, non foss’altro perche’ regge in piedi i conti dell’industria discografica. La classifica è invece irrilevante per due motivi: il primo perchè e’ sempre stata concordata fra le case discografiche dai tempi dei tempi. La seconda perchè è viziata dalla logica elegante a-la-Maria de Filippi e come tale facilmente adulterabile. Un risultato addomesticato, basato su migliaia di gonzi che spendono 75 centesimi per votare questo o quel cantante. Se va bene si tratta di innocenti entusiasti, se va meno bene sono gli operai di un business da 4 soldi, applicati alla catena di montaggio del consenso televotato. Sullo sfondo del festival, come sempre, c’è il prodotto musicale italiano, un prodotto OGM dove la parola artista davvero ha modesta cittadinanza e dove i maghetti che mescolano il pentolone dei successi prossimi venturi sono persone che, dopo aver tentato ogni formula possibile, oggi si affidano alla tutela TV per trasformare il nulla nel nulla agghindato. E magari prossimamente si arrenderanno all’evidenza e torneranno a fare gli assicuratori, come Causio a fine carriera. Trenta secondi di Mary J. Blige bastano a capire la profondità dell’abisso nostrano che però, insomma, non è una novità dell’ultimora, e non è colpa della saprofita De Filippi, di chi vende musica come se fossero merendine o degli ignoti e roteanti alti dirigenti Rai che appaiono e scompaiono ad ogni battito di ciglia (di Berlusconi).

26 commenti a “Chi ha ucciso il piccolo principe?”

  1. ad dice:

    puoi mettere il link della conversazione di ieri sera suff? grazie

  2. vanus dice:

    ma c’è qualcuno che compra ancora musica?

  3. rain dice:

    si vanus,
    anche se non necessariamente quella di Sanremo,
    del resto non siamo mica tutti uguali, per fortuna.

  4. piovedisabato dice:

    Vanus
    Proprio ieri ho acquistato a 4,99€ 27 bei pezzi di John Coltrane.
    Per quanto riguarda il festival mi pare anche a me che ormai siamo caduti nelle maglie di maria de filippi e non penso sarà più possibile tornare indietro.
    Invece sulla furbata fatta ai danni dei sigur ros sto leggendo un bel po’ di cose in rete. Ma anche qui tutto verrà sepolto nell’indifferenza. a meno che i sigur non agiscano di conseguenza. Un post sulla questione è qui http://hgw27.net/archives/57

  5. vanus dice:

    no, purtroppo , ci sono anche gli ipocriti, e chi parla per interesse

    ti consiglio di leggere ” copio dunque sono ” di Assante

  6. livs dice:

    @ vanus. certo, non solo c’è ancora chi la compra, la musica, ma c’è anche chi la vende, con passione e soddisfazione. acquistare un album non solo è rispetto nei confronti di chi l’ha pensato/suonato/registrato/investito ma anche nei confronti di se stessi in qualità di buoni ascoltatori. certo sono convinta che ci sia troppa fuffa in giro ben più che prescindibile, ma la musica è anche un business fatto di talenti che esprimono il nostro tempo e che meritano di essere sostenuti come qualsiasi altra manifestazione artistica. credo nel baratto ma non nella gratuità, che è mancanza di sensibilità nel riconoscere il valore di qualcosa. mi piacerebbe tanto fare un sondaggio: il tempo dedicato ad un ascolto scaricato è lo stesso dedicato ad un ascolto acquistato?
    non sottovalutiamoci noi come ascoltatori, e loro come artisti! (non mi riferisco alle cose uscite dalla coppia De Filippi/Maionchi, ma per me Sanremo quest’anno aveva un paio di buone cose).
    saluti e complimenti a Mantellini per il blog, che leggo quasi regolarmente

  7. luca dice:

    Anche io mi sono rincuorato un po’ solo con
    Mary J.
    che vi ripropongo qui, per farvi stare allegri

    http://chepalle.gazzetta.it/post/22279869/La+Mary+J.+Blige+che+mi+piace

  8. vanus dice:

    “credo nel baratto….” sono d’accordo, è ciò su cui si basa il p2p , lo dice qualcuno molto più autorevole di me.
    rispetto? mah!

    @luca

    mary g. come l’ha presentata la clerici

  9. livs dice:

    “il baratto è ciò su cui si basa il p2p”:
    facile barattare qualcosa con qualcosa che non è proprio! se tu baratti l’album del tuo gruppo con quello di un altro sono perfettamente d’accordo (son fatti tuoi), così come se io baratto ore di lavoro in cambio di una cena, oppure ore di sala prove in cambio di promozione. L’unità di misura del baratto penso sia il proprio tempo (speso per ottenere l’oggetto da barattare), non i GB scaricati. bella roba

  10. vanus dice:

    @livs ( poi la pianto)

    mi chiedo dove vivite e a che pro commentiate ,perchè sull’argomento ci sarebbe da scrivere un trattato.avete montato un torrone semplicemente su una verità che ho sottolineato: nessuno paga per una cosa che può avere gratis. vi girano le palle ? beh aspettate ancora qualche mese che la UE imponga a tutti i paesi la sospensione della banda larga ( legge che che comunque non sarà così restrittiva come quella francese) e sarete contenti.

    @piovedisabato
    la “storia” dei sigur ros è stata sganmata l’indomani mattina ,sicuramente merito di un fan che aveva l’album , no?

