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Nov
Ed alla fine di una lunga discussione nata da un post polemico di Giuseppe Mayer, proseguita sul blog di Gaspar e terminata qui con questo brillante post di Simone Lovati, pare che l’azienda torinese Ediprint di cui Giuseppe era scontento, aprira’ un blog. Meritano un link, sperando che le ipotesi di querela siano definitivamente accantonate.
Novembre 22nd, 2005 at 18:07
Certo, pero', che se Meyer cancellava le loro risposte dai commenti, hanno avuto ragione a incazzarsi. Non dovrebbero essere anche degli strumenti di comunicazione aperta, i blog di quel tipo?
Oltre a questo, da Gaspare arriva il solito discorso: 'Se vuoi discutere con me apriti un blog'….
A parte l'ottusa chiusura che e' sottintesa in questo attegiamento, che e' pure un po' snobbettino, naturalmente non sono per nulla d'accordo con le sue tesi (di Gaspare), secondo cui per i blog vale l'analogia con il volantinaggio, per cui contro un volantino negativo se ne distribuisce un altro.
Anche i volantini costano. Se qualcuno mi diffamasse in un volantino, non perderei tempo a stamparne e farne distribuire un altro, lo querelerei per diffamazione. Se non altro mi costerebbe meno.
Idem per i blog. Non entro nel merito delle lamentele di Meyer, che non ho letto, e non mi interessa qui sapere se fossero diffamatorie o no. Ma se aprire un blog non e' difficile come mettere in piedi un secondo quotidiano da 700 mila copie per rispondere a tono a Il Corriere, tuttavia comporta comunque del tempo, qualche costo, un po' di competenza e come minimo un annetto per raggiungere una visibilita' appena decente.
Laonde, per un blog come per il Corriere o per dei volantini, se fosse il caso mi parrebbe logico procedere con una querela.
Un blog non e' una testata registrata, ma la Rete e' comunque un mezzo di 'pubblicazione', dove non e' consentito diffamare o scrivere contenuti che violino qualche legge o i diritti degli altri.
Tanto per fare un altro esempio: io preferisco non pubblicare su Flickr foto con persone ritratte in modo da essere ben riconoscibili. Non mi parrebbe il caso. A meno che non si trattasse di una persona preavvisata e che fosse d'accordo, ovvio.
Esagero?
Ciao, Fabio.
Novembre 22nd, 2005 at 18:09
Quanto alle solite lamentele (non ho annotato di chi, a dire il vero) sulla corporazione dei giornalisti che e' protetta e che puo' dire quello che vuole, mentre un povero bloggher no…
E che pppallle, ancora queste banalita' da discorsi dal verduriere.
Io quando scrivo devo stare bene attento; scrivo sempre quello che voglio, ma per evitare eventuali contestazioni devo essere di sicuro di poter provare tutto quello che dico. La diffamazione a mezzo stampa esiste, nel codice penale… e a parte questo si garantisce sempre la pubblicazione di una rettifica in caso di errori, una cosa che non e' per nulla simpatica, ne' per la testata ne' per il giornalista.
Tutto sommato, per un blog dare nei commenti lo spazio a una risposta e' molto piu' facile e indolore.
Ciao, Fabio.
Novembre 22nd, 2005 at 20:45
faccio un cross-post quì e da Gaspar
……ma dimme te.
Nel resto del mondo i blogger fanno la guerra alle multinazionali, ai giganti della prepotenza mentre quì ci trastulliamo a mettere in croce una piccola aziende e non gli si da neanche la possibilità di replicare.
Novembre 23rd, 2005 at 01:38
La comunità – inesistente ma che si auto-presuppone come tale – dei blogger, tende in Italia ad assumere questi atteggiamenti un po' troppo complici, un po' troppo da clan.
Ora a gm accade un problema, e tutti si fanno paladini di gm, senza neanche approfondire…
Ha ragione Ediprint a incazzarsi. Anche se veramente quei biglietti fanno schifo, e la scusa addotta(il formato grafico dei file era sbagliato)mi sembra assurda(se i file erano sbagliati, dovevano rimandarli loro indietro anzichè stamparli).
Ha ragione Ediprint a incazzarsi, e l'eventuale apertura di un blog non è il lieto fine, anzi: diciamo che stiamo riparando a un torto.
