Il mio parere è che abbia ragione il Governo, che ha risposto in aula ad una interrogazione di Paolo Coppola deputato del PD. il clickbaiting non è – come sosteneva Coppola – pubblicità ingannevole per il semplice fatto che è una tecnica che – eventualmente – precede l’inganno. E nemmeno associarla alle tecniche web del M5S e di Casaleggio mi pare abbia molto senso: il clickbaiting è invece una forma di vasto imbarbarimento che riguarda un po’ tutta la comunicazione, soprattutto editoriale, e che è stata recentemente sdoganata in Italia perfino dai principali siti web. Non è pubblicità ingannevole il clickbaiting ma è una cosa da cretini senza fantasia. I quali – come è evidente – si stringono fra loro con sorprendente precisione.

3 commenti a “Il clickbaiting non inganna”

  1. .mau. dice:

    beh, in effetti basta evitare di cliccare e si è a posto.

    Il mio punto di vista è che se uno ha davvero una notizia bomba non ha bisogno di clickbait, perché il titolo ti fa già venire voglia di approfondire: se invece devi cliccare per sapere di che si parla, puoi farne tranquillamente a meno.

  2. alessandro dice:

    i grossi problemi dell’italia

  3. Sergio dice:

    Il clickbait è solo la trasposizione web degli strilli dei giornali, o delle clamorose rivelazioni che dovrebbero arrivare subito dopo la pubblicità in un programma radio o tv.

    L’imbarbarimento è dovuto ad una infinita quantità di contenuto