  11. piovedisabato dice:

    vanus
    no, a quanto sembra merito di christian rocca.

  12. rain dice:

    secondo me era sicuramente uno che aveva “scaricato” tutti i sette album dei sigur ros più i due dvd e conosceva a memoria i brani contenuti contenuti oltre a conoscere completamente la discografia intera dei cure, dei joy division e decine di altri, ah aveva anche condiviso su p2p le registrazioni di tutte le le puntate di amici.
    Per il momento vivo ancora in Italia, purtroppo.

  13. antiorario dice:

    vanus ha detto “nessuno paga per una cosa che può avere gratis.”

    Nessuno? Mi pare che la storia—molto contemporanea—smentisca questa affermazione. Se fosse una “verità,” l’iTunes Store non avrebbe venduto miliardi di canzoni (sta facendo il conto alla rovescia per il decimo miliardo di brani proprio in questi giorni).

    E non c’è solo la Apple a vendere musica nel mondo, con successo più o meno marcato: questo significa che, al contrario di quello che dice vanus, di fronte all’alternativa tra comprare un oggetto o procurarselo illegalmente (spesso con notevole sforzo e incertezza del risultato) le persone tendono a scegliere di comprare.

    Ognuno è libero di dare a questo fenomeno il giudizio che vuole, ognuno dal proprio punto di vista (il pirata e lo scaricatore assiduo diranno che chi compra è stupido, la negoziante di dischi preferisce senz’altro—e con ragione—che le persone comprino da lei), ma non si può negare il fatto che il mercato musicale esista ancora. È vivo, è in evoluzione, funziona molto spesso in modo meno che perfetto, ma esiste.

  14. raxi dice:

    Per chi nn conoscesse i Sigur Ros
    Agaetis Byrjun ed Hoppipolla (= Saltando nelle pozzanghere)
    sono due capolavori assoluti da cui cominciare.

    Il dvd-documentario Heina è una perla di intelligenza
    e racconta di un mondo e di una sensibilità
    molto lontani dal nostro.

    Su youtube materiale a profusione.

    Salute alla community.

    R

  15. Giuseppe Mazza dice:

    Discussione interessante, mi permetto solo di far notare che i 75 cents per ogni televoto sono molto vicini al costo di una canzone in digitale. Invece le persone hanno preferito spenderli senza avere nulla in cambio (e si parla di molte centinaia di migliaia di voti, ieri sera) ed al contrario si arrabatteranno per scaricare gratuitamente dai circuiti clandestini la stessa canzone che hanno votato.

  16. massimo mantellini dice:

    @giuseppe mazza, verissimo!

  17. ale dice:

    ma infatti giuseppe mazza ha ragione da vendere… non e’ tanto il fatto dell’euro per la song da scaricare da itunes… ma del valore che si da a questa canzone…
    se la passano ogni 30 minuti alla radio che senso ha comprarla? in quel caso son gia messi bene a rientri siae e paraculate varie…
    invece per un indipendente che e’ alieno dall fm, vedi non ha bazze scf o chi per loro, allora quell’euro e’ vitale…

    gli stessi che spendono 8 euro per un drink poi cercano di scaricare la canzone da 1 euro… e’ li che bisognerebbe far capire alla gente il valore della musica… certo che finche’ ci sono spettacoli come il festival di san remo vaglielo a spiegare… preferiscono spendere anche 4 euro per un televoto per votare la loro rappresentazione sognante in televisione… la musica qui non c’entra una fava secondo me

  18. Compos Mentis » MySanremo dice:

    […] molto dell’esperienza del gruppo di ascolto online, apprezzatissimo. (Qui, qui, qui, qui, qui e sicuramente anche altrove; se vi va anzi di segnalarmi gli altri post sul tema che trovate in […]

  19. Dario B. dice:

    oggi c’è di tutto: dal Principe dalla sguardo sveglio e la voce forte, ai ragazzini usciti dai talent show televisivi

    I ragazzini li ho visti, ma non mi ero accorto della partecipazione di De Gregori ;-)

  20. Gian dice:

    ma mi sembra di aver visto alzarsi in platea l’On. Bersani……
    Oddio forse mi sono distratto col telecomando o forse era un incubo…..ma no era proprio LUI.
    Visto che lo ignori te lo vorrei rammentare.
    Ciao Gian

  21. massimo mantellini dice:

    @gian, probabilmente in quel momento ero al bagno ;)

  22. Robbie the robot dice:

    A sanremo c’è stato un po’ di tutto anche negli anni passati. Ricordo con raccapriccio le comparsate di francesco salvi, gigi sabani, sergio vastano, enzo braschi, alessandro curzi, mario capanna, nichi vendola, marisa laurito… ;-)

  23. Sandro dice:

    … il principe dalla VOCE forte?!?!

    O_o … ma se ha preso 4 stecche ogni 3 note!!! forte de che?

  24. /plb dice:

    I televoti a 75 cent. li comprano le case discografiche, ne parlava stamattina alla radio il responsabile di un call-center…neanche lo schifo è autentico in tv.

  25. Elena T. dice:

    come il mante dice, un gruppo di frienfeed dedicato al festival è stato fantastico.
    grande divertimento e partecipazione…vivere il festival così è stata tutta un’altra cosa…se era solo per le canzoni ::(

  26. Geff Spicmen dice:

    ma chi cavolo la compra la musica… siamo nell’era di internet, delle reti geografiche, della digitalizzazione e condivisione… e svegliatevi un pò!