La faccenda del parcheggio sotterraneo di Valencia potrebbe essere un esempio perfetto di come funziona il giornalismo in Italia. Di come il giornalismo soprattutto da noi abbia lentamente modificato il proprio ruolo negli anni trasformandosi in qualcosa di totalmente differente.
Per giorni la stampa italiana ha scritto che il parcheggio di un centro commerciale spagnolo era con ogni probabilità un immenso cimitero di persone morte dentro le loro auto. Lo ha fatto in assoluta difformità dagli altri media internazionali, in maniera compatta, unendo illazioni del tutto scollegate fra loro e senza uno straccio di fonte. Il parcheggio era pieno d’acqua, era un parcheggio grande, da ben 5000 posti, mancavano all’appello 2000 persone.
Alla fine il parcheggio è stato svuotato e dentro non c’era nessuno. Gli stessi giornali che prima urlavano al cimitero hanno iniziato ad urlare per il sollievo della scampata ulteriore tragedia.
Il giornalismo italiano da tempo ha smesso di occuparsi di notizie. Il suo modello economico non sono più le informazioni: sono i sentimenti. Quello che vende, o che cerca di vendere, non sono fatti e opinioni sul mondo ma emozioni. Più le emozioni sono basse più sono considerate appetibili.
Il giornalismo italiano pensa che i suoi lettori siano una massa di idioti e non è detto che non abbia ragione. Il suo business utilizza la notizia come una scusa per solleticare i sentimenti più potenti fra quelli disponibili nelle persone più fragili. La notizia è una scusa. Ogni omicidio viene raccontato nei suoi particolari più macabri, ogni violenza carnale viene indagata nei suoi più morbosi particolari, ogni illazione, pettegolezzo, insinuazione che risponda a simili criteri viene utilizzata senza scrupoli, per poi essere tranquillamente contraddetta se per caso – come accade molto spesso – i fatti raccontassero altro.
Il giornalismo manda un inviato fuori dal parcheggio sommerso dall’acqua: il giornalista osserva, raccoglie testimonianze, attende la fine dei lavori e poi scrive” il parcheggio è stato svuotato e per fortuna là sotto non c’era nessuno”.
Il giornalismo italiano manda il suo inviato fuori dal parcheggio sommerso dall’acqua: il giornalista annusa l’aria e inizia subito a scrivere che quel parcheggio è un cimitero. Lo scrive per giorni senza alcuna fonte poi, alla fine, scrive “il parcheggio è stato svuotato e per fortuna là sotto non c’era nessuno”
Sono semplicemente due mestieri diversi. Uno antico e nobile, l’altro forse più moderno ma di sicuro molto meno nobile. Non possiamo più far finta che siano la stessa cosa.