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Zoro ieri era ad Amatrice ed ha postato su Instagram e su FB alcune foto dai luoghi del sisma. Fra le altre questa, con il commento che potete leggere sopra.

È utile e istruttivo leggere i commenti suscitati da quell’immagine. Come avviene sempre più spesso nella comunicazione digitale ognuno di noi associa ad una immagine (o anche solo a una frase) un proprio retropensiero.

Il mio (e credo anche quello di Diego ma potrei anche sbagliarmi) è questo:

“vi faccio vedere l’elicottero con cui Renzi è arrivato qua”.


Ma quella foto può essere associata ad altre idee che i commentatori in qualche maniera suggeriranno:

“Guarda Renzi che arriva in elicottero mentre qui non hanno più la casa”
“Guarda Renzi che appena può utilizza eventi dolorosi per accreditarsi politicamente”

Oppure quella foto può essere utilizzata per giudicare Zoro:

“Ma cosa fotografi un elicottero che sei al centro di un gigantesco disastro”
“Sei un venduto, stai facendo l’ufficio stampa di Renzi”


Una quota di una simile distorsione (osservare una foto e immaginare che contenga un messaggio supplementare) dipende certamente dalle dinamiche di ambiguità dei media digitali e dal loro frequentissimo utilizzo in tal senso. Un’altra quota dipende dalla diffusa cattiva fede che associamo ormai ad ogni forma di comunicazione, che è falsa e maramalda fino a prova contraria.

I due fenomeni assieme, il fatto che simili dinamiche di adulterazione siano alimentati da entrambi i lati, fa di noi un popolo di poveretti che guardano guardano senza capirci nulla.

28 commenti a “Il senso digitale dell’elicottero di Renzi”

  1. Davide dice:

    Non è, in generale, cosa interessante vedere l’elicottero con cui Renzi o chiunque va in giro. Lo è ancor meno in una giornata come ieri.
    Ecco, credo sia questo il mio retropensiero.

  2. GePs dice:

    Se non si reputa interessante un’informazione si passa avanti, non si resta a perdere tempo vomitando odio sulla tastiera.

  3. Paolo dice:

    anche secondo me, Zoro ha solo voluto far sapere a tutti che Renzi c’è. Il resto è cattiva fede.

    (Anche perchè poi dopo Giannini e Berlinguer, il clima a RaiTre non è dei migliori e meglio portarsi avanti)

  4. Paolo dice:

    e comunque la storia è lunga e Mantellini dimentica sistematicamente dei pezzi della storia, ma non tutto si può dimenticare: l’atteggiamento di Renzi nel colonizzare col social ogni evento.. da sempre. Quindi diciamo anche che i media sono stati abituati in un certo modo, educati ad un certo utilizzo, e non si può dar certo la colpa ad una generica ambiguità del mezzo. Questa non è cattiva fede, questa è propaganda.

  5. Guido dice:

    Il messaggio arriva distorto perche’ il volume e’ alto, succede in fisica, succede anche su Facebook, Diego ha molto seguito, ogni cosa che dice e’ amplificata e c’e’ il rischio che il messaggio arrivi distorto.

    Dipende pero’ anche dal contesto, come sarebbe arrivato il messaggio (foto + commento neutro) se l’avessi postato io (che non mi fila nessuno)? Se l’avesse postato Gasparri? Se l’avesse postato Angela Merkel?

    Ogni messaggio va analizzato nel suo contesto e Diego, facendo quel tipo di giornalismo di denuncia misto ironia misto lamentio misto siamo i soliti italiani, ha il contesto che si merita. Nulla di cui stupirsi insomma

  6. Marco dice:

    Quanto trovo noiose ed inutili queste analisi basate sul nulla, non c’è ricerca, analisi dei dati, comparazioni, niente che possa minimanente supportare la propria tesi, se non una propria ed individuale percezione, intuizione.
    E’ filosofia spicciola, scialba, inutile.
    E allora perchè leggo e commento?
    Boh!