Novembre 23rd, 2005 at 02:36
Non sono affatto d'accordo. Giuseppe in questo caso non ha fatto bene a filtrare il commento da lui ritenuto ingiurioso di Ediprint (ne convengo), avrebbe dovuto lasciarlo, ma ha tutti i diritti di esprimere la sua opinione di consumatore insoddisfatto. Probabilmente Fabio non ha seguito la vicenda in modo approfondito.
Quanti di voi si sono lamentati in questi anni degli eccessi del marketing? Io come marketer ritengo che la rete sia un luogo importante nel quale i "consumatori" possano esprimere la loro voce, "costringendo" le imprese a diventare più orientate al cliente. Spero che questa vicenda diventi una "case history", esattamente come era avvenuto oltre dieci anni fa con Canter & Siegel, avvocati divenuti famosi a livello internazionale non per la loro attività professionale, ma per essere degli spammer. Mi consentite una provocazione? Vorrei che il cluetrain manifesto fosse insegnato nelle business school.
Novembre 23rd, 2005 at 03:59
Ma per caso i biglietti incriminati sono quel prodotto "1000 Biglietti da Visita PLASTIFICATI F/R Professionali" a 36 euro, pubblicizzato sulla home di ediprint? Si? A qualcuno sembra possibile associare il concetto di "stampa professionale" a un simile costo? Davvero? E spedire i propri scarabocchi malfatti in CorelDraw sostituisce il lavoro e l'esperienza dell'inutile grafico, neh. 36 euro… che mondo.
Novembre 23rd, 2005 at 04:01
Ops! 29,95 euro…
Novembre 23rd, 2005 at 04:48
I miracoli non li fa nessuno, personalmente dubito dalle offerte troppo convenienti, ma qui si sta parlando di altro: ovvero della capacità di gestire relazioni in cui la comunicazione è mediata da reti di computer. Creare e soddisfare le aspettative è l'argomento centrale.
Finalmente si cominciano ad affrontare i temi veri del marketing digitale, altrimenti si è indotti a pensare che fare marketing sulla rete equivalga solo ad un buon posizionamento sui motori di ricerca. Francamente mi sembra molto riduttivo.
Novembre 23rd, 2005 at 05:03
L'offerta del nostro prezzo basso non è sinonimo di scarsa qualità . Abbiamo implementato un sistema di produzione su larga scala in cui gli alti costi di stampa offset vengono allocati su una moltitudine di commesse d'ordine, per cui il nostro cliente (accettando la standardizzazione di semplici specifiche del prodotto tipografico) ne trae vantaggi di risparmio, avendo un prodotto qualitativamente alto ad un prezzo poco superiore di quello delle materie prime (carta e pellicole plastiche). Il caso Mayer purtroppo risulta uno sfortunato incidente di percorso che si sarebbe risolto nel giro di pochissimi giorni, qualora egli si fosse attenuto alle normali procedure di richiesta rimborso da noi puntualmente inoltrate a suo tempo. Saluti. Mauro Nepote.
Novembre 23rd, 2005 at 05:05
Goetz, non ho capito: scusami, ma non riesco a vedere il nesso tra i massimi sistemi e un servizio per dilettanti allo sbaraglio.
Novembre 23rd, 2005 at 05:09
Fabio, secondo me se sei un'azienda un blog lo devi aprire non per controbattere e far valere le tue ragioni – per quello basta replicare in modo civile nei commenti – ma per "esserci" e per essere parte della conversazione, perchè replicare come "azienda x" che nessuno conosce (e magari pure minacciando subito azioni legali) lascia un po' il tempo che trova (io Giuseppe lo conosco, quindi finirò per credere che ha ragione lui) mentre se firmassero non come "azienda x" – o peggio "azienda x che ha adsense e pubblicità di ebay con tradedoubler sul proprio sito" ma come "nome cognome", quello che lavora in una tipografia online e ha quel blog pieno di consigli utili su come stampare le cose sarebbero diverse :-)
Novembre 23rd, 2005 at 05:09
Aggiungo e confermo che le ipotesi di querela, sono state "provvisoriamente" accantonate, sempre che Mayer non metta in atto altre nuove iniziative che denigrano la mancanza di serietà da parte mia inanzitutto e da parte della mia, se pur piccola azienda (se confrontata alle grosse multinazionali che nel marketing ci "sguazzano"). E non nascondo a nessuno che sarebbe una mia grande soddisfazione personale, poter presto inviare a Mayer gli stampati conformi alle sue richieste. Saluti. M.N.
