Di fronte ad una puntata di 8 e Mezzo allucinante per ignoranza e superficialità come quella che Lilli Gruber ha condotto ieri sera a margine della morte della povera ragazza campana si possono fare due cose. Indignarsi o ironizzare. Ho pensato che non mi andava di fare né uno né l’altro. Perché indignarsi è facilissimo ed automatico di fronte ad una simile povertà di argomenti e ironizzare trasmette un senso di superiorità che davvero non vorrei avere. La7 può ovviamente a pieno titolo apparecchiare teatrini del genere, è una TV commerciale e Gruber e Pagliaro (gli autori del programma) hanno tutti i diritti di raccontare le proprie posizioni di conservazione sui temi del digitale. Del resto la metà esatta degli italiani la pensa come loro. Però date le vette di assurdità che gli ospiti hano saputo raggiungere ieri sera, in particolare Paolo Crepet (che ha un libro in uscita al riguardo) e Kim Rossi Stuart (che si è trovato lì per caso convinto di parlare del suo film in uscita come ha candidamente ammesso) meritano di essere tramandati ai posteri e non dimenticati dentro lo streaming di un video che nessuno guarderà mai più. Così ho trascritto le parti (per me) più interessanti del programma:
Legenda: il testo è lungo ho messo in grassetto le parti più rilevanti. Alla fine di ogni domanda in corsivo ho aggiunto, solo quanto mi sembrava necessario, un brevissimo commento:
Gruber: Ci si pone la domanda: Ma la rete può anche uccidere? Subito dopo la pubblicità
Paolo Crepet: I social network sono una grande libertà quando li si progetta e quando li si desidera poi diventano una gabbia quando li si utilizza, io credo che sia venuto il momento – ho scritto un libro su questo che è appena uscito – che parla esattamente di questa urgenza, di ripensare alla nostra vita, non possiamo delegare al signor Mark Zuckerberg il nostro destino, lui fa i suoi affari però la vita è nostra, possiamo anche spegnerli gli smartphone, possiamo anche insegnare ai bambini a disegnare con le matite non solo a strisciare le falangi su un tablet, questo credo che sia una emergenza perché ci cambia la vita, non è una tecnologia qualsiasi, non è vero che è uguale a tutte le altre, perché sa quando hanno messo il citofono a mia nonna non è che mia nonnna è rimasta 24 ore su 24 attaccata al citofono quindi evidentemente le cose sono molto diverse, non possiamo farei furbi e i complici di chi le sta vendendo pensando che sia tutto la stessa cosa. Quando un ragazzino e queste son le statistiche*, sta più di 11 ore in media connesso con un social, si pone un problema, un problema anche di autismo sensoriale ed emotivo che è quello di cui io parlo nel libro che si chiama “Baciami senza rete”
*Le statistiche di utilizzo di Internet fra gli adolescenti italiani sono sotto la media europea (attorno a 5-6 ore al massimo ora non riesco a controllare). Non so Crepet a quali numeri si riferisca, mi pare un dato molto strano.
Gruber: Ester Viola, lei è una esperta di social network: condivide l’urgenza?
Viola: L’urgenza c’è ed è soprattutto sul diritto all’oblio* perché non puo’ passare un anno dalla denuncia alla polizia postale dalla rimozione di un video….
*Come è noto, anche se Viola è un avvocato, il diritto all’oblio non c’entra nulla com i temi in discussione.
Gruber: Kim (Kim Rossi Stuart ndr) lei è sui social network?
Kim Rossi Stuart: No, Per una scelta, sono un pretecnologico, non mi interessa, non mi diverte e ne ho avvertito fin dalla genesi un pericolo molto forte
Gruber: E quando lei nel suo nuovo film che è appena uscito che si intitola… in questi casi di cui stiamo discutendo quanto machismo vede?
