24
Ago

Quando capito a Londra mi collego regolarmente alla rete usando le wlan aperte che si trovano in giro (anche all’Apple Store a Regent Street ce ne e’ una compresa di poltrone per starsene in pace al calduccio). Non sapevo che la prossima volta potrei essere arrestato.

(via rainews24)

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17 commenti a “LADRI DI BIT”

  1. ninna_r dice:

    Fortuna che il mio vicino non sa che in questi giorni ogni tanto mi sono collegata alla sua rete con il portatile…

  2. PAdBN dice:

    Baustelle?

    L.

  3. Dario Salvelli dice:

    Wow,occhio a Scotland Yard. la prossima volta Ma Luca Conti non collabora con Rai News 24? :-)

  4. stefigno dice:

    assurdo…ma arrestato addirittura…? si può essere quindi arrestati per queste cose…ma è troppo ! no?

  5. the Dandy dice:

    Ritenevo (erroneamente da quanto letto) che solamente l'Italia e pochi altri stati non permettessero di condividere una connessione. a questo punto mi domando come poter interpretare i Foneri: tutti trasgressori o combattenti per la libertà  di connessione?

  6. Daniele Minotti dice:

    @ the Dandy

    Il problema della condivisione di connessione e' cosa un po' diversa da questo "furto". Un fonero volontariamente mette a disposizione la sua banda, quello che gliela scroccano (anche se la lascia incautamente aperta) no (o, almeno, non necessariamente).

    Per FON, in Italia, ci sono i limiti del Codice dell Comunicazioni (onde che non devono passare sul suolo pubblico) e del pachetto Pisanu (identificazione di chi si collega).

    Sullo "scrocco", ho colto l'occasione per ricompattare un po' di considerazioni che avevo fatto negli anni passati.

    Se vi interessa, questo e' il post

    http://www.minotti.net/furto-di-banda/wardriving/furti-impossibili.htm

  7. .mau. dice:

    Immaginavo che il decreto Pisanu fosse un problema per la condivisione del wifi (ma il problema è per chi lo condivide, non per chi lo scrocca…). Però non capisco come faccia un'onda a passare sul suolo pubblico.

  8. Daniele Minotti dice:

    E' un'espressione in uso, in effetti non molto corretta e, comunque, non usata dal legislatore.

    Deriva dal *negativo* della norma che dice, in buona sostanza, che, a certe condizioni, sul proprio fondo si possono far funzionare apprecchiature tlc. Fondo, ovviamente, e' anche un appartamento, un ufficio, ecc. Donde, la liceita' di una wlan *domestica*.

    E' l'art. 99 del codice delle comunicazioni elettroniche.

    Ovviamente, per la condivisione, secondo Pisanu i problemi sono per chi mette in condivisione.

  9. Sal dice:

    Ancora una volta i legislatori dimostrano quanto siano indietro rispetto alle nuove tecnologie. Uno potrebbe anche tenere aperta la propria connessione per permettere la fruizione di Internet a "chi passa di lì". Non mi sembra una cosa tanto insensata, dipende quanto una persona possa essere "generosa" col prossimo. Chi sfrutta una connessione aperta non può sapere a priori se l'utente è consapevole o no, quindi un po' di tolleranza per i "nomadi del wi-fi" sarebbe più giusta.

  10. Daniele Minotti dice:

    Premetto che neppure io penso che, normalmente, queste condotte provochino un vero danno (o pericolo), ho qualche dubbio che si possa fissare una presunzione di concessione della rete.

    Sappiamo benissimo che, foneros e generosi (pochissimi) a parte, se le reti sono aperte e' perche' il titolare non sa che puo' porteggerle (e come si fa) oppure le lascia volontariamente non protette per avere prestazioni superiori oppure, ancora, il tecnico, per fare bella figura in termini di prestazioni, non le protegge.