Novembre 23rd, 2005 at 05:12
Dimenticavo… l'ipotesi di querela è stata accantonata, grazie soprattutto ai vari blogger che in questi giorni mi hanno comunque permesso di replicare le mie modeste ragioni, anche nel caso in cui la loro posizione era palesemente a favore di Mayer. Prese di posizione che comunque giudico affrettate senza una attenta e dettagiata analisi del caso. M.N.
Novembre 23rd, 2005 at 05:13
Mauro, infatti la questione andrebbe posta in questi termini: discutere non la (presunta) scarsa qualità offerta dal servizio di stampa, ché la tecnica fa miracoli ormai, ma la scarsa qualità della committenza e l'illusione che senza un minimo di preparazione si possano ottenere risultati decenti.
Novembre 23rd, 2005 at 07:58
beh, diciamo che l'ipotesi di querela forse va accantonata per altri motivi caro mauro; ad esempio per sua insostenibilità in gudizio ai sensi di un art.21 e constatati verità e continenza delle affermazioni fatte in quel post :)
Eggià , come promesso mi sto informando!!
Novembre 23rd, 2005 at 08:24
Ci stiamo riempiendo la bocca sul marketing digitale mentre stiamo parlando di una tipografia che ha dichiarato di aprire un blog?
:-)
Novembre 23rd, 2005 at 08:31
dai Stefano è la sequenza di eventi che è interessante, no? Post-minaccia di denuncia-diffusione blogosfera-allora apriamo un blog.
Novembre 23rd, 2005 at 08:52
Parliamo di massimi sistemi? Non credo proprio, il problema non è assolutamente il giudizio sulla tipografia e sul suo sistema di offerta. Sicuramente coprirà un certo tipo di utenti e non altri che hanno esigenze più sofisticate non voglio nemmeno entrare nello specifico. Permettetemi di insistere, stiamo proprio parlando di marketing digitale e della capacità di gestire relazioni in rete. Non voglio certo dilungarmi su come Amazon.com abbia risolto i diversi problemi che ho avuto come cliente. La relazione non è certamente questione di dimensione o almeno non solo. Anche una azienda come quella di cui parliamo ha il suo spazio sul mercato. Il mio ragionamento è molto semplice. A che cosa serve anche avere ragione, se questo implica rovinarsi la reputazione? Come ha fatto giustamente notare Simone Lovati, la tipografia torinese ha ancora la possibilità di risolvere la vertenza e dimostrare di saper stare "in rete". Credo che la discussione in corso non debba assolutamente un accanimento contro questa azienda, ma il pretesto per parlare di relazioni di business.
Novembre 23rd, 2005 at 08:52
Boh, non conosco la vicenda.
Non vorrei però che per qualcuno i blog diventassero una specie di clava come il Tapiro o il microfono in bocca delle Iene.
Novembre 23rd, 2005 at 08:53
se non c'è pay-per-click per Stefano nonè marketing digitale (c'ha le stock option, lui!)
Novembre 23rd, 2005 at 08:55
tra l'altro, "marketing" è anche rifiutare clienti e commesse, se non sono cose che si fanno fare bene (magari perchè si è specializzati in altro) o se non rendono abbastanza (leggi:"licenziare" i propri clienti)…
Novembre 23rd, 2005 at 09:20
Chissà come mai, questa vicenda mi ricorda tanto il dibattito che ha avuto luogo alcuni anni fa circa il business in rete in rapporto alla registrazione dei domini. Parlo del caso Timbrificio Luca Armani contro lo stilista Giorgio Armani. In quell'occasione Giorgio Armani ha trionfato dal punto di vista legale, ma si è alienato anche molte simpatie.
Novembre 23rd, 2005 at 10:13
No, io non parlavo affatto di marketing digitale, ma di come gestire con un minimo di correttezza la comunicazione on line, per rispondere a Gaspare. Stop. Che poi per gestire meglio i clienti sia utile avere un sito ben fatto, magari anche con un blog, e' tutto un altro discorso, che a me personalmente interessa molto poco.
Ciao, Fabio.
Novembre 23rd, 2005 at 10:35
Certo, pero', che gestire delle microcommesse in offset non deve essere molto facile.
Ciao, Fabio.
Novembre 23rd, 2005 at 11:00
Goetz, dei bigliettini da visita da 30 euro e mi tiri in ballo Amazon, il marketing e il destino del mondo. Senso della misura, no eh?
In giro per il pianeta c'è gente che prova a lavorare. Ogni tanto sbaglia. Capita.
