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Giu
Bret Taylor uno dei fondatori di Friendfeed mostra il grafico del blocco imposto dal regime iraniano al traffico del loro sito.
Bret Taylor uno dei fondatori di Friendfeed mostra il grafico del blocco imposto dal regime iraniano al traffico del loro sito.
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Giugno 16th, 2009 at 11:49
Una volta che i sistemi di censura sono in essere, attivarli e’ solo questione di schiacciare un bottone. Non sorprende quindi che con la gente per strada, per un voto dubbio o comunque insoddisfacente, vengano soppresse le telecomunicazioni.
Giugno 16th, 2009 at 13:41
Censura su censura su censura. L’informazione con il bavaglio è l’ultima frontiera della contemporaneità.
Giugno 16th, 2009 at 15:17
Succede solo lì? O l’eccesso di informazione che abbiamo qui produce solo controinformazione?
Ma ci metteremo subito al passo: aspettiamo che sia approvato il DDL sulle intercettazioni e sull’obbligo di rettifica dei blog (ma anche dei twit?)
Giugno 16th, 2009 at 16:22
Sono ancora inesperti: fra poco capiranno che ci sono metodi più efficaci. Si compreranno qualche televisione. metteranno i propri uomini in quella pubblica, controlleranno la pubblicità, si faranno i giornali e i settimanali di famiglia, magari, per risparmiare tempo, arruoleranno qualche Giord… o Bel…. e voilà, il gioco è fatto. Ho qualche dubbio sull’uso delle veline….
Giugno 17th, 2009 at 10:09
[…] polizia postale, infatti, si è messa a monitorare Twitter, Facebook, FriendFeed (da notare il crollo del traffico), mettendosi a bloccare gli indirizzi IP che diffondevano informazioni con il tag #iranelection. Ma […]