Kim Rossi Stuart: Il mio film non si occupa di questo, io sono qui per parlare del film e mi riesce difficile incrociare il discorso con tematiche così urgenti e scottanti e fondamentali: se posso dire un mio pensiero su questo mi sembra che questo genere di tecnologie siano degli strumenti che l’uomo d’oggi, la donna anche, l’essere umano, non è in grado di gestire, di condizionare, tirano fuori in molti casi proprio il peggio. La domanda è: ma non si può tornare indietro? (ridono, Gruber dice questa è una bella domanda ndr) come mai non possiamo tornare indietro da certe cose? come mai ci sono casi di tumore a grappolo* attorno a me tra le mie conoscenze e so che sono dovuti spesso a problemi di onde magnetiche e cose così e non si può tornare indietro? come mai abbiamo visto che Internet è uno strumento ingestibile dall’uomo per lo stato di maturità in cui si trova e non possiamo tornare indietro? Torniamo sempre allo stesso motivo, scusate è il tema della mia vita , il profitto no? Torniamo sempre a questo e allora, insomma, che chi gestisce il potere non a livello esclusivamente politico che determina le dinamiche, che si metta una manina sulla coscienza
*I tumori a grappolo non esistono, forse Rossi Stuart si confonde con le cefalee a grappolo che però sono patologie “essenziali” e non dipendono dalle onde elttromagnetiche.
Gruber: Temo che questo non basterà. Crepet perché non si puo’ tornare indietro?
Crepet: Perche le 4 aziende più grandi al mondo che fatturano di più sono 4 aziende digitali* non sono quelle del petrolio o quelle che fanno le armi, quindi, come lei ben sa, l’oste dice che il vino fa benissimo anche agli ubriachi. Io non sono preoccupato di un ragazzino che con lo smarphone alle 3 di notte sono più preoccupato di una famiglia che va a cena con tre smartphone e nessuno parla se non per dire passami il sale… ci sarà una società afona e io mi chiedo come nascerà un attore, come nascera un poeta? ma se uno avesse chiesto a Rilke o a Baudelaire di scrivere in 140 caratteri, cosa gli avrebbero risposto? Stiamo giustificando la demenza perché la vende qualcuno che è simpatico, ve lo ricordate quando c’erano i manifesti di Bi..della Apple o di IBM, “think different”, sembrava cool, c’era l’immagine di Mandela o di Lennon questa è la cosa che ci hanno venduto.
* Le quattro aziende che fatturano di più al mondo secondo Fortune global 500 2015 sono: Walmart (distribuzione), Sinopec (petrolio), Royal Dutch Shell (petrolio) China Nationa Petrolium Corporation (petrolio)
Gruber: da molte parti si è invocato un intervento legislativo per riuscire ad ottenere un minimo di controllo
Napoli (Polizia postale): pensare in questo momento ad una demonizzazione completa di uno strumento che comunque viene utilizzato anche per cose che sono positive, non soltanto per cose che sono negative, il punto è dare quello strumento delle regole Molto spesso la vita online dei ragazzi prende il posto della vita offline
Gruber: ma dottor Crepet, quanta resposabilita delle vittime c’è, magari per poco buonsenso o poca consapevolezza?
Crepet: L’ingenuità con la tecnologia digitale si paga cara ma questo è un buon motivo per parlarne nelle scuole, c’è questo narcisismo, Instagram per esempio, si è inondati da fotografie totalmente insulse, non è che gira Cartier-Bresson, gira un imbecille che fotografa un piatto di spaghetti e pensa che tutti noi stiamo aspettando quella straordinaria fotografia per sapere che lui sta mangiando un piatto di spaghetti, questo è assolutamente intollerabile, c’è una esondazione del narcisismo di chiunque che deve diventare protagonismo del nulla e poi purtroppo tutto questo arriva perfino alla classe dirigente, alla politica. Ma vi accorgerete di quanto sono lenti?
Vede le tecnologie dovrebbero avere un bugiardino, come gli psicofarmaci, per capire quali sono gli effetti collaterali e le intolleranze. Una di queste per esempio è la lentezza, si diventa lenti, molto lenti, il sindaco di Roma ci sta mettendo tre mesi per nominare un… è lento, generazioni come la mia avrebbero gestito la cosa con molta più rapidità, a forza di delegare le macchine l’uomo diventa lento, sa qual è il problema? che il cervello è un muscolo, se non lo alleni si atrofizza e le macchine, le tecnologie, gli smartphone, funzionano loro al posto del cervello. Quindi ci ritroviamo con il muscolo principale atrofizzato: si chiama demenza digitale, state attenti.
