Oggi guardavo su Friendfeed una foto dei Faraglioni messa da una amica. Siccome sono ignorante e poi molte cose le dimentico (aggiungi se vuoi che non sono nemmeno mai stato a Capri in vita mia) ho controllato su Google Maps dove fossero esattamente i faraglioni. Se fossero a nord o a sud, se fossero grandi o piccoli e cose del genere. Piccole curiosità. Poi zoomando a caso la costa dell’isola accanto ai Faraglioni ho intravisto una costruzione che conoscevo.
Si tratta di Villa Malaparte, l’incredibile bellissima casa progettata negli anni 30 da Adalberto Libera per Curzio Malaparte. Così ho speso un po’ di tempo a leggere di questa casa (Malaparte smosse tutte le sue conoscenze romane per costruirla in deroga ai piani ambientali sul terreno a strapiombo sul mare acquistato da un pescatore dopo essere stato a Capri a far visita ad un conoscente) e di come lo scrittore (cui non difettava l’ego) abbia poi di fatto sostituito l’architetto nel completamento del progetto da lui stesso chiamato “Casa come me”.
In particolare al riguardo ho trovato un breve saggio di Vittorio Savi qui e anche alcune belle foto qui.
Poi ho letto su Wikipedia la biografia di Malaparte, che è complicata e affascinante anche nella sintesi estrema della enciclopedia libera. E da lì ho scoperto che su Youtube c’è un curioso video di Villa Malaparte vista attraverso le scene di un vecchio film di Jean Luc Godard girato nel 1963. E sarà stato anche questo un caso ma i brevi spezzoni tratti da “Le Mepris” sono bellissimi e la musica altrettanto che quasi ti viene voglia di vederlo per intero.
Sempre su Youtube, li accanto, c’era il link ad un altro video. Mostra, ripreso da una telecamera amatoriale il “mausoleo di Malaparte” che è certamente un altro luogo a me ignoto ma di grande fascino. E’ stato costruito nel 1961 (Malaparte era morto alcuni anni prima per un tumore) sulla collina di Spazzavento sopra Prato all’imbocco della Val Bisenzio:
Il monte e’ brullo, pietroso e la vegetazione e’ molto scarsa: il Mausoleo ci appare protetto dai venti freddi del nord da un muretto ed e’ preceduto da una breve scalinata. La tomba consiste in un grosso sarcofago di pietra locale che reca incisi il nome Curzio Malaparte e l’anno della sua nascita (1898) e della sua morte (1957). Il Mausoleo e’ stato costruito nel 1961 per onorare la volonta’ dello scrittore che a suo tempo aveva detto …e vorrei avere la tomba lassu’, in vetta allo Spazzavento, per sollevare il capo ogni tanto e sputare nella fredda gora del tramontano e proprio queste parole sono incise sul monumento funebre insieme ad un’altra espressione dello scrittore ..io sono pratese, sono orgoglioso di essere pratese e non vorrei essere nato se non fossi stato pratese….(link)
Aprile 30th, 2009 at 21:45
bel post e bel titolo
Le mépris guardalo che è un gran film
Aprile 30th, 2009 at 21:47
L’unico abuso edilizio del quale possiamo andare fieri :-)
Aprile 30th, 2009 at 22:12
Confermo la straordinaria bellezza di Le mépris di Godard. Però guardalo in lingua originale: la produzione italiana lo ha massacrato tagliandolo, aggiungendogli della musica lounge completamente inutile e soprattutto facendo parlare tutti in italiano (mentre una delle caratteristiche del film è proprio la barriera linguistica tra il produttore americano e Michel Piccoli, costantemente mediata dalla traduttrice simultanea: guardando il film in italiano ci si chiede perché c’è una cretina che ripete sempre, parola per parola, le frasi che dicono gli altri).
Aprile 30th, 2009 at 22:17
Concordo. Riguardo a Curzio Malaparte segnalo le appassionate pagine finali del nuovo saggio di Milan Kundera, «Un incontro», Adelphi,[“La pelle,«un arciromanzo»].
Aprile 30th, 2009 at 22:19
Leggendo il post mi è subito venuto in mente di consigliarti di guardare assolutamente il bellissimo “Le Mepris” nella versione originale, ma vedo che Suzukimaruti mi ha preceduto.
La versione italiana “Il Disprezzo” è a tutti gli effetti un film stravolto, che Godard stesso ha disconosciuto.
Aprile 30th, 2009 at 22:27
Ennesima dimostrazione di come perdere ore su Internet per quanto l’argomento possa essere interessante :P
Aprile 30th, 2009 at 22:45
Ottimo esempio di Massimo su come, con Internet, si può partire da un particolare e costruirsi un palinsesto informativo profondo e ampio a proprio piacimento.
Un media imbattibile per livello di personalizzazione delle informazioni e vivacità dei contenuti estratti e per la velocità nel reperire il tutto rispetto a qualsiasi altro strumento di comunicazione.
