Io non ho mai subito l’attrazione del giornalismo. Eppure se domani potessi essere a Milano a Ritalia Camp (non posso purtroppo) mi piacerebbe molto starmene in un angolo ad osservare e magari scrivere una cronaca della giornata. Visto da lontano questo incontro, per le modalita’ spontanee di nascita, ma anche per le energie che e’ riuscito ad aggregare, è gia’ ora un esempio potenziale di come possa essere usata la rete per incidere sul reale. Ma domani, di fronte ad un possibilissimo insuccesso legato a mille ragioni differenti (la maggioranza delle quali banalmente organizzative, come mettere assieme in poche ore le teste di 250 persone differenti) gia’ immagino i sorrisini compresi di quelli che la sapevano lunga fin da prima, di quelli che non ci avevano mai creduto, di quelli che “le cose si organizzano in maniera gerarchica o non se ne fa nulla”. Abbiamo ormai tutti esperienza di aggregazioni di pensieri e contenuti che funzionano in rete (wikipedia su tutte) ma non mi vengono in mente troppi esempi analoghi da applicare alla vita di tutti i giorni. 250 persone che dicono la loro sull’argomento X hanno ottime possibilita’ di generare una enorme quantita’ di rumore o poco di piu’.

Leggevo poco fa le considerazioni di Roberto Dadda sulla rinascita di italia.it molte delle quali trovo assai interessanti. Personalmente mi piacerebbe spostare l’attenzione sul significato politico (fa molto anni 70, lo so) di un evento del genere. Io credo che al di la’ dei contributi tecnici e progettuali possibili, la lezione di ritalia.it debba essere anche quella della affermazione di una nuova trasparenza alla quale aspirare. Non e’ possibile che nel caso specifico Rutelli e le Regioni possano continuare a sperperare i soldi dei contribuenti in progetti senza senso senza avere almeno l’obbligo di specificare bene il conto della spesa: dicendo pubblicamente, voce per voce, dove vadano spesi i soldi, per quali ragioni si appalti un logo (brutto assai) ad una azienda straniera spendendo decine di migliaia di euro (o si spenda una barca di euro per pubblicizzare sui media un sito web inutile chiuso dopo 3 mesi) oppure perche’ mai si siano avallati con leggerezza investimenti multimilionari a capocchia solo perche’ decisi da un governo precedente.

250 persone intorno ad un tavolo milanese dovrano servire anche a questo: a ricordare a chi gestisce la cosa pubblica che oggi hanno una grana in piu’. E che amministrare male o con stupida (o colpevole) leggerezza e’ oggi un poco piu’ costoso di ieri. Basterà  anche solo questo a fare di ritalia.it un grande successo.

7 commenti a “RITALIA.IT E LA POLITICA”

  1. Dario Salvelli dice:

    Spero però che chi parteciperà  (a me farebbe piacere esserci ma purtroppo..) rimanga fuori da certi giochi e da interessi politici e continui ad essere di parte ed obiettivo: con un approccio misto tra quello dell'esperto e dell'utente-cittadino.

  2. Fabio Metitieri dice:

    Mante, sei incredibile…..

    Scrivi:

    gia' immagino i sorrisini compresi di quelli che (…) "le cose si organizzano in maniera gerarchica o non se ne fa nulla". Abbiamo ormai tutti esperienza di aggregazioni di pensieri e contenuti che funzionano in rete (wikipedia su tutte).

    OK. Siamo in Internet. Sveeeeglia!!!!

    Internet e' nata e si e' sviluppata, fin dagli albori, perche' pochi pirla maltrattati da tutti sudavano per litigare fra loro sui protocolli (quasi mai intorno a un tavolo, ma direttamente on line), e in modo NON gerarchico. Ricorderai l'Internet Credo, almeno quello, o no?

    E, come esempio, addirittura "sopra tutti", citi Wikipedia????

    Wikipedia e' un neonato, un miserabile fallimento, da un certo punto di vista, e pieno tuttora di problemi, rispetto al tutto che e' stato realizzato prima, molto prima che il cosidetto Web 2.0 esistesse e rispetto a quello che tuttora continua a essere realizzato, in questo modo incredibilmente democratico, tra le quinte.

    Il tuo, ormai, non e' piu' talebanesimo. Ormai sei sulla china del revisionismo storico. E domani scriverai che Irc non e' mai esistito, e' un'invenzione dei sionisti…

    Ciao, Fabio.

  3. brainshake dice:

    Mantellini: Su internet la cooperazione funziona, ne abbiamo un sacco di esempi! (Magari dal vivo in poche ore si farà  più fatica e chi non conosce internet continuerà  a pensare male)

    Metitieri: (Mante sei incredibile, ma dove vivi?) Su internet la cooperazione funziona, ne abbiamo un sacco di esempi!

    be', non dappertutto, su internet, funziona.

  4. Picchiatello dice:

    Sinceramente penso che le decisioni (politiche e non) avvengono sempre lontano dai bisogni e dalla natura stessa della gente che le "subisce".

    Non ha senso generare un flusso di rete pieno di rumori…..se desidero questo mi affaccio alla mia strada statale.

  5. Pierluigi "Lotek" Ruotolo dice:

    Personalmente mi chiedo quale incidenza possano avere queste iniziative nate in rete nel "mondo reale". Nel senso: per chi frequenta la nicchia dei blog questa cosa appare come la principale degli ultimi tempi, per gli altri al massimo è rimasto il video di Rutelli. Ma che incidenza potrà  avere nello sviluppo di questi progetti? Pensiamo seriamente che il prossimo portale lo affideranno al "popolo della rete"?

    Ma soprattutto, per altri progetti ben più specialistici (tipo i portali della medicina) questo meccanismo di partecipazione "popolare" non può funzionare, vuoi per ragioni tecniche, vuoi perchè i decisori devono per forza essere i diretti interessati (ad esempio i medici). E spesso i diretti interessati sono tagliati fuori dalle società  che vincono gli appalti e dalla burocrazia statale.

  6. stefano gazziano dice:

    Turistiprotagonisti non è affatto stato un inutile sito, e NON è chiuso.

    Leggiti il report.

    Vedi che ì'iniziativa continua.

    TP è un progetto web, che ha delle fasi. Di cui si da conto sul sito. Le prime tre sono concluse. E si procede. Molto chiaro.

    Padronissimo di non essere d'accordo, ovviamente.

    Ma non mi pare corretto dare l'impressione che sia una operazione fallita e chiusa.

    Personalmente non sono per nulla d'accordo con quasi tutto quello che scrivi, e questo è mio diritto. Non credo sarebbe mio diritto dire che non esisti, o dire che il tuo sito è inutile perchè non sono d'accordo io.

    Buon Lavoro

  7. massimo mantellini dice:

    Stefano io saro' scemo ma il sito continua a sembrarmi attualmente chiuso. A meno che tu non consideri la disponibilita' di un indirizzo email per gli operatori nella sezione 4 come un segno di vita. Quanto al resto rientriamo ovviamente nel campo del possibile e come sai la mia impressione e' che l'iniziativa sia stata un esempio di spreco di denaro pubblico come tanti (non tanto e non solo per il sito web quanto per i soldi spesi in inutile battente pubblicita' sui media). saluti