Una volta ho ordinato dei dischi rari da loro. Mi sono trovato benissimo ma mi hanno spedito lussuosi cataloghi per tanto tanto tempo senza che ordinassi altro. Non dico che se avessero inviato meno materiale pubblicitario ora starebbero bene, pero’ chissa’…
Invece di chiudere bisognava forse rinnovarsi?
Urca, che brutta notizia..
Ho iniziato a comprare dischi nel 1975, e Nannucci è stato uno dei rpimi negozi che ho frequentato, per la scelta e per i prezzi, sempre molto competitivi.
Non aveva le rarità, le chicche da fighetto, ma si trovavano spesso vinili di grande qualità (tipo E.C.M pe ril jazz, per intenderci) a prezzi veramente “popolari2.
Mitici gli anni (1978-80) dei dischi di musica black e funky-jazz a mille lire, me en sono fatto una scorpacciata (con mia madre che diceva: ” ma dove trovi i soldi per comprare tutti quei dischi???”
Sono veramente dispiaciuto, è un altro pezzo storico di Bologna, la mia vecchia Bologna, che se ne va.
Ma d’altro canto, anche io, che ho accumulato quasi 5000 vinili, l’ultimo che ho comprato l’ho preso su ebay, e solo perchè era raro e costava poco.
E non supero i 3 pezzi all’anno, per il resto… digitale (con grande sconforto per la qualità.. e sollievo per il portafoglio..)
Devo dire , che pur contianuando a “consumare” musica, nei negozi a comprare lp-mix o CD non ci vado più da un pezzo : è quindi anche colpa anche mia se chiudono i Nannucci?
Uhm, vendono anche online (io non ero andato fin li), il problema e’ che se uno vuole comprare oggi certi prodotti sceglie appunto ebay o iTunes o l’ipermercato in cui va ogni settimana…
Dispiace, ma il supporto fisico della musica è morto. Dal mio punto di vista cd e vinile sono esattamente sullo stesso piano: cose vecchie. Inevitabile, alla lunga, la fine di tutti i negozi del genere, a meno di un radicale rinnovamento.
Tristezza, ci ho comprato qualche centinaia di dischi e ancora oggi era una tappa obbligata ogni visita a Bologna.
Mi piaceva quello stile a metà strada tra il negozio mainstream e quello più specializzato, e c’erano sempre delle sorprese tra le offerte.
Rinnovarsi? Impossibile: l’unica nicchia che rimane per i venditori di dischi è la specializzazione per super appassionati e collezionisti che rifiutano il download e gli amanti del vinile, che pur conoscendo un po’ di revival sempre nicchia rimane. In una città grande come Bologna non c’è posto per più di un negozio di questo tipo, e in effetti rimane un altro meraviglioso negozio di dischi al quale auguro lunga vita ancora.. toccando ferro.
Nannucci come altri negli ultimi anni si era buttato anche sui DVD per compensare il crollo nelle vendite della musica. Ho il sospetto che con l’aumentare della banda il download selvaggio stia colpendo anche questo mercato.
Negozi di dischi,sale da biliardo, cinema, sale giochi.. addio.. i consumi sono cambiati. Ehi, naturalmente si stava meglio quando si stava peggio :-)
mi spiace tantissimo. Lo ricordo 30 anni fa quando comprai qualcosa da loro.
certo con la crisi del vinile, l’avvento dei cd, i costi di ogni singolo prodotto, internet e muli vari c’era da aspettarselo (anche prima direi)
Eh, bei tempi… si comprava da catalogo.. come Postal Market ! Ma non saranno i tempi che stanno cambiando ? Io comincio ad avere dei problemi a trovare acciarini di buona qualità, ed anche gli Speziali… non sono più quelli di una volta…
Pe me era un’istituzione, come la Feltrinelli sotto le Torri.
Scaricare la musica è una gran cosa ma fa passare la voglia di andar per negozi…e di ammirare le copertine.