Novembre 23rd, 2005 at 11:43
Goetz, pare infatti che negli ultimi anni le iniziative imprenditoriali di Giorgio Armani siano state traumatizzate dalla questione del dominio. Per tutto il resto, mi è sembrata la polemica più irrilevante del mondo.
Novembre 23rd, 2005 at 12:52
ma in effetti, la questione in sé interessa le persone coinvolte, e non altri (credo).
Di maggiore interesse invece le considerazioni sul diritto di replica (e sull'arte maieutica di Gaspar, che fa nascere i blog come funghi)
Novembre 23rd, 2005 at 13:03
beh, di sicuro irrilevante è il caso in se; un filo meno che a fronte di un commento negativo online di un cliente l'azienda minacci denunce …
forse in tutta questa sequela di voci questo elemento si è perso :)
Novembre 23rd, 2005 at 13:27
Fai ancora fatica a comprendere.
Il problema è che tu hai censurato. Tutto quì.
Nelle riviste specializzate quella delle lettere di clienti scontenti è una costante ma la rivista chiama la controparte invitandola a giustificarsi.
Il più delle volte l'azienda si fa carico del problema e si trova la soluzione.
Tu hai chiuso il canale di ritorno e hai lasciato solo la tua versione.
Se in partenza avevi (presumo) mille ragioni con quel comportamento ti sei messo dalla parte di chi ha torto.
Novembre 23rd, 2005 at 15:37
Finalmente Lunar ha intuito il concetto che continuo a sostenere in risposta ai molti sostenitori solidali con Mayer: la presunta azione di citare in giudizo l'atteggiamento di Mayer scaturì dalla presa in considerazione che: 1° Mentre la Ediprint attendeva la restituzione del prodotto difettoso per inoltrare il rimborso o la ristampa, il Mayer raccontava silenziosamente la sua disavventura alla comunità del web denigrando l'immagine della Ediprint e una volta che fu indicizzato il suo articolo su google con chiave 'ediprint', il Mayer comunicava, orgoglioso, alla mia azienda il raggiungimento del suo oserei dire "meschino" obiettivo: "meschino" perchè noi ignari di tutto questo attendavamo serenamente il reso della merce. Fu qui che replicammo invano sul suo blog, dove puntualmente venivamo da lui stesso subito censurati. Fu qui che tentammo di riaprire il dialogo amichevole, ma trovandoci di fronte ad un atteggiamento assai ostinato e non aperto al dialogo, decidemmo di intraprendere una eventuale azione giudiziaria. Decisione questa che ammorbidì lòeggermente i toni del Mayer, il quale difatti eliminò "provvisoriamente" il nostro nome dal suo blog, anche se ormai la cache di google, aveva gia' colpito! Fu qui che anche noi iniziammo nuovamente ad ammorbidire i toni e a riaprire la strada della conciliazione amichevole mirata a correggere nostri errori di produzione. Ma mentre cercavamo di capire e comprendere le esigenze del Mayer, con scambio di email private, ecco che il Mayer stesso ritornava silenziosamente ad assumere quell'atteggiamento provocatorio, dando vita ad un tam tam sui vari blog, che molto palesemente, citando il marchio Tipografia Ediprint di Torino, linkavano all'articolo del Mayer. Ma allora caro Mayer è servito a qualcosa illudere la EDIPRINT di poter civilmente risolvere il problema riscontrato nella tua commessa, con una inutile censura del nostro nome dal tuo primo articolo? Era palese il tuo spirito e desiderio di provocare la pazienza di un'azienda, dietro la quale esiste pur sempre un animo pensante. Le azioni fondate su questioni di principio, e la storia insegna, non hanno mai portato del bene a chi le perseguiva. E di esempi ne potrei fare a decine, basandomi su esperienze commerciali vissute in prima persona. Cordialmente. Mauro Nepote
Novembre 23rd, 2005 at 15:45
Eh, qui i vari Mayer o Goetz, altrove i vari Ghezzer o Venturini… son tutti markettari, non sono mica persone normali come noi. Bisogna avere pazienza..
;-)
Ciao, Fabio.
Novembre 23rd, 2005 at 16:15
e va bè, il sig ediprint mi tira dalla sua parte….. facciamo ancora un giro?
Caro sig. ediprint,
mi consenta, da quello che ho capito io, delle sue vicende e di quelle del Sig. Mayer frega nà mazza a nessuno. Se la vostra vicenda ha fatto rumore in rete è perchè di mezzo c'è un blog, strumento relativamente giovane che non ha trovato ancora una stabile collocazione.
