Il simbolo più lucido a nostra disposizione è una partecipazione TV di Giulio Andreotti ad un programma per famiglie della domenica pomeriggio nel 2008. Quella volta in cui Paola Perego chiese ad un Andreotti ottantanovenne qualcosa sui bambini e il navigato politico democristiano se ne rimase li immobile, incassato nella sua poltroncina, a osservare il soffito degli studi di Canale 5. Pochi secondi dopo qualcuno frettolosamente mandò la pubblicità.
Quella scena era la sintesi perfetta di molte cose assieme: del disperato desiderio di rimanere al centro della scena di chi è stato potente e riverito ma anche – ben più importante – della miseria intellettuale dei media che utilizzano punti di riferimento sempre uguali per decenni, fino al momento del loro inevitabile coccolone.

Qualcosa del genere è andato in onda ieri sera a OttoeMezzo dove uno spaesato Eugenio Scalfari ha mostrato in pochi minuti l’intero campionario neurologico dell’invecchiamento (dalla perdita dei freni inibitori, ai toni assertivi, alle divagazioni fuori dal contesto spazio temporale). Nulla di tutto questo è piacevole da vedere e nulla del genere dovrebbe accadere in una società evoluta che sappia tutelare la dignità di tutti. Mi domandavo ieri sera se non esista qualcuno vicino a Scalfari che possa consigliarlo per il meglio ed allontanarlo dolcemente dal tranello italiano per cui i talenti precedenti, da tutti riconosciuti (il fondatore di Repubblica, il grande oncologo, l’intellettuale raffinato), debbano essere considerati beni senza scadenza che solo la morte un giorno allontanerà.

Perfino Alessandro di Battista – di cui personalmente disistimo da sempre i modi arroganti e la pochezza del ragionamento – ha mostrato ieri sera il meglio di sé, rimanendosene in silenzio con lo sguardo contrito e le mani in grembo di fronte a Scalfari che gli proponeva domande assurde. Solo quando infine il fondatore di Repubblica gli ha chiesto perché non avesse votato per Berlinguer il grillino – devo dire opportunamente – ha replicato “perché è morto”.

Dell’ego strabordante dei nostri novantenni di talento dovrebbero occuparsi i loro cari: molto più importante sarebbe che la TV ed i giornali si occupassero di individuare e mostrarci nuove intelligenze. Questo avviene pochissimo: vanno molto di moda gli anziani prestigiosi intellettuali degli anni 60-70 del secolo scorso e i modesti urlatori contemporanei della TV, della politica e del giornalismo. il mix fra grandi cervelli di una volta e senza cervello di oggi rende la Tv interessante come quel puntino nel soffitto in alto che quella volta Andreotti osservava assorto. Giulio guardava il puntino: nel frattempo qualche milione di italiani osservava in diretta TV il racconto della sua avvenuta decadenza.

13 commenti a “I segni della nostra decadenza”

  1. Andrea Dolci dice:

    Da anni speriamo che qualcuno chieda a Scalfari di non esporsi più a figuracce causate dal proprio delirio di onnipotenza e onniscienza.
    Temo che mai speranza fu più vana.

  2. Giuseppe dice:

    … Amedeo Nazzari? Lo dico a tutti i compagni dell’opzione A. Nazzari: È MORTO! È MORTO!

  3. Giò dice:

    Beh, anche il Silvio nell’ultima intervista a TG5 a dato “segni”… rallentamento nel parlato (uauououauo) e altro.
    E adesso, chi inervisteranno?? Quelli dei talentshow?
    Davanti a noi il deserto dei tartari….

  4. N3m0 dice:

    Concordo appieno, grazie per il tuo post.
    Anche io voglio troppo bene a Scalfari per “seguirlo” nella sua naturale decadenza

  5. rico dice:

    A parte il fatto che non saper parlare in TV non significa non saper scrivere o non avere idee.
    Chi è invitato in TV subisce un bombardamento tipo sala trucco, assistente che ti martella con quello che devi guardare, dire e fare durante la trasmissione, con minaccia di azioni legali se non sei “conforme”.
    Forse è ora di spegnere definitivamente la TV, il mezzo su cui sto scrivendo è molto più potente e, per ora, più libero.

  6. rico dice:

    …oppure tenere la TV a volume zero come fonte di luce, giusto un occhiata ogni tanto per le news (da prendere con le pinze).
    Tanto i moderni schermi LCD o LED consumano come una lampadina.

  7. mario dice:

    Post molto offensivo, nervoso ed autoritario. Ricco di squarci deliranti, come la pubblica tutela della dignità che dovrebbe sostituirsi alla libertà e volontà personali, che è meglio non approfondire, per il bene dell’autore e preservargli la dignità contro l’impulso liberticida.

    Qualcuno vicino a Mantellini, e con la divisa dello stesso colore, che possa consigliarlo per il meglio

    per Scalfari, a partire dal giovane Scalfari fascista e che non è mai stato di sinistra: questo fuoco amico dei fratelli coltelli è solo la legge del contrappasso

  8. annamaria dice:

    L’età avanzata e la decadenza senile invocate come attenuanti?

    Ma no. A me sembra che Scalfari a OttoeMezzo abbia semplicemente mostrato il suo vero volto di squadrista.
    Lo ha fatto in tutta consapevolezza e tranquillità, sapendo bene che con i 5Stelle l’uso del manganello è sempre consentito ed è coraggiosamente praticato dalla quasi totalità dei suoi illustri colleghi.

    Niente di strano, niente di particolare. Assoluta normalità.

  9. Alessandto dice:

    Concordo, antifa e anti5s e antiquelchejeserve sempre

  10. Bruno Anastasi dice:

    editoriale stupendo … vorrei leggerne di pari livello più spesso, Massimo

  11. Simone dice:

    Non dimentichiamoci di Pippo Baudo

  12. Ant dice:

    Al grande oncologo mi sa che gliel’hai tirata

  13. Carlo Pollio dice:

    Condivido dalla prima all’ultima parola!