Ovviamente (in effetti, dal mio commento non si capiva) il rinnovamento lo giudico impossibile, è come dire che i venditori di carbone devono rinnovarsi: o vendono qualcos’altro, o chiudono bottega. Ci sarà sempre, qualcuno che compra carbone, ma non abbastanza da giustificare l’esistenza di un negozio preposto soltanto a quello scopo. A meno di un’operazione costosa e coraggiosa come quella del FLAC proposta da Gabriele, che comunque non garantirebbe il sostentamento: a pochissimi, temo, interessa la perfezione assoluta del suono, visto anche il costante degrado della media dei dispositiivi di riproduzione consumer e la conseguente assuefazione alle frequenze “impure” dei lettori da passeggio. Comunque sarebbe una nicchia interessante.
Ho abitato in Via Oberdan per 1 mese, prima di trasferirmi allo studentato delle matricole, quando ero a Bologna. Misi piede dentro Nannucci un paio di volte, ma non acquistai mai nulla.
Solo dopo qualche mese compresi il valore di quello store.
E ora che chiude è un po’ come se se ne andasse un piccolo ricordo.
ordinare cd e lp da nannucci per chi viveva in uno sperduto paesino toscano era essenziale. è la fine definitiva della mia adolescenza (quasi a dire, era l’ora)
La situazione del mercato della musica a Bologna è già tragica da anni: dalla chiusura della “Casa del Disco” con le sue meravigliose vetrine su via Indipendenza, al requiem dato al commercio musicale dato dalla chiusura di una leggenda: “Rockshop” prima in via Mazzini, poi in lenta agonia in via della Grada.
Restano alcune realtà, alcuni centri commerciali ma il vero negozio di musica muore conn Nannucci, avremo un’altra jeanseria, una banca….ma lo spirito di noi cinquantenni amanti della musica potrà vivere solo di ricordi, ricordi di porte aperte, di musica nuova, di amici che ti accoglievano consigliandoti i nuovi arrivi; amici, sì perchè erano tali…..che peccato, Bologna sarà sicuramente più vuota, più silenziosa, anche se un nuovo rutilante negozio aprirà…..Good-bye, Nannucci con te se ne vanno anche i nostri bei ricordi….
Vi rammento che a Bologna resiste almeno un negozio meraviglioso, il Disco D’Oro con una storia trentennale, che ora è praticamente l’unica alternativa ai magazzini tipo Ricordi e Comet (posti che il vero appassionato di dischi non riesce proprio a concepire). Toccando ferro…
Come diceva l’altra sera Bonolis, la musica é di tutti, quindi vedremo per la strada Dalla, Carboni, gli Stadio e Mingardi, girare come comuni mortali, pensando che il prossimo disco che faranno, non avra’ un introito! Ieri, in negozio, ho parlato con Curreri e mi é sembrato molto di spiaciuto della nostra chiusura, quindi? Cazzo ma nessuno che faccia qualcosa di propositivo per
un magnifico e storico Nannucci? Capisco sia giusto salvare l’osteria del sole perché mi piace il vino ma non riesco ancora a pensare ad una citta’ come Bologna, dove, per ascoltare musica, ci si debba sedere davanti a un computer. Miseria….
mi diceva ieri il nostro mitico programmatore che in America, dove mi risulta che l’economia non sia al massimo, che i Cd costano dai 9 ai 15 dollari! Qui non si é mai fatto nulla di concreto per abbassare i prezzi, tutti hanno voluto tirare finché ce n’era e adesso sembra che non siano mai stati del settore;
io vedo che le linee jazz da 5 euro e 5,90 vendono moltissimo,
non sara’ quello che puo’ salvare un negozio e comunque ci siamo arrivati troppo tardi! In bocca al upo a noi! Mauri e Neve.
Gente possiamo menarcela qui fino a domani mattina, ma ancora il solito discorso che è colpa dei CD che costano troppo?