Ho provato anche io più volte, per ricerche nate quasi per caso sui più disparati argomenti, la stessa soddisfazione che trapela dalla sua descrizione della storia di Villa Malaparte.
E come il piacere che provi quando scopri qualcosa di nuovo durante un viaggio e che non vedi l’ora di raccontare appena torni a casa.
Credo che Massimo abbia scritto questo post più come esempio di cosa si può fare con un sapiente uso del Web, piuttosto che per formalizzare a noi quello che aveva trovato in merito.
Mi sono sbagliato?
Aprile 30th, 2009 at 22:48
@atos, no non ti sei sbagliato ;)
Aprile 30th, 2009 at 23:17
Scusate se dissento, ma questa villa di Malaparte è veramente di una bruttezza rara, soprattutto per il posto in cui si trova. Non avrei alcuna esitazione a raderla al suolo come hanno fatto con Punta Perotti :-)
Aprile 30th, 2009 at 23:33
finalmente ho un post da linkare a mio padre (che è architetto) con cui posso sperare di “prenderlo per la gola” e fargli capire cosa vuol dire Web. Grazie! :)
Maggio 1st, 2009 at 00:43
E’ vero, il web ha anche questa funzione ma ahimè, io non la trovo così affascinante ed omnicomprensiva.
Io trovo che il tuo post porti alla luce la capacità di sintesi e di indirizzo del web ma nulla di più. Anzi, forse è anche esplicativo di come il web possa essere totalitario, falsamente esaustivo ed appagante ma eccessivamente riassuntivo.
L’esperienza che tu hai fatto deve continuare nel reale ( inteso come cosa e non solo come realtà: continuare attraverso le cose ) per essere positiva e per connotare il web di utilità, altrimenti è come il nutrimento degli uomini del futuro immaginato nei film di fantascienza degli anni ’50/’60: pillole in cui ci sono tutti i valori nutrienti, pillole colorate al posto della fiorentina, della pasta al sugo etc.
Presa così sembra un’esperienza affascinante ma deve essere solo uno spunto altrimenti, se si smette di fissare il monitor e ci si guarda intorno, rimane solo l immagine di una persona che sta seduto sulla propria sedia e pensa: un uccello con le ali tagliate.
L’esperienza dovrebbe continuare nella lettura delle opere, nel pianificare, ove possibile, gite culturali, nella voglia di respirare con le proprie narici l’aria del mausoleo e della villa, dei luoghi attigui, il tutto con la voglia di scoprire tutto quel che c’è attinente o meno….e di cosa nasce cosa.
Altrimenti rimane solo una pura astrazione. Internet, il web, è sempre più “bastevole” e sempre meno strumento di scoperta.
P.S. a margine riporto anche un altra piccola caratteristica del web e di post come il tuo: la scoperta dell’ignoranza.
Io sono concittadino del Malaparte, ho fatto tutte le scuole nel suo stesso Liceo, ho studiato la sua vita, ho letto ( poco e male ) le sue opere ma posso dirlo di non conoscerlo, era per me un qualcosa da sapere e non da assaporare. Rimedierò.
Maggio 1st, 2009 at 03:51
Il post evidenzia anche il fatto che per Mantellini tutti i giorni e’ il primo maggio.
Maggio 1st, 2009 at 07:24
Insomma, tutto tranne che leggerlo…
(però in effetti il post è carino)
Maggio 1st, 2009 at 07:54
alla sua morte la lasciò in eredità alla Repubblica Popolare Cinese…
Maggio 1st, 2009 at 09:15
Mi sembra sia sfuggito questo gustosissimo trailer
http://www.youtube.com/watch?v=ogZB-6yLSlQ
Maggio 1st, 2009 at 09:49
E sono d’accordo con il pratese Riccardo del piano di sopra.
Internet come spunto, ma non qualcosa di esaustivo.
Maggio 1st, 2009 at 10:03
Philippe Daverio ci girò alcune puntate della sua trasmissione domenicale qualche anno fa. E’ la buona occasione per vedere “da dentro” la villa.
Ciao
Maggio 1st, 2009 at 13:01
Quoto Riccardo.
Il rischio di queste esperienze affascinanti, per gli indolenti e pigri come me, è proprio quello di farle diventare “bastevoli”.
Una buona ricetta non vale un pessimo pranzo.
Maggio 1st, 2009 at 17:08
Al di la’ dello scopo del post, al di la’ delle diverse opinioni, mi piace cogliere l’occasione per vagare un po’.
Vi segnalo due video
Questo e’ una famosa scena di Le Mépris
http://www.youtube.com/watch?v=XZ_77yVYTfo
Questo, invece, e’ un recente commercial di Chanel Allure, per la regia di Bettina Rheims
http://www.youtube.com/watch?v=j8Qa2_bHDus