Gruber: Lei Kim condivide questo concetto della demenza digitale? ma ci vuole a questo punto una educazione digitale che viene insegnate nelle scuole gia ai bambini molto piccoli
Kim Rossi Stuart: Guardi io non lo sono titolato nel parlare nello specifico – mi rendo assolutamente conto che c’è un problema di educazione …ma se me lo consente vorrei raccontarvi il mio primo approccio con… che poi è rimasto quasi lì… mi ricordo il computer o meglio internet era appena stato diffuso in Italia e per la prima volta io dialogai con qualcuno via internet, non sapevo chi fosse, non sapevo nulla di questa persona, e una sorta di scossa di paura mi diede, questo fatto – stavo proprio riflettendo su questo prima, sentivo che stavo facendo qualcosa di… un cattolico direbbe demoniaco – adesso io non voglio demonizzare, sto raccontando la mia esperienza emotiva che secondo me è abbastanza significativa e cercavo di decriptare un po’ questa mia sensazione e io sarei arrivato a questa mia conclusione – Crepet potrà dare poi il suo parere – io credo che la comunicazione fra esseri umani è fatta per guardarsi in faccia, se non ci si guarda in faccia temo che possa mettere in moto automaticamente dei meccanismi un po’ perversi, ripeto per lo stadio in cui si trova l’umanità oggi, poi tra 5mila anni, 10mila anni non so.
Gruber: Ma suo figlio utilizza i tablet?
Kim Rossi Stuart: Cerchiamo di razionarlo, razionalizzarlo, razionarlo al massimo, meno possibile, fosse per me zero, non è facile (ridono)
Gruber: Crepet una riflessione a quello che diceve Kim prima
Crepet: io credo che un bambino debba essere educato alla bellezza, la tecnologia nasce in un posto molto brutto, uno dei posti più brutti delal terra, Cupertino è un deserto, non c’è niente, guarda caso la tecnologia non è nata nella nostra bellezza, non sarebbe mai potuta nascere a Firenze, sarebbe nato il dubbio, non la certezza, perché la bellezza ti porta al dubbio, la tecnologia ti porta all’ssoluta perfezione, se c’è una cosa terribile della tecnologia è la superpefezione, il mondo è bello perché non è finito, il non finito – ho scritto un capitolo sull’elogio dell’imperfezione – perché l’imperfezione è assai umana, i 4K gli 8K i 16K, vedremo pelo per pelo le gambe dei calciatori, sarà una cosa teribile. L’arte nasce dal dubbio, dalla frustrazione, cosa c’è di più bello della Pietà Rondanini forse la cosa più bella che ha fatto Michelangelo, perché è rimasta lì, è un distillato, non so se Zuckerberg le capisce queste cose, temo che venga da una realtà dove tutto è perfetto.
Gruber: Vi faccio vedere il punto di Paolo Pagliaro perché voi qui siete tutti giustamente critici con la rete, però c’è anche chi pensa che non si debba mettere la rete sul banco degli imputati
Kim Rossi Stuart: io penso a soluzioni radicali, sinceramente, penso ad andare a vivere in campagna (Gruber: a vivere in campagna disconnesso, ridono) faccio fatica a non responsabilizzare le grandi aziende, l’economia e la macroeconomia che purtroppo è in grado di drogare il popolo e quindi deve partire da loro…quando loro —d’altra parte per tirare fuori un altro luogo comune, ma vero, come tutti i luoghi comuni – se nonostante i trattati di Tokio* ecc ecc si decide…adesso hanno deciso di riallontanare la date per prendere una serie di provvedimenti, io ho l’immagine della specie umana come dire di quei lemmings che vanno dritti verso il baratro, come lo scorpione che si punge.
*Non si capisce quasi nulla, probabilmente Rossi Stuart si riferisce ai trattati di Kyoto.
