Fabrizio Venerandi si è accorto che la foto di Paola Egonu che gira da qualche giorno sui social è una foto modificata. Nello scatto, che mostra la pallavolista in salto durante una delle sue celebri schiacciate, l’atleta è stata spostata ancora più in alto, aumentando così la potenza e la grandiosità del gesto atletico. Questa foto artefatta è forse un tentativo di risposta alle molte polemiche che in questi giorni hanno avvolto la sportiva, scelta come portabandiera italiana alle Olimpiadi di Tokio. Una scelta – va detto – perfetta, in grado di mandare in cortocircuito i cervellini esigui dei razzisti nostrani. Una donna giovane, di colore, lesbica dichiarata a rappresentare il loro paese alle Olimpiadi.

Ingenuamente siamo abituati a considerare le adulterazioni delle immagini che quotidianamente vediamo sui social come il tentativo di modificare la realtà da parte dei peggiori. Nel caso di questo fake, forse per una delle prime volte, è accaduto il contrario. L’adulterazione si schiera dalla parte dei buoni, del progresso, della modernità, della solidarietà e della civile convivenza. Verrebbe da dire che un simile armamentario di buoni sentimenti non necessiterebbe di simili trucchi: continuiamo ingenuamente a pensare che la verità si affermi da sola e senza difficoltà. Ogni giorno ci accorgiamo che non sempre accade e magari qualcuno avrà pensato che fosse necessario rinforzarla un po’.

Forse – vista da qui – quella foto è un errore ed il suo rapido diffondersi in rete conferma le dinamiche che conosciamo sulle esagerazioni e sulle bugie sopra le quali stanno ben piantati i nostri tempi. lo stesso Venerandi in un bel post scritto oggi parla del trionfo della iperrealtà. Credo sia così e credo anche che sia questo uno dei nuovi formati della Bassa risoluzione nella quale siamo immersi. Un formato controintuitivo che nel tentativo di rendere il mondo un posto migliore genera una nuova quota di ambiguità e incertezza per tutti.


(via Giorgio Jannis su FB)

4 commenti a “Le buone intenzioni”

  1. pino dice:

    per dirla tutta e bene, nn la bandiera italiana (quella é stata assegnata a Jessica Rossi e Elia Viviani) ma la bandiera olimpica (6 atleti 1 per continente piú uno in rappresentanza deigli atleti rifugiati) come rappresentante dell’europa, per la precisione: REFUGEE OLYMPIC TEAM: Cyrille Fagat Tchatchet II; ASIA: Kento Momota; AFRICA: Mehdi Essadiq; AMERICHE: Paula Pareto; OCEANIA: Elena Galiabovitch ed appunto

  2. Sergio dice:

    A me sinceramente preoccupa che ci sia in giro gente che guardando quella foto non nota nulla di strano. Cioè una rete di pallavolo è a 224 centimetri e il record di salto in alto femminile è a 209

    In questa foto sembra che la Egonu possa passarla in sforbiciata…

    E dire che sarebbe bastato mettere insieme due o tre azioni dalla partita di ieri sera per ottenere il risultato voluto

  3. Insula dice:

    Niente di nuovo: vent’anni fa presi un tonno di 5 kg. Poi feci ritoccare la foto da una amico esperto e diventò di 10 kg almeno.
    Il braccio che lo reggeva sembrava inadeguato all’esibizione ma per fortuna non c’erano i social.

  4. vinz dice:

    Mante dai però non semplifichiamo….ché anche questo è “ritocco” della realtà.
    Paola Egonu: «Ho amato una donna. Quindi sono lesbica? No, non funziona così. Potrei anche innamorarmi di un ragazzo»