Il vostro caso è solo un pretesto per parlare più in generale di blog, di funzione dei blog, di tenuta di un blog. Tutto quì.
Ora ci faccia la cortesia di chiedere scusa per quell'aggettivo che le è sfuggito.
Nessuno di noi vuol vedere scorrere del sangue(virtuale). Chiudete questa partita, grazie.
Novembre 23rd, 2005 at 16:31
Quale aggettivo, Lunar, gli sarebbe sfuggito? Meschino? O, ma maschino e' tollerato, nella Mantetiquette, guarda a pag. 138.
Ciao, Fabio.
Novembre 23rd, 2005 at 16:50
caro lunar, caro nepote, permettetemi … CENSURATO UNA PIPPA!! Basta dire cose a caso!
Posto che forse il blog di Mantellini non è il posto migliore nel quale parlare di un problema personale tra me e una azienda (e a breve online dirò la mia versione dei fatti con, finalmente, il giudizio legale SERIO sull'intera vicenda) è assurdo che il Nepote, come rappresentate della Ediprint, continui a definirmi meschino e oscurantista quando ho censurato UN suo intervento e solo perchè in esso riportava la lista dei suoi feedback positivi su ebay (e chisssene) e una sua offerta promozionale che si configurava, per me, come spam.
Se qualcuno prima di parlare prendesse la briga di leggere l'articolo (http://www.giuseppemayer.it/?p=361) e i suoi commenti si renderebbe conto che il commento di Ediprint c'è (si riconosce perchè è firmato Ediprint :) ); non solo c'è, ma vi invito a leggerlo per coglierne i toni (io sarei meschino? ma io la diffido caro lei :)
E non è l'unico commento di ediprint sul mio blog; allora, di cosa stiamo parlando qui?
Permettimelo con tutto il cuore caro Lunar, la censura non c'entra una cippa :); l'unico tema interessante qui è un azienda che scrive ad suo cliente chiedendo "cosa vuoi in cambio per cancellare il tuo articolo?" e il cliente che risponde "nulla, mi dia solo un motivo per scriverne un altro che elogi il vostro lavoro, ma quell'articolo non lo cancello"
Qui si sta parlando di una azienda che definisce meschino un post online in cui un suo cliente si dice non soddisfatto; oh, siamo chiari, so perfettamente che stiamo parlando di peanuts e di "bar sport" e allora, torno al punto di partenza, lasciamo stare il povero mantellini; i pochi autolesionisti che vogliono sapere, forse, come andrà a finire ora hanno solo da tenere d'occhio un blog in più :)
salute a tutti.
g
Novembre 23rd, 2005 at 16:52
Ma mi perdoni Sg. Lunar, presupponendo che l'aggettivo a cui lei si riferisce sia "meschino", da quando è reato definire "meschino" un concetto astratto, come mi pare sia il concetto di "obiettivo"? L'aggettivo era abbinato al "concetto di obiettivo", non assolutamente ad una persona, mai mi permetterei! Poi anche se la persona più rispettabile di questo mondo, mettesse in atto un atteggiamento con obiettivi poco nobili, allora la questione è assai differente e potrebbe assumere una moltitudine di interpretazioni più o meno colorate, ma lungi dall'offendere la personalità o l'animo di un individuo. Spero di essere stato chiaro nell'esprimere questo mio concetto. Cordialmente. Mauro Nepote di Ediprint
Novembre 23rd, 2005 at 17:13
Sergio, ma in che modo devo dire che gestire le relazioni non è questione di dimensioni. Hai presente il marketing della lattaia? Dobbiamo tornare ad imparare da lei.
Novembre 23rd, 2005 at 17:17
eh maurizio, il mio modello è il barbiere. Figurati, quando il mio barbiere è in giornata no e il taglio non mi piace non solo non mi fa pagare, ma mi offre pure un caffè …
ah il marketing :)
Novembre 23rd, 2005 at 17:18
Fabio, tu non ami i markettari, ma continui a frequentarne i luoghi di ritrovo :) che ne dici del Bar Sport?
Novembre 23rd, 2005 at 17:21
escludo con vigore che questo sia un luogo di ritrovo per markettari…..