Mi dispiace che chiuda un negozio, che si perdano posti di lavoro eccetera eccetera, ma la vogliamo smettere di pensare per “intoccabili”. Nannucci andava salvato perchè è tanto che esiste.
E chi lo dice?
Io sono un audiofilo però non ho nessun problema a comprare da iTunes, soprattutto ora che tutte le canzoni sono in formato plus, con una qualità che mi va più che bene.
E nel frattempo continuo a comprare i vinili.
Un mio amico gestisce i due negozi di dischi più grandi della mia città. Sapete che ha fatto? Si è totalmente rinnovato. La vendita di CD al dettaglio non è più proponibile e lui ha aumentato tutto l’altro settore di cui si occupava, ovvero oggettistica e arredamento (fra il kitsch e il design), fino a trasformare i vecchi negozi di dischi in due particolarissimi negozi che fanno faville fra i turisti e sono letteralmente intasati di gente soprattutto in occasione delle festività.
Incassa il triplo e ha creato due negozi strani e originali, riuscendo addirittura ad allargare al doppio della metratura uno dei due negozi.
Non ha più i dischi, ma cosa doveva fare, fossilizzarsi e chiudere bottega travestendosi da resistenza armata contro il nuovo che avanza?
L’Italia è un paese conservatore in cui il fallimento è un’onta invece che uno stimolo e in cui ci si oppone ai cambiamenti con stolida resistenza di principio.
E se cambi strategia di vendita, non dico che devi passare per forza al mobile kitch , puoi trovare anche qualcosa che sia ancora inerente alla musica.
Nasce da un articolo di Adrea Degidi la nuova canzone della band bolognese Le Fragole: “Un’epoca con Nannucci”. I giovani componenti della band non potevano rimanere indifferenti, come tanti loro coetanei, alla triste notizia della chiusura del Music Store che a Bologna ha fatto storia. Dalle parole dell’articolo pubbicato sul blog The Music Box, prende vita un testo che racconta l’entusiasmo di quanti hanno trascorso ore agli scaffali e, grazie a Nannucci, hanno imparato ad ascoltare ogni genere di musica, incluso le rarità introvabili. Lo store ha segnato un’epoca e questa canzone è un’omaggio dal ritmo incalzante la cui melodia briosa, in stile Fragole, riporterà alla mente tutto il piacere delle ore trascorse da Nannucci e un pizzico di malinconia per i tempi che cambiano.
Lo store chiuderà a metà aprile e, come confermano i commenti degli oltre 3000 iscritti ai vari gruppi formatisi sui Social Networks, questa chiusura è lo specchio della grave crisi che sta travolgendo la musica e non solo.
Le Fragole ringraziano il titolare Mario Nannucci e il giornalista Andrea Degidi per la cortese collaborazione.
Il brano è disponibile sul sito della band all’indirizzo http://www.myspace.com/lefragole dove presto sarà pubbicato anche il videoclip realizzato grazie alla collaborazione della Skipping Musez, etichetta indipendente di Giacomo Roversi e dell’Associazione Arcadia per la comunicazione web e la consulenza al video.
…Nannucci chiude un’epoca ed è proprio un dolore per i bolognesi e per i pellegrini di fuori città…
Ines Curzio
Febbraio 25th, 2009 at 22:19
Una volta ho ordinato dei dischi rari da loro. Mi sono trovato benissimo ma mi hanno spedito lussuosi cataloghi per tanto tanto tempo senza che ordinassi altro. Non dico che se avessero inviato meno materiale pubblicitario ora starebbero bene, pero’ chissa’…
Invece di chiudere bisognava forse rinnovarsi?
Febbraio 25th, 2009 at 22:36
Urca, che brutta notizia..
Ho iniziato a comprare dischi nel 1975, e Nannucci è stato uno dei rpimi negozi che ho frequentato, per la scelta e per i prezzi, sempre molto competitivi.
Non aveva le rarità, le chicche da fighetto, ma si trovavano spesso vinili di grande qualità (tipo E.C.M pe ril jazz, per intenderci) a prezzi veramente “popolari2.