Settembre 18th, 2016 at 13:07
Prendersela con la “Rete” per i comportamenti umani è come indignarsi con i ponti radio che trasmisero gli ordini di sterminio di Hitler. Si prende di mira il mezzo e non chi lo usa male. Comunque, nulla di nuovo, ci sono tromboni che pontificano e hanno un libro in uscita “in cui spiego tutto”, attori con film nelle sale che “non so nulla di tutto ciò ma mi raccomando andate a vedere il film” intervistati da giornalisti paraculo che più che le vittime difendono sé stessi. Sono le stesse categorie che si indignavano quando arrivarono i “mecha” giapponesi e prima ancora la tv, la radio, il cinema, la fotografia e potremmo risalire fino all’invenzione della scrittura.
Settembre 18th, 2016 at 13:51
La Gruber ti inviterà a una puntata sul giardinaggio, evidentemente…
Settembre 18th, 2016 at 14:18
La mia annotazione è sempre quella, purtroppo: ma ndo volémo annà!?
Settembre 18th, 2016 at 16:12
cristo
Settembre 18th, 2016 at 16:25
Quando Crepet afferma “non è una tecnologia qualsiasi, non è vero che è uguale a tutte le altre” dice il vero. Il potere immenso che dà è senza paragoni con qualsiasi altra tecnologia precedente.
Settembre 18th, 2016 at 16:29
Adesso qualcuno mi spiega perché il piatto di pasta su instagram deve essere meno significativo dell’esperienza emotiva di Kim Rossi Stuart con il suo primo approccio a internet.
L’ego è il male solo se non sono loro a mandarlo in onda?
Settembre 18th, 2016 at 16:31
“si possono fare due cose. Indignarsi o ironizzare. Ho pensato che non mi andava di fare né uno né l’altro.”
Massimo Mantellini su Twitter:
8emezzo stasera è FENOMENALE
https://twitter.com/mante/status/777220226899406848
Se la banalità fosse radioattiva stasera per colpa di OttoeMezzo toccava sgombrare tutto il Lazio
https://twitter.com/mante/status/777223399164809216
“non è una tecnologia qualsiasi, non è vero che è uguale a tutte le altre, perché sa quando hanno messo il citofono a mia nonna non è che mia nonnna è rimasta 24 ore su 24 attaccata al citofono quindi evidentemente le cose sono molto diverse”
pure a me pare azzeccato (sebbene folkloristico)
Settembre 18th, 2016 at 16:39
il mio commento è un mix tra Carlotta e Fabrizio.
PS
Emanuele: perchè la TV no? O la bomba atomica, anni di cortina di ferro e pure adesso c’è uno stronzo coreano che lancia un missile qua e un missile la quando non è impegnato a giustiziare qualche suo mandarino? O la stampa a caratteri mobili? O l’automobile, c’è la nazione più importante del mondo le cui città sono costruite a misura d’auto e non di uomo (non è mica una cazzata: loro i borghi medievali e rinascimentali mica li hanno, anche le nostre periferie sono costruite a misura d’auto).
Settembre 18th, 2016 at 16:40
Effettivamente se quello che dice Crepet fosse applicato alla televisione, una delle tecnologie più perverse create dall’uomo, avrebbe anche un suo senso. Ma è del tutto evidente che sta farneticando con l unico scopo di vendere libri e riprodurre se stesso nel mezzo televisivo, dove regna indisturbato senza contraddittorio a dire stupidaggini qualsiasi…
Il vero problema non è la rete ma l attacco ad essa da parte dei media è di chi li gestisce che vedono attaccato il loro misero potere e spazio di ricchezza economica.
Poi certo il discorso sulla lentezza della tecnologia di Crepet è da ricovero immediato
Bravo Mantellini a fare una piccola è finita troppo garbata contro informazione….