Novembre 23rd, 2005 at 17:26
:)
Novembre 23rd, 2005 at 17:27
Chiedo scusa, non mi riferivo al tuo blog, ma alle liste di discussione specificamente legate al marketing che Fabio frequenta assiduamente. Un saluto ad Elena, visto che la tiro in ballo. E' poi fare marketing non è un insulto o se lo è, abbiamo tanto lavoro da fare :)))
Novembre 23rd, 2005 at 17:28
Comunque ai markettari il tuo blog piace :))
Non è colpa tua.
Novembre 23rd, 2005 at 17:31
sono contento che vi piaccia…..pero' manteniamo una certa distanza. ;)
Novembre 23rd, 2005 at 17:36
E' pensare che una volta mi hanno detto che ero io lo snob :)
Novembre 23rd, 2005 at 17:58
Goetz, lo sport l'ho sempre detestato, e le tifoserie e i discorsi da bar sport ancora di piu'.
Il marketing della lattaia e del barbiere, invece, li trovo molto divertenti, come del resto certe sparate su Internet e dintorni che ogni tanto qualcuno tira fuori su Mlist, come un perfetto newbie.
Del resto, dovresti aver notato che discuto molto piu' spesso qui, che e' tutto fuorche' un posto da markettari (e forse dovreste rendervene conto, che qui interessano piu' le dinamiche del Web 2.0 che quelle della gestione dei clienti), mentre su Mlist negli ultimi anni scrivo molto di rado, anzi, di solito cancello i 3/4 dei messaggi senza leggerli, perche' le profonde riflessioni sull'ultima pubblicita' della Skoda non mi appassionano per nulla.
Poi certo, anche su Mlist, se qualche markettaro si mette a pontificare, chesso', delle reti esistenti in Italia, con assoluta sicurezza ma con la stessa competenza con cui io potrei parlare di acceleratori di particelle, come posso resistere e non intervenire? Ci sono rimasti cosi' pochi divertimenti, in Internet…
Tra l'altro, i markettari sono quasi l'ultima categoria – insieme forse ai politici di professione – che on line ha ancora una spiccata permalosita' e che e' divertente bacchettare un po', per vedere quanto se la prende e come si offende. Tutto sommato, anche Mayer, con questa storia, che caratterino che ha dimostrato di avere…
Ciao, Fabio.
Novembre 23rd, 2005 at 18:04
oh fabio, che dire, visto il pulpito lo prendo come un complimento e un onore :) senza ironia!
Novembre 23rd, 2005 at 18:45
oh mio Dio Moruzzi… vuoi dire che non parlavate di link sponsorizzati?? oddio vado a lavarmi con una spugna abrasiva…
vado che siccome ho mandato a quel paese il mio edicolante da domani leggerò il suo blog.
State sereni che arriva il pay per call. Anche per tipografie.
Novembre 24th, 2005 at 04:44
insisto: c'è vita (vita intelligente, in particolare) oltre il "traffico" a pay-per-click (o call), senza contare che con dei segni di vita intelligente sul web di traffico ne hai anche gratis.
Novembre 24th, 2005 at 09:24
La libert del blogger consumatore da difendere
Novembre 24th, 2005 at 10:44
Massimo, e' ovvio. E stavo scherzando. Speravo di non doverlo chiarire :-) A te poi!!
Cercavo di portare della autoironia verso noi "giovani" markettari (anzi voi, io mi occupo di beachvolley) che spesso ci prendiamo troppo sul serio e cerchiamo sempre di dimostrare di essere sempre un bit piu' intelligente di quello del commento sotto (normale dinamica di gruppo). Non mi riferivo a questo topic, era in generale ma rischio l'OT, per cui mi defilo con eleganza.
Visti da fuori a volte siamo un po' eccessivi :-). Su su.
Novembre 24th, 2005 at 14:06
Goetz: la mia lattaia, santa donna, se monti un caso come questo per mezzo litro di latte ti tira una mucca in testa. Giustamente.
Novembre 24th, 2005 at 15:49
Sergio, la tua lattaia se il latte non fosse stato buono ti avrebbe regalato i bomboloni alla crema. Dimmi che mi sbaglio.
Novembre 24th, 2005 at 16:38
Si, ma io non ho un blog.
Novembre 24th, 2005 at 16:57
La tua lattaia si
Novembre 24th, 2005 at 18:46
Mah… avete idea di quanti quintali pesi una mucca?
Ciao, Fabio.
Novembre 25th, 2005 at 02:26
No Goetz, povera donna, lavora.
(e non immagini quanto sia faticoso lanciare mucche)
Novembre 25th, 2005 at 15:10
Era dai tempi della scuola elementare che non mi chiamavano per cognome :)