Mitici gli anni (1978-80) dei dischi di musica black e funky-jazz a mille lire, me en sono fatto una scorpacciata (con mia madre che diceva: ” ma dove trovi i soldi per comprare tutti quei dischi???”
Sono veramente dispiaciuto, è un altro pezzo storico di Bologna, la mia vecchia Bologna, che se ne va.
Ma d’altro canto, anche io, che ho accumulato quasi 5000 vinili, l’ultimo che ho comprato l’ho preso su ebay, e solo perchè era raro e costava poco.
E non supero i 3 pezzi all’anno, per il resto… digitale (con grande sconforto per la qualità.. e sollievo per il portafoglio..)
Devo dire , che pur contianuando a “consumare” musica, nei negozi a comprare lp-mix o CD non ci vado più da un pezzo : è quindi anche colpa anche mia se chiudono i Nannucci?
Febbraio 25th, 2009 at 22:56
Uhm, vendono anche online (io non ero andato fin li), il problema e’ che se uno vuole comprare oggi certi prodotti sceglie appunto ebay o iTunes o l’ipermercato in cui va ogni settimana…
Febbraio 25th, 2009 at 22:59
Dispiace, ma il supporto fisico della musica è morto. Dal mio punto di vista cd e vinile sono esattamente sullo stesso piano: cose vecchie. Inevitabile, alla lunga, la fine di tutti i negozi del genere, a meno di un radicale rinnovamento.
Febbraio 25th, 2009 at 23:03
Tristezza, ci ho comprato qualche centinaia di dischi e ancora oggi era una tappa obbligata ogni visita a Bologna.
Mi piaceva quello stile a metà strada tra il negozio mainstream e quello più specializzato, e c’erano sempre delle sorprese tra le offerte.
Rinnovarsi? Impossibile: l’unica nicchia che rimane per i venditori di dischi è la specializzazione per super appassionati e collezionisti che rifiutano il download e gli amanti del vinile, che pur conoscendo un po’ di revival sempre nicchia rimane. In una città grande come Bologna non c’è posto per più di un negozio di questo tipo, e in effetti rimane un altro meraviglioso negozio di dischi al quale auguro lunga vita ancora.. toccando ferro.
Nannucci come altri negli ultimi anni si era buttato anche sui DVD per compensare il crollo nelle vendite della musica. Ho il sospetto che con l’aumentare della banda il download selvaggio stia colpendo anche questo mercato.
Negozi di dischi,sale da biliardo, cinema, sale giochi.. addio.. i consumi sono cambiati. Ehi, naturalmente si stava meglio quando si stava peggio :-)
Febbraio 25th, 2009 at 23:19
mi spiace tantissimo. Lo ricordo 30 anni fa quando comprai qualcosa da loro.
certo con la crisi del vinile, l’avvento dei cd, i costi di ogni singolo prodotto, internet e muli vari c’era da aspettarselo (anche prima direi)
Febbraio 26th, 2009 at 00:24
Eh, bei tempi… si comprava da catalogo.. come Postal Market ! Ma non saranno i tempi che stanno cambiando ? Io comincio ad avere dei problemi a trovare acciarini di buona qualità, ed anche gli Speziali… non sono più quelli di una volta…
Febbraio 26th, 2009 at 00:25
Rinnovarsi: digitalizzare il catalogo e venderlo in FLAC.
Ops, dimenticavo, siamo in Italia. All’estero (e chiamandosi Apple) forse si riuscirebbe…
Febbraio 26th, 2009 at 07:32
Pe me era un’istituzione, come la Feltrinelli sotto le Torri.
Scaricare la musica è una gran cosa ma fa passare la voglia di andar per negozi…e di ammirare le copertine.
