PRUGNE all’ACETONE
Due sere fa io e mia moglie (leggermente incinta all’ottavo mese e mezzo per chi non lo sapesse) siamo stati quasi investiti sulle strisce pedonali di una strada in un quartiere residenziale di una piccola citta’ (la nostra) da un imbecille pirata della strada. Costui, fermatosi solo per replicare all’invocazione “coglione”, uscita nell’occasione dalle mie nobili labbra, mentre gli dicevo il resto ha pensato bene di qualificarsi come “carabiniere”. Mal gliene colga: mentre Alessandra ieri sera tornata a casa tempestava di telefonate le caserme dei carabinieri cittadine minacciando sfracelli, a me, chissa’ perche’, veniva in mente il pezzo del libro di Buzzi “Uova alla kok” appena letto (un libretto inarrivabile per intelligenza ironia e cultura) sulle prugne all’acetone. Non c’entrera’ per nulla ma ve lo copio qui’ di seguito ugualmente:
Le squisite prugne Regina Claudia (D’Annunzio a piu’ di settant’anni chiamo’ Susina Claudia la sua ultima amante) spariscono dai mercati sostituite da prugne che non sanno di niente o sanno di acetone. Questa diminuzione di sensibilita’ va diffondendosi dappertutto. Quelli che fanno andare a tutto volume radio e televisioni e si portano la radio portatile in spiaggia. che mangiano solo i formaggini piu’ reclamizzati, usano la vaniglina invece dei bacelli di vaniglia, buttano le cicche sui binari della metropolitana, non sanno mettersi in coda, dedicano il loro ultimo romanzo ” A mia moglie, che ha battuto a macchina con amore il manoscritto”, si vergognano se il nonno si annoda il tovagliolo intorno al collo, hanno voluto che secondini, spazzini, pompieri, ciechi e sordi si chiamassero agenti di custodia, netturbini o , peggio, operatori ecologici, vigili del fuoco, non vedenti e non udenti, dicono zola invece di gorgonzola e sisma invece di terremoto, augurano ai colleghi “buon lavoro”, sono ancora quelli che nelle gite aziendali sul Lago di Como si raccolgono in circolo compatto intorno ad una chitarra scordata, magari sottoponte, e fanno il percorso Como Bellagio e ritorno senza dare una sola occhiata all’acqua, alle rive, alle ville, alle montagne, al cielo. La sera, uscendo dalla stazione, comprano un chilo di prugne all’acetone e la gita e’ finita.