Settembre 18th, 2016 at 16:49
Difficile pensare che uno sceneggiatore sarebbe stato capace di mettere insieme tanta ignoranza tecnologica mista a supponenza. Dispiace per Crepet che non ricorda che Firenze ha avuto architetti come Brunelleschi che forse era meglio se avesse lasciato a meta la cupola di Santa Maria del Fiore, e un certo Leonardo Da Vinci che era noto sì per la Gioconda e per l’Ultima Cena, ma anche per essere un esperto nella costruzione di macchine belliche e di sistemi idraulici. Quanto a Kim Rossi Stuart vorrei vederlo quando cercherà di obbligare suo figlio a fare il pastore negli alpeggi dove, qualche volta, non arriva la rete telefonica.
Settembre 18th, 2016 at 17:14
Mah, dopo aver letto questo articolo penso proprio di poter dire che farò tranquillamente a meno sia del libro di Crepet sia dell’ultimo film di Rossi Stuart.
Settembre 18th, 2016 at 17:57
Un classico caso di demenza senile…
Settembre 18th, 2016 at 18:16
Stefano le tecnologie che nomini non permettono la libertà che permette internet con tutti i problemi che ne derivano tra cui quello di sputtanarsi in tutto il mondo un niente, magari per un comportamento avventato che senza internet non sarebbe uscito dalla cerchia degli amici o del bar che si frequentava. Scandali da paese c’erano anche al tempo delle vhs ma erano molto meno frequenti perché oggi con internet è facilissimo diffondere immagini e filmati, nonché distruggere la reputazione con un semplice tweet. Prima se non altro bisognava attrezzarsi con videocamera e videoregistratore, oggi basta lo smartphone di un ragazzino.
Settembre 18th, 2016 at 19:32
No,vabbè, ho immaginato mia nonna al citofono per ore ed ho riso sonoramente. Ma che paragoni sono?
(Che poi, mia nonna nata quando non c’era la tv,non ha mai capito come funzionasse e dialogava amabilmente con Pippo Baudo, oltre a mettersi in ghingheri perché pensava la vedessero)
Comunque: dialoghi ignobili, sul serio.
Meno male che non guardo la tv
Settembre 18th, 2016 at 19:40
«La tecnologia nasce in un posto molto brutto.» Come direbbe Zerocalcare, vojo tipo morì.
Settembre 18th, 2016 at 20:47
Niente, mia suocera e mio cognato mi sembrano meno incredibili di Crepet e Kim quando dicono ai miei figli: cu ‘st’ cellular’ vi crescono nu dito lungo e uno curto.
Ecco.
Settembre 18th, 2016 at 21:50
“a grappolo” probabilmente sta per “un numero molto alto” di casi di tumore, non per la tipologia degli stessi
Settembre 18th, 2016 at 22:39
Ho seguito un pezzo della trasmissione ieri…
Un mare di ca%%ate. Un ENORME MARE DI CA%%ATE.
Sembrava di essere tornati al 1998 con le due ragazzine “scappate attraverso internet” :-D :-D :-D
Una su tutte le parle di Kim:
“io credo che la comunicazione fra esseri umani è fatta per guardarsi in faccia, se non ci si guarda in faccia temo che possa mettere in moto automaticamente dei meccanismi un po’ perversi”.
Quindi la comunicazione via telefono?
Le lettere che si scrivevano un tempo?
Ma anche la comunicazione Televisiva o Radiofonica che è a senso unico?
Anche il cinema è una comunicazione ma dato che non ci guardiamo in faccia con l’attore c’è un meccanismo perverso?
Questa è gente IGNORANTE che NON capisce cosa è internet e per questo ne ha paura.
Settembre 18th, 2016 at 23:23
Io ho smesso di guardare questa trasmissione, e adesso perché mi sono messo a leggere fino in fondo questo post?!
Settembre 19th, 2016 at 00:01
@Emanuele
non conosco il caso nel dettaglio, ma per liberarsi di tutti gli stronzi sconosciuti che le davano della troia sui social bastava chiudere il profilo. E con una tinta e un filo di trucco diverso pochi l’avrebbero riconosciuta per strada, mica si trattava di Michelle Obama. Certo, non nel suo paese o nei dintorni, ma in quel caso sarebbe stato identico anche senza la diffusione dei video in tutto il mondo, sarebbe stata comunque la zoccola del paese.
La cosa che stava facendo infatti era il cambio di nome, prima che qualche datore di lavoro o funzionario pubblico al mettesse a ridere davanti a un CV o una carta d’identità.