Febbraio 26th, 2009 at 08:37
Ovviamente (in effetti, dal mio commento non si capiva) il rinnovamento lo giudico impossibile, è come dire che i venditori di carbone devono rinnovarsi: o vendono qualcos’altro, o chiudono bottega. Ci sarà sempre, qualcuno che compra carbone, ma non abbastanza da giustificare l’esistenza di un negozio preposto soltanto a quello scopo. A meno di un’operazione costosa e coraggiosa come quella del FLAC proposta da Gabriele, che comunque non garantirebbe il sostentamento: a pochissimi, temo, interessa la perfezione assoluta del suono, visto anche il costante degrado della media dei dispositiivi di riproduzione consumer e la conseguente assuefazione alle frequenze “impure” dei lettori da passeggio. Comunque sarebbe una nicchia interessante.
Febbraio 26th, 2009 at 11:14
Ho abitato in Via Oberdan per 1 mese, prima di trasferirmi allo studentato delle matricole, quando ero a Bologna. Misi piede dentro Nannucci un paio di volte, ma non acquistai mai nulla.
Solo dopo qualche mese compresi il valore di quello store.
E ora che chiude è un po’ come se se ne andasse un piccolo ricordo.
Febbraio 26th, 2009 at 12:25
ordinare cd e lp da nannucci per chi viveva in uno sperduto paesino toscano era essenziale. è la fine definitiva della mia adolescenza (quasi a dire, era l’ora)
Febbraio 26th, 2009 at 12:57
Cazzabubbola… :-(
Febbraio 26th, 2009 at 12:58
Sono in lutto.
Febbraio 26th, 2009 at 19:37
se penso che andai a cercare un disco degli M Like Moon…e me lo ordinarono pure
ciao
Luca
Febbraio 26th, 2009 at 20:59
La situazione del mercato della musica a Bologna è già tragica da anni: dalla chiusura della “Casa del Disco” con le sue meravigliose vetrine su via Indipendenza, al requiem dato al commercio musicale dato dalla chiusura di una leggenda: “Rockshop” prima in via Mazzini, poi in lenta agonia in via della Grada.
Restano alcune realtà, alcuni centri commerciali ma il vero negozio di musica muore conn Nannucci, avremo un’altra jeanseria, una banca….ma lo spirito di noi cinquantenni amanti della musica potrà vivere solo di ricordi, ricordi di porte aperte, di musica nuova, di amici che ti accoglievano consigliandoti i nuovi arrivi; amici, sì perchè erano tali…..che peccato, Bologna sarà sicuramente più vuota, più silenziosa, anche se un nuovo rutilante negozio aprirà…..Good-bye, Nannucci con te se ne vanno anche i nostri bei ricordi….
Febbraio 26th, 2009 at 22:27
Vi rammento che a Bologna resiste almeno un negozio meraviglioso, il Disco D’Oro con una storia trentennale, che ora è praticamente l’unica alternativa ai magazzini tipo Ricordi e Comet (posti che il vero appassionato di dischi non riesce proprio a concepire). Toccando ferro…
Marzo 29th, 2009 at 06:11
Come diceva l’altra sera Bonolis, la musica é di tutti, quindi vedremo per la strada Dalla, Carboni, gli Stadio e Mingardi, girare come comuni mortali, pensando che il prossimo disco che faranno, non avra’ un introito! Ieri, in negozio, ho parlato con Curreri e mi é sembrato molto di spiaciuto della nostra chiusura, quindi? Cazzo ma nessuno che faccia qualcosa di propositivo per
un magnifico e storico Nannucci? Capisco sia giusto salvare l’osteria del sole perché mi piace il vino ma non riesco ancora a pensare ad una citta’ come Bologna, dove, per ascoltare musica, ci si debba sedere davanti a un computer. Miseria….
mi diceva ieri il nostro mitico programmatore che in America, dove mi risulta che l’economia non sia al massimo, che i Cd costano dai 9 ai 15 dollari! Qui non si é mai fatto nulla di concreto per abbassare i prezzi, tutti hanno voluto tirare finché ce n’era e adesso sembra che non siano mai stati del settore;
io vedo che le linee jazz da 5 euro e 5,90 vendono moltissimo,
non sara’ quello che puo’ salvare un negozio e comunque ci siamo arrivati troppo tardi! In bocca al upo a noi! Mauri e Neve.
