WARCHALKING ed ETICA
Molti anni fa (diciamo una ventina) transitando in auto nelle campagne bellissime dello Jutland in Danimarca, capitava di trovare ai bordi della strada piccoli tavolini nei quali i contadini della zona esponevano i loro prodotti. Marmellate, frutta ed altre prelbatezze se ne stavano li’ incustoditi con accanto piccoli bigliettini scritti a penna con il prezzo di ogni prodotto. Chi avesse voluto acquistare qualcosa doveva solo fermarsi, prendere cio’ che voleva e lasciare sul tavolo i soldi. E’ ovvio che da italiano gretto furbo e incolto quale io ero e sono, ho finito per ricordarmi di questa fiducia cieca danese per tutto questo tempo. Sara’ forse per questo che oggi leggo con leggero fastidio sia il commento di Raffaele su Tel&Co sia i commenti sul forum della BBC sulla non notizia secondo la quale Nokia ha dichiarato ufficialmente che utilizzare la banda wi-fi altrui senza permesso e’ un furto. Su BBC e’ possibile leggere al riguardo un lungo elenco di interventi tratti dallo stupidario hacker secondo il quale se il mio network non e’ protetto il fatto che qualcuno vi penetri all’interno e’ colpa solamente mia. Sorry Raffaele, ma “le potenzialità democratiche delle Reti, sulla rivoluzione di una tecnologia che parte dal basso ecc ecc” con questo discorso non c’entano un fico secco.
Settembre 23rd, 2002 at 05:47
non credo che la nokia sia assimilabile ai contadini dello jutland…
non mi intendo abbastanza di wi-fi da poter esprimere giudizi tecnici ma sarei portato comunque a pensare che se un dispositivo non è adeguatamente protetto, parte della responsabilità di usi impropri ricada anche su chi l'ha progettato.
Se è vera (come è vera) la faccenda dei contadini dello jutland, è altrettanto vero che più o meno in tutte le parti del mondo le automobile parcheggiate vengono chiuse a chiave: se il prossimo modello della fiat (se mai ce ne sarà uno) non dovesse essere dotato di serratura, è pensabile che qualcuno andrebeb a dormirci dentro…
Settembre 23rd, 2002 at 06:08
Ne discende che se io lascio la macchina aperta, il primo che passa è autorizzato a fregarsela. Interessante come concetto…
Settembre 23rd, 2002 at 13:18
no, affatto…
non parlavo di diritti, ma di prassi…
cioè, ne discende che se lasci la macchina aperta è ragionevole pensare che potresti non trovarla più…
non sono sicuro, ma da un punto di vista legale credo che ci siano dei distinguo in tal senso…
per esempio, se lasci la macchina aperta e te le fregano, l'assicurazione non te la paga…
Settembre 23rd, 2002 at 13:20
no, affatto…
non parlavo di diritti, ma di prassi…
cioè, ne discende che se lasci la macchina aperta è ragionevole pensare che potresti non trovarla più…
non sono sicuro, ma da un punto di vista legale credo che ci siano dei distinguo in tal senso…
per esempio, se lasci la macchina aperta e te le fregano, l'assicurazione non te la paga…
Settembre 23rd, 2002 at 14:18
D'accordo, magari l'assicurazione non mi paga, ma quello che si è fregato la macchina sempre ladro è.
Settembre 24th, 2002 at 05:40
L'analogia proposta da Mantellini è fuorviante per vari motivi.
Innanzitutto, nel caso delle connessioni Wi-Fi, i protagonisti sono i provider, vale a dire aziende con le quali non c'è un contratto non scritto di tipo fiduciario, stabilito con la consuetudine, come nel caso dei contadini danesi. Si tratta di aziende che hanno potere economico e mezzi per rivalersi nei confronti di chi lede i loro interessi. Dal punto di vista dei rapporti di forza la situazione non è analoga.
In secondo luogo, a differenza dei prodotti dei contadini, le reti Wi-Fi possono essere protette. Ragionando in questo modo, però – replicherebbe Mantellini – si apre la strada ad un pensiero estremo: tutto ciò che non è protetto è penetrabile. Un po' come direche chiunque è autorizzato ad entrare in casa mia se lascio la porta aperta. Tuttavia, nel caso delle reti Wi-Fi si deve tenere conto, credo, che il segnale esiste nell'etere e non è confinato all'interno di un perimetro preciso di proprietà di qualcuno ma, anzi, invade uno spazio pubblico (una strada) o, addirittura, di proprietà di qualcun altro (un appartamento). In quest'ultimo caso si potrebbe addirittura ipotizzare il diritto da parte di chi riceve in casa propria onde radio, di sfruttarle a piacimento.
Proprio per queste caratteristiche della tecnologia non credo che il concetto di furto (come lascia intendere l'epiteto "ladri") sia calzante. A maggior ragione chi informa qualcuno della presenza di un certo tipo di onde radio in un luogo legalmente accessibile difficilmente mi sembra che sia un ladro.
Mi pare che la difficoltà di equiparare le connessioni Wi-Fi ad altre situazioni indichi l'elemento più interessante della vicenda: una nuova tecnologia mette in crisi un modello di business senza che ne sia stato trovato un altro. Questo spinge le aziende interessate a usare strumenti difensivi (come l'accusa di "ladro" da parte di Nokia che prefigura nell'immaginario collettivo oggi e in quello giudiziario domani l'idea di reato). E' un po' la situazione dell'industria cinematografica alla comparsa dei videoregistratori.
Fortunatamente non sempre la soluzione dall'impasse passa per l'applicazione di vecchie categorie (e conseguenti vecchi strumenti legali) a una nuova situazione ma nella ricerca di nuovi modelli di business.
Settembre 24th, 2002 at 06:41
Non mi sembra pertinente nemmeno la tua impostazione. Viviamo immersi nelle onde radio di tutti i tipi e generi ma non credo abbiamo il diritto di "sfruttarle a piacimento".
E comunque, radio o non radio, se uno accede ad una rete privata senza il consenso del proprietario (o contro la sua volontà ) secondo me commette un reato. Utilizzare in maniera fraudolenta un servizio a pagamento è anche esso un reato. Intendiamoci, non entro nelle implicazioni etiche o filosofiche della cosa, ognuno è libero di fare quello che vuole, l'importante è assumersene la responsabilità .
Settembre 24th, 2002 at 10:23
caro raffaele,
scusami ho avuto poco tempo per replicare sia qui' che su Tel&Co.
Io credo che per il futuro del wifi sia opportuno non fare alcuna confusione fra i suoi utilizzi commerciali/aziendali e quelli (del tutto ipotetici ma possibili) -diciamo -civici. Nel primo caso trovo ci sia poco o nulla da dire: si tratta di LAN chiuse e tanto per me basta. Esiste una normativa al riguardo sulla quale non mi pare ci sia troppo da discutere. Per come la vedo io i commenti che tu esprimevi nel post originale "le potenzialita' democratiche , la tecnologia dal basso etc etc " vanno tenute per le applicazioni eventuali del wifi sociale……warchalking compreso, se mai esistera'.
saluti