Però evidentemente non ha retto, non è nemmeno detto che tutti abbiano le possibilità per un fresh start.
Però non si scordi che è vero che la rete non dimentica, ma la gente sì, specie se bombardata 24/7 da informazioni di ogni tipo. Tra due anni insomma, Tiziana Cantone chi? Aspetta che googlo (e qui può entrare il diritto all’oblio, 0 risultati = non esiste e non è mai esistita)
Settembre 19th, 2016 at 02:27
Indignarsi, ironizzare, certo. Oppure scappare.
Cosa che ho fatto prontamente l’altra sera, alle primissime battute, colta da un ‘brutto’ presentimento.
Presentimento di qualcosa che si è puntualmente avverato, a giudicare da quanto leggo qua sopra.
Settembre 19th, 2016 at 18:23
I casi della vita: quando ho sentito che tra gli ospiti c’erano Paolo Crepet e Kim Rossi Stuart ho cambiato canale. Pensa te cosa ho rischiato. Anche se “vivere in campagna“ha sempre il suo fascino. Se vivi in città.
Settembre 20th, 2016 at 00:43
Vorrei che solo uno di voi provasse a dare una risposta alla seguente domanda : quando vedete i vostri figli , infanti o adolescenti che siano, pretendere il telefono di ultima generazione, giocare con un cellulare ( che costa un quarto dello stipendio di un adulto fortunato di avere un lavoro) come gioco preferito , sedersi a tavola con lo smartphone davanti al naso, andare in giro per strada a cercare pokemon, star male perché han mancato un appuntamento non reale ma in facebook, connettersi o usare wapp per dire anche quando si cambiano le mutande e ripeterlo ogni tre messaggi , e via dicendo , voi siete contenti ? Quando osservate che passiamo la maggior parte del nostro tempo con un telefono a portata di mano e guai a non averlo , con un computer quotidiano oltre al lavoro , voi ritenete che la vita sia qualitativamente migliorata ? E siamo tanto contenti di sentirci parte del mondo ? Io , mi sbaglierò, no. Che poi sia grave doverlo lasciare dire a Crepet o a Kim Rossi Stuart questo è un altro paio di maniche. D’altronde scuole e intellettuali sono molto presi dal delirio delle progressive e magnifiche sorti di web blog orgasmi internettistici e guai a dubitare: si viene insultati con argomentazioni piccole come il minuscolo tasto touch sul quale passate con gran gaudio la maggior parte del tempo. Io ho saputo della trasmissione, lavoro in una scuola , questa sera ho finito di lavorare al computer ( ormai obbligatorio ) e mi sono messa a cercare commenti alla trasmissione. Trovato questo ho deciso di intervenire. Mi raccomando, iniziate subito ad insultare o a dire che senza computer non avrei mai potuto informarmi e sapere , argomentazione che sposta il discorso dal vero problema : con la scusa banale che si tratta di strumenti come altri e che dipende dall’uso che se ne fa , non si vuole vedere il baratro in cui si è finiti , la dipendenza, la sostituzione del vero con l’irreale e il virtuale , in ogni campo. E scambiate per banali demonizzazioni, argomenti che cercano di avvertire della gravità della situazione . A ogni epoca il suo fascismo travestito da rivoluzione, ad ogni epoca la sua droga per renderci tutti degli schiavi mentali . Fate finta di non vedere. Il tempo dirà. Cordiali saluti .
Settembre 20th, 2016 at 03:46
Grazie per lo sbobinamento. Mi chiedo quanto ci metteremo… Ma in altri paesi del mondo ricco trasmettono queste robe in tv? Ci saranno dei talk in Francia o Germania in cui dei poveretti parlano di tecnologia? O è proprio una specifica nostra?