  7. Emanuele dice:

    Beh, immaginate Berlusconi che arriva con due elicotteri insieme ad Altero Matteoli e la Polverini.
    Che commenti leggereste?

  8. Framino dice:

    Anche per me il senso della foto era un semplice modo per testimoniare la presenza (o il passaggio) delle istituzioni. Ma più del “gentismo” dei commenti, a cui sono ahimè abituata, mi ha fatto senso l’attacco dei renziani duri e puri che attaccano Zoro per quella foto (tacciandolo di essere gentista)

  9. stefano dice:

    @Emanuele
    ai tempi dell’Aquila si disse poco e nulla, fino all’invito ai terremotati a ‘prenderla come una vacanza’ e le sghignazzate telefoniche…

  10. Emanuele (Un altro) dice:

    E cosa dovresti pensare? Che il PdC, il Ministro delle Infrastrutture e il Presidente di Regione arrivano sul luogo del disastro. Niente di più, niente di meno.

  11. Emanuele (Un altro) dice:

    Ah, Paolo, Gazebo è stato messo anche al preserale, quale sarebbe il clima?

  12. dmitri dice:

    @Emanuele (Un altro): il clima dipende dal lottizzato. La corrente che ha piazzato, per dire, la Berlinguer era lottizzazione buona. Ora no. Ora siamo in dittatura.
    Intendiamoci, non che ora vada bene, ma lo scandalo è che c’è chi pensa che ci siano stati tempi diversi.

  13. Alex Milani dice:

    Il senso di Mantøe per la rete

  14. mORA dice:

    Il problema sono i commenti.

    Se tutto è commentabile, a partire dall’informazione, succede che ne esce il bello della democrazia, in cui tutti eserciteranno il diritto di parlare anche senza avere nulla da dire.
    L’informazione non può e non dev’essere democratica, dev’essere unidirezionale.

    Diego è nato coi social, e quindi non può staccarsene, ma spesso li usa per fare comunicazione unidirezionale (la Social Top Ten questo è, l’uso dei social senza contraddittorio, e mi piace pure, eh).

    Se consideriamo che su alcuni quotidiani online (o sui siti di alcuni quotidiani) è ancora possibile commentare le previsioni del tempo, e che si litighi nei commenti, mi pare chiaro che una cosa è discutere al bar ed un altra è informare.

    La seconda non andrebbe discussa, solo scelta.

    Però, e non è il caso in specie, lasciare che un esercito di scimmie digiti a caso su una tastiera non si fa nella speranza che prima o poi ne esca Shakespeare, ma perché tutt’attorno c’è pubblicità e potrebbero cliccarla.

    Una specie di grattino per i gatti, dove prima a poi, quasi certamente, pisceranno, ma alla fine dovranno mettere le zampe loro stessi.

  15. Paolo dice:

    dmitri, esatto, dalla lottizzazione alla dittatura, secondo logica: se al governo va la rete d’opposizione e occupa anche le altre due, sono tre su tre. Inoltre faccio presente che Zoro (ma anche Fabio Volo) sono stati chiamati per riempire il vuoto pneumatico lasciato con la cancellazione della satira (che pochi anni prima veniva considerata essenziale nello stesso esercizio democratico e antiautoritario). La Dandini è stata cacciata? No, ha solo fiutato l’aria

    mORA
    ma un social come fa ad essere unilaterale? Se togli i commenti rischi di togliere le notizie. A volte o spesso non significa sempre: addirittura il diritto di parola? Diventa di colpo o tutto o niente.
    ma questo nervosismo da cosa deriva? E’ evidente che è un climax politico. Ho letto anche il commento di Serra, è l’elogio della censura a fin di bene: zittire i commenti fornisce automaticamente qualità al blog. E questo climax ogni anno peggiora. Ma mi chiedo: ma Serra che ne sa di blog?
    Ma consideriamo per un attimo la visibilità: al di là delle piattaforme tipo L’Espresso dove Serra non fa la fatica di Mantellini: la visibilità dipende anche dai commenti, è una rete.
    Insomma Serra dice, a comando: in questo momento non abbiamo bisogno dei vostri commenti. Prima si, riempivamo le piazza, oggi no.