    Che sono comportamenti irresponsabili perche' voglio vedere se uno ti fa uno scherzetto con la tua bella rete aperta (si scarica un pedoporno, ad esempio). La Postale, giustamente, viene a a casa tua e, quanto meno, ti fanno una perquisizione e un sequestro. Poi, magari, ti condannano semplicemente perche' sei il titolare della linea (e' successo ad un mio cliente, pochissimo tempo fa; andremo in appello ovviamente).

    No, penso che sia fuori luogo parlare di tolleranza. Non sbagliato, ma fuori luogo.

    Eppoi, eccessi dell'arresto a parte, voglio sperare che i poliziotti si siano informati su un eventuale consenso del titolare della rete.

  11. vb dice:

    Sulla maggior parte dei blog e delle riviste di informatica inglesi, questo atteggiamento delle forze dell'ordine è duramente criticato, anche perché il motivo della repressione del governo inglese non è tanto il difendere i poveracci che mettono su un wi-fi in casa e non lo sanno configurare, quanto evitare l'uso anonimo e non rintracciabile della rete, ovviamente con la classica giustificazione del terrorismo.

    Personalmente non ho una opinione ferma, vedo i pro e i contro di entrambe le decisioni; mi sembra però assurdo che la punizione possa avvenire in assenza di qualsiasi avvertimento o protesta del gestore della rete. La prossima volta che sono a Londra, come distinguo un wi-fi pubblico da uno privato lasciato aperto per sbaglio?

  12. Daniele Minotti dice:

    @vb

    Non conosco la legislazione UK, ma e' chiaro che il nostro decreto Pisanu e' esplicitamente antiterroristico (per il codice delle comunicazione elettroniche e' una cosa diversa).

    Ma dubito che sara' applicato per chi lascia una wifi senza identificazione. Si preoccupano di piu' degli Internet Point (qui a Genova mi risulta siano stati fatti accertamenti poco tempo fa).

    Del resto, noi italiani digeriamo gia' poco certe imposizioni come caschi e cinture di sicurezza, figurati un obbligo pressante di proteggere la tua wlan.

    Fermo restando, ribadisco, che il decreto Pisanu non e' a tutela del titolare. Ma gli altri reati da me citati si'. E penso che un reato del genere (che in Italia e' normalmente a querela) sia stato contestato al tipo colto in flagrante. Dunque, non so quanto senso abbiano le parole dei blogger e delle riviste inglesi.

  13. Sal dice:

    Ma verrà  un giorno in cui la Rete sarà  aperta e fruibile GRATIS da tutti? L'accesso ad Internet quando verrà  considerato bene primario?

  14. Daniele Minotti dice:

    Penso che l'apertura e la gratuita' della Rete competano lo Stato.

    Comunque, sono cose diverse dall'anonimato.

  15. Sal dice:

    Chi ha paura dell'anonimato in Rete? A questo proposito mi permetto di incollare le righe finali di un articolo di Bruce Schneier tradotto da Attivissimo:

    "Sono in troppi a definire erroneamente la questione contrapponendo sicurezza e privacy. La vera scelta è fra libertà  e controllo. La tirannia, sia che emerga sotto la minaccia di un attacco fisico straniero, sia che derivi da un'autorevole sorveglianza domestica, resta comunque tirannia. La libertà  richiede sicurezza senza intrusione, sicurezza abbinata alla privacy. Una sorveglianza generalizzata da parte della polizia è, per definizione, uno stato di polizia. Ed è per questo che dobbiamo essere paladini della riservatezza anche quando non abbiamo nulla da nascondere."

  16. Sal dice:

    Questa notizia casca a fagiolo :-\

  17. Gianluca Canducci dice:

    Secondo me ci sono troppe vittime causate dall'"ignoranza" informatica di tante persone poco esperte, ed è su queste che i veri conoscitori di informatica giocano, e molte volte guadagnano anche attraverso trappole informatiche non visibili ad un utente non esperto. Cè ancora troppa disinformazione, e le tecnologie informatiche avanzano sempre di più, a ritmi poco abbordabili da parte di tanti utenti

    Tanti saluti

    http://www.gcsoftwares.com

    PS: nel mio sito ci sono alcune utili risorse gratuite da scaricare