Settembre 20th, 2016 at 07:39
dalia sei l’equivalente di chi anni fa chi si preoccupava della televisione e dell’impatto che aveva sui ragazzini. Verso la fine degli anni novanta ho iniziato a interessarmi all’argomento e mi sono reso conto di tante cose che sfuggono a chi subisce la tv superficialmente. Quando ne discutevo su internet, agli inizi ma già pieno di tuttologi da tastiera, venivo trattato come un vecchio barbogio o magari come un censuratore bigotto (perché per qualche strana associazione di idee chi censura è un ultrà cattolico. Poi quando nacque il Moige chi voleva censurare diventava automaticamente uno di loro). Oggi dell’effetto della tv sui ragazzini non se ne parla più perché il testimone è passato a internet, molto più pericoloso da questo punto di vista, come ho scritto giorni fa, perché bidirezionale. Per me gli smartphone andrebbero vietati ai minori di 18 anni così come la patente o il porto d’armi e internet limitata a postazioni fisse più facilmente controllabili ma capisco benissimo le difficoltà di chi ha figli minori oggi, con la pressione sociale che si è andata affermando (naturalmente spinta dal mercato, anche se molti non se ne rendono conto) che vuole tutti connessi anche da piccolissimi.
Settembre 20th, 2016 at 10:30
dalia, sono d’accordo con quanto dici. Però secondo me sono questioni diverse.
E’ vero che molti bambini/adolescenti passano un tempo spropositato davanti ai cellulari o tablet (prima era la tv) , ma che alternative gli diamo? noi adulti siamo sempre indaffarati tra lavoro/relazioni/altro e il mondo è diventato un posto difficile per i minori
Io ad esempio sono nato nell’era pre internet in un paesino di campagna di 1500 anime.
Il mio parco giochi era esteso fin dove arrivava lo sguado.
gia a 5 anni ero libero di uscire e scorrazzare come più mi piaceva. non avevo (avevamo) limiti, all’interno di una comunità in cui tutti si conoscevano e (piu o meno) si fidavano. probabilmente anche se ci fosse stata internet non ce ne sarebbe fregato nulla (così come ci fregava pochissimo della tv)
Mi rendo conto di essere stato fortunato, e mi rendo anche conto che i miei figli non stanno ripetendo le mie esperienze nonostante io cerchi di impegnarmi in tal senso. Non è possibile, non è solo una questione della tecnologia, è una questione estesa e generalizzata. In primis siamo cambiati noi
p.s. probabilmente anche il cavolfiore se mangiato in eccesso può essere fatale. il trucco, come al solito, risiede nel buonsenso e nella cultura
Settembre 20th, 2016 at 17:02
Qualcuno però dovrebbe spiegarmi in che maniera qualitativamente la mia infanzia, fatta di fucili con l’elastico e giochi con gli altri cinque maschi più quella poveraccia di mia sorella, è stata superiore a un bambino attuale che cerca pokemon.
Rincorrevo i gatti, mica leggevo Dostoevskij. Giocavo a calcio, mica facevo volontariato. Parlavo di argomenti inutili e infantili (e ci mancherebbe altro, ero un bambino) con altri individui della mia età, mica mi lanciavo in relazioni sociali multiculturali.
Non sarà che semplicemente quel che abbiamo fatto noi andava bene e le nuove generazioni sono un branco di debosciati? Pure mio nonno la pensava così, nei riguardi di mio padre. Ah, tu non hai visto la guerra…
Settembre 20th, 2016 at 19:08
Essere come le Sturmtruppen, forse peggio.
http://s12.postimg.org/kwhvtdi19/Sturmtruppen_arma_finale.jpg
Settembre 20th, 2016 at 19:14
Ho letto la trascrizione, non ho visto la trasmissione.
Immagino che nessuno abbia osato toccare il tema sessualita’ ed esibizionismo, vero?
Settembre 20th, 2016 at 21:14
Grazie per la trascrizione ed il commento. Seguo la trasmissione. Uno dei pochi talk dove non ci si grida addosso. Ma l’altra sera quando Kim R.S., senza dubbio un bravo attore italiano, ha esordito con quei discorsi (gli altri non ho avuto modo di sentirli) ho cambiato canale. AIUTO!!!