    E chiamalo socialista.

  16. Marco Vigano dice:

    Il mio pensiero diretto:

    Un video di intervista RAI del 1968,

    Belice, poco digitale.
    Nulla e’ cambiato.

    https://www.youtube.com/watch?v=wUBNKeruol0

  17. mORA dice:

    @Paolo

    Ma mi dici dove ho scritto che bisogna togliere i commenti nei social? O dove i social debbano essere unilaterali?

    Ho detto che i social hanno dei meccanismi, tra il quali c’è il riempire il vuoto esistenziale dei fancazzisti; e che l’informazione ne dovrebbe avere altri.
    Se metti una cosa sui social aspettati che verrà usata come lo è normalmente ogni cosa sui social (111!11!!).

    Diego usa i social perché è nato sui social. Mantellini diche che stava facendo informazione.
    Forse Diego la stava facendo, forse no, ma meravigliarsi del fatto che uno metta un foto su Instagram, e subito si cominici a tirarsi i commenti sul sottotesto (della foto eh), questo sì, mi meraviglia.

    E mi meraviglia che una decina di commenti su Instagram si possano usare per definire un popolo. Sarebbe come voler visitare la Svizzera, iniziare da un ospedale e dedurne che tutti gli svizzeri sono malati (© CMG).

    Ecco perché dico che l’informazione deve essere unidirezionale: ti dico una cosa, poi tu fanne quel che vuoi; non ti piace? non ascoltarmi più, ma commentare una cosa che o non sai perché non c’eri o se c’eri non hai bisogno di sapere da me mi pare solo entropia.

    Non è tutto social, e non tutto dev’essere necessariamente discusso.
    E che mai com’è strano che i social funzionino esattamente come funzionano i social.

  18. Paolo dice:

    si mORA sono abbastanza d’accordo, è solo che nel caos non vorrei in generale perdermi dei pezzi importanti, è la formazione della notizia a volte a non esser così lineare, a volte i singoli contribuiscono ad un frammento di notizia, quindi può essere che con l’interazione si possa ricostruire una notizia più completa o approfondita, una notizia in più rispetto ai canali tradizionali

    dipende da tante cose, secondo me prima di tutto dalla percezione del mezzo: Twitter è un giocattolo e viene usato in quel modo

  19. DinoSani dice:

    Forse si potrebbe tornare a ragionare sui simboli. L’elicottero è il simbolo della ricchezza e del potere, e infatti Berlusconi ne ha fatto per decenni uno status simbol. Poi quando un elicottero salva una vita portando in pochi minuti un ferito grave in ospedale questo veicolo diventa un oggetto sociale. Ecco, forse Renzi poteva scegliere di utilizzare un altro mezzo e di fornire simbolicamente l elicottero di stato al servizio dell’emergenza, ma sarebbe stato tacciato di populismo, come Grillo che spala per la Genova allagata….
    Ma il simbolo è, spesso, anche una rappresentazione di come vogliamo utilizzare quei privilegi che la vita, ogni tanto, ci permette di godere. Non cambia nulla sostanzialmente se il premier arriva e torni con il mezzo più veloce, se poi chi governa concretamente vigila e dia risorse alla ricostruzione. Però nell’immaginario popolare, vedere chi governa o dovrebbe in qualche modo rappresentarci, sporcarsi le mani, sembra sempre un valore importante, fino ad arrivare alla parodia di Alemanno con la pala per la piena del Tevere…
    Insomma: i poveretti continuano a non capirci nulla, ma oggi sembra davvero impossibile trovare un comportamento impeccabile da parte di un politico. Proprio per questo la politica dovrebbe studiare nuovi metodi di narrazione del proprio interventismo sui disastri nazionali. Magari cominciando a metterci la faccia assicurando tempi e modi di ricostruzione sicuri. Perché la cosa che più colpiva nel sentire le persone coinvolte era proprio la totale sfiducia nel futuro dopo l esperienza de l’Aquila. Questa fiducia va riconquistata con i gesti simbolici e con le azioni concrete. Cominciamo subito, se siamo seri.

