Elon Musk ha comprato Twitter.
Il talento visionario di Musk è innegabile, il fatto che sia un cretino lo è altrettanto. Non è strano (a qualcuno potrà sembrare strano) che queste due caratteristiche convivano in una sola persona; accade anzi frequentemente, come se una grande distanza dagli altri intorno richieda in pegno un’altra differente diversità. Noi, da parte nostra, cerchiamo il nostro simile e quando osserviamo Musk ci concentriamo sull’uno (il talento) o sull’altra (la cretineria). È questa la ragione principale per cui la discussione di questi giorni su Musk e l’acquisizione del social network è tanto polarizzata. A questo punto nella prossima gestione di Twitter non sappiamo quale delle due prevarrà.
Non starò a dire le ragioni del talento visionario ed imprenditoriale di Musk (Paypal, Space X, Tesla) e nemmeno la povertà di molte sue uscite pubbliche (sopra tutte le altre quelle ridicole e ripetute sulla pandemia); l’esercizio utile mi sembra invece, a questo punto, provare a capire cosa sia Twitter. Ebbene Twitter è un piccolo pezzo di internet che nelle parole di Musk sembra diventare la Internet tutta. Non lo è, per fortuna, e non lo sarà nemmeno in futuro. Ma non solo: Twitter come tutte le piattaforme simili è un laboratorio sociale dei rapporti fra le persone, le relazioni e l’informazione. La storia delle piattaforme sociali degli ultimi dieci anni racconta egregiamente la divergenza fra l’impianto tecnologico dei social network (l’efficienza della macchina) e la possibilità concreta di essere hackerata (dall’esterno, più frequentemente, o dall’interno) con un’ampia e ubiquitaria prevalenza della seconda sulla prima. Musk potrà applicare il proprio talento alla prima, nella speranza che il determinismo tecnologico che guida da sempre le scelte nel mondo anglosassone risolva il conflitto sociale degli ambienti digitali. In alternativa potrà estendere le sua “idee” a Twitter rendendola molto peggio di come è ora.
Aprile 27th, 2022 at 12:36
Dimentichi che è un Asperger, genio e fessaggine possono coabitare
Aprile 27th, 2022 at 12:45
Non credo assolutamente alla favoletta di Musk “assolutista della libertà di parola”. Come per qualsiasi altra cosa abbia mai fatto, deve esistere un tornaconto personale proporzionale all’investimento (e quindi in questo caso enorme), che però fatico a comprendere.
Altri miliardari sociopatici (dei quali mi fido ugualmente poco, ma che probabilmente ragionano in modo simile) hanno insinuato che i clienti principali di Musk come la Cina potrebbero esercitare un’influenza su Twitter.
Trovo sommamente inquietante l’esistenza di persone con disponibilità economiche tali da poter comprare piccole nazioni, che agiscono per motivi non immediatamente evidenti.