Settembre 20th, 2016 at 21:41
[…] rete: è lui che allerta presenti e spettatori sulla “demenza digitale” e molto altro: Massimo Mantellini ha trascritto qui i punti salienti dalla puntata. D’altronde, ha da poco dato il suo contributo alla discussione […]
Settembre 20th, 2016 at 22:19
Ripeto : il tempo dirà. Nel frattempo tra le mille cose che ci sarebbero da dire , ne dico una : provate a immaginare auto, strade, bar, scuole, treni, case, tavolate e pic nic, preti e suore, insegnanti e bibliotecari precari e ufficiali, matrimoni e funerali, e chi più ne ha ne metta , in cui ogni singola persona presente abbia con sé …un televisore . ma non è lo stesso . Un televisore con il quale parlare , con estranei o meno, comprare, vendere e vendersi, giocare, litigare, fotografarsi o insultare, pesarsi, filmarsi, postarsi anche dopo morto .Poi vediamo se il paragone con il televisore regge. Non sono tanto miope da non sapere che i tempi cambiano. Né che dipende dall’uso che si fa. Ma quando l’uso e il mezzo fanno un tutt’uno e non lo si vuole dire, quando si continua ad argomentare come qui vedo , oppure a livello dialettico della tifoseria calcistica più vieta,il caso merita uno cento mille Crepet e altrettanti Rossi Stuart. Passo e chiudo .
Settembre 21st, 2016 at 10:14
Chiedo scusa, ma non sono riuscito ad andare oltre quella del citofono e della nonna.
Settembre 21st, 2016 at 20:18
Cara Dalia, una volta gli snob si divertivano a difendere cose più meritevoli dei social network. Lascia perdere, non vale la pena.
Settembre 22nd, 2016 at 08:24
ah che spettacolo
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/09/21/olimpiadi-zucconi-vs-toninelli-m5s-sbagliato-dire-no-ma-lei-non-era-contro-i-giochi-con-monti/561361/
Settembre 22nd, 2016 at 10:35
Crepet sta invecchiando male. Torni a parlare di educazione in senso lato che mi sembra non riesce a tenere il passo coi tempi.
Settembre 22nd, 2016 at 13:18
(sorry, scritto di fretta) *non riescA a tenere il passo coi tempi
Settembre 23rd, 2016 at 12:07
Se uno psicologo cerca la colpa di un comportamento “deviato” nello strumento anziché nella persona allora è decisamente fuori strada. È la domanda iniziale che è sbagliata,
non c’è da indagare sul fatto se la
tecnologia sia giusta o sbagliata ma piuttosto capire quali siano le leve (psicologiche, sociali, culturali…) che ne causano un uso scorretto. Su tanti altri temi (alimentazione, medicina, armi ecc…) si discute in maniera sbagliata perchè si inverte il soggetto con l’oggetto. Il soggetto è sempre l’individuo che, purtroppo è ancora ben lontano dall’essere maturo.
Settembre 23rd, 2016 at 15:43
Proprio perché c’è immaturità ci vuole una regolamentazione
Settembre 29th, 2016 at 11:20
Molti ritengono che gli artisti possiedono il dono di guardare oltre , il Prof. Crepet è un’ artista ,dice cose giuste che spesso vengono capite con ritardo da persone che hanno paura della verità , poiché essa risulta scomoda , visto che molti preferiscono vivere illudendosi , barando con se stessi , mentendo , negando , scegliendo la stupidità e la superficialità come basi per le loro narcisistiche esistenti , ritenendo di lasciare una traccia indelebile del loro passaggio su questa terra immaginandosi immortali .
Settembre 29th, 2016 at 11:28
Molti ritengono che gli artisti possiedono il dono di guardare oltre , il Prof. Crepet è un’ artista , dice cose giuste che spesso vengono capite con ritardo da persone che hanno paura della verità , poiché essa risulta scomoda , visto che molti preferiscono vivere illudendosi , barando con se stessi , mentendo , negando l’ evidenza , scegliendo la stupidità e la superficialità come basi per le loro narcisistiche esistenze , ritenendo di lasciare una traccia indelebile del loro passaggio su questa terra , immaginandosi IMMORTALI .
Settembre 30th, 2016 at 00:29
@dalia
Risposta breve: sì.