  20. Umberto dice:

    Ma quale simbolo di ricchezza e di potere è solo un mezzo di trasporto che in certe situazioni e per certe persone diventa indispensabile, non vale nemmeno la pena discuterne. E francamente solo una mente molto insidiosa a fronte di una realtà tragica come questa può pensare sia interessante fotografare l’elicottero di Renzi per di più sapendo benissimo che questo avrebbe suscitato un diluvio di commenti per lo più inutili.

  21. Accurimbono dice:

    Una delle tante cose belle di Wikipedia è che ti abitua a presumere la buona fede dell’interlocutore.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Presumi_la_buona_fede

  22. DinoSani dice:

    Solo per dire, un minuto di un elisoccorso costa 140,00€, quindi si, ribadisco che l’elicottero è un bene “di lusso”. Ma la mia riflessione era un pizzico più complessa del commento di @Umberto, peccato, a volte ho la sensazione che si legga il post e si “intralegga” i commenti, con molta disattenzione. Peccato poi farvi riferimento polemicamente senza entrare nel merito di cosa si scrive. Renzi non ha fatto nulla di grave, concretamente, ma simbolicamente poteva trovare delle forme “narrative” di intervento istituzionale più vicine alle sensibilità di questi tempi, e di queste storie negative che accompagnano i disastri in Italia. Da uno che si è fatto avanti con la narrazione della “rottamazione” ci si poteva aspettare un’attenzione diversa alle forme.

  23. dmitri dice:

    @Paolo: quindi siamo in dittatura, è dimostrato in maniera apodittica non c’è spazio per le obiezioni.
    Siamo passati dalla dittatura di Berlusconi a quella di Renzi. Del resto, pure la Dandini ha fiutato l’aria.

  24. Paolo dice:

    @dimitri

    se esiste la lottizzazione, si, sono controllate tre reti pubbliche su tre.Però puoi sempre autoconvincerti del contrario, in maniera apodittica: la lottizzazione non è mai esistita. E non sarebbe una novità, lo fecero anche gli elettori di Berlusconi. Così fan tutte. (A livello politico però, permettetemi: è molto molto più grave il fatto che lo faccia una sinistra, quindi la dimostrazione che all’autoritarismo si può arrivare da sinistra e da destra, ma più velocemente da sinistra)

  25. livefast dice:

    il poveraccismo che si appresta a salire al potere prevede che i PdC non vengano pagati e si muovano in bici (ma solo entro distanze ragionevoli, per via della dieta vegan che li farebbe stramazzare massimo a velletri). posti un elicottero? arrivano i poveraccisti, non c’è niente che tu possa farci. zoro l’ha fatto apposta? no. poteva prevederlo? sì. avrebbe dovuto non farlo: who gives a fuck.

  26. giovanni dice:

    chinsta lontano polemizza che sta vicino o dentro aprrezza che ci crediate o no la presenza e le parole di un appartenente ai vertici delle istituzioni danno forza

  27. PinoCap dice:

    Per quanto lo detesti, con un ‘mezzo’ doveva pur arrivare…

  28. Paolo dice:

    due-tre anni di governo non sono sufficienti per fare un’analisi e una mappatura di tutti gli edifici scolastici italiani? Sembra incredibile

    La Buona Scuola

    eppure l’ingegnere civile al TG ha fatto l’analisi strutturale completa in meno di cinque minuti oppure sul social osservando tre-quattro fotografie. Sembra incredibile