Marzo 29th, 2009 at 09:06
[…] Maurizio, uno dei dipendenti licenziati da Nannucci che chiude: […]
Marzo 29th, 2009 at 10:27
Gente possiamo menarcela qui fino a domani mattina, ma ancora il solito discorso che è colpa dei CD che costano troppo?
Mi dispiace che chiuda un negozio, che si perdano posti di lavoro eccetera eccetera, ma la vogliamo smettere di pensare per “intoccabili”. Nannucci andava salvato perchè è tanto che esiste.
E chi lo dice?
Io sono un audiofilo però non ho nessun problema a comprare da iTunes, soprattutto ora che tutte le canzoni sono in formato plus, con una qualità che mi va più che bene.
E nel frattempo continuo a comprare i vinili.
Un mio amico gestisce i due negozi di dischi più grandi della mia città. Sapete che ha fatto? Si è totalmente rinnovato. La vendita di CD al dettaglio non è più proponibile e lui ha aumentato tutto l’altro settore di cui si occupava, ovvero oggettistica e arredamento (fra il kitsch e il design), fino a trasformare i vecchi negozi di dischi in due particolarissimi negozi che fanno faville fra i turisti e sono letteralmente intasati di gente soprattutto in occasione delle festività.
Incassa il triplo e ha creato due negozi strani e originali, riuscendo addirittura ad allargare al doppio della metratura uno dei due negozi.
Non ha più i dischi, ma cosa doveva fare, fossilizzarsi e chiudere bottega travestendosi da resistenza armata contro il nuovo che avanza?
L’Italia è un paese conservatore in cui il fallimento è un’onta invece che uno stimolo e in cui ci si oppone ai cambiamenti con stolida resistenza di principio.
Marzo 29th, 2009 at 14:00
Quoto Camillo.
E se cambi strategia di vendita, non dico che devi passare per forza al mobile kitch , puoi trovare anche qualcosa che sia ancora inerente alla musica.
Passione e creatività, e voglia di rischiare.
Aprile 7th, 2009 at 18:03
Nasce da un articolo di Adrea Degidi la nuova canzone della band bolognese Le Fragole: “Un’epoca con Nannucci”. I giovani componenti della band non potevano rimanere indifferenti, come tanti loro coetanei, alla triste notizia della chiusura del Music Store che a Bologna ha fatto storia. Dalle parole dell’articolo pubbicato sul blog The Music Box, prende vita un testo che racconta l’entusiasmo di quanti hanno trascorso ore agli scaffali e, grazie a Nannucci, hanno imparato ad ascoltare ogni genere di musica, incluso le rarità introvabili. Lo store ha segnato un’epoca e questa canzone è un’omaggio dal ritmo incalzante la cui melodia briosa, in stile Fragole, riporterà alla mente tutto il piacere delle ore trascorse da Nannucci e un pizzico di malinconia per i tempi che cambiano.
Lo store chiuderà a metà aprile e, come confermano i commenti degli oltre 3000 iscritti ai vari gruppi formatisi sui Social Networks, questa chiusura è lo specchio della grave crisi che sta travolgendo la musica e non solo.
Le Fragole ringraziano il titolare Mario Nannucci e il giornalista Andrea Degidi per la cortese collaborazione.
Il brano è disponibile sul sito della band all’indirizzo http://www.myspace.com/lefragole dove presto sarà pubbicato anche il videoclip realizzato grazie alla collaborazione della Skipping Musez, etichetta indipendente di Giacomo Roversi e dell’Associazione Arcadia per la comunicazione web e la consulenza al video.
…Nannucci chiude un’epoca ed è proprio un dolore per i bolognesi e per i pellegrini di fuori città…
Ines Curzio