Qualche giorno fa il postino ha suonato il campanello di casa nostra. Ha consegnato una raccomandata a mia moglie che era in casa in quel momento. Una raccomandata intestata a me. La raccomandata era una INGIUNZIONE DI PAGAMENTO (suona spaventoso eh?), ma noi non ci siamo spaventati troppo: siamo una famiglia disordinata, ci capita spesso di dimenticarci le scadenze, specie quando si tratta di roba cartacea e non automatica.
Comunque sia quell’ingiunzione veniva da SORIT una società che riscuote crediti per conto (in questo caso) del Consorzio di Bonifica della Romagna. L’omesso pagamento, riferito al 2015, era la bella somma di 18 euro. Il compenso di riscossione di 0,84 euro, le spese di notifica (molto divertente) di 15,38 euro. Totale: 34,22 euro.
Rinuncio alla tentazione di capire quale dio malvagio decida i decimali negli importi da corrispondere e quale altro dio malvagio scriva l’italiano di simili missive e proseguo con il simpatico racconto.
Torno a casa e Alessandra mi dice “ah oggi è arrivata una raccomandata a tuo nome, si tratta di una di quelle tasse che ci dimentichiamo sempre di pagare, dobbiamo ricordarci di farlo, l’ho messa sulla tua scrivania (l’ho messa sulla tua scrivania nel linguaggio simbolico di mia moglie significa, sono cavoli tuoi io non ne voglio saper nulla). Ho detto Ok e non ci ho più pensato.
Questa mattina eravamo a casa entrambi (non capita quasi mai domani andiamo tutti a Perugia al Festival e insomma abbiamo preso un giorno di riposo e siamo andati al consorzio agrario a comprare un prodottino per guarire le rose del nostro terrazzo che sono ammalate (qui sotto una foto della loro malattia).
Qualcuno ha idea di cosa stia accadendo alle rose del mio terrazzo? pic.twitter.com/up360k4AqQ
— massimo mantellini (@mante) 6 aprile 2016
Al ritorno nella buca delle lettere c’era un avviso del postino. Un pacco da ritirare. Così oggi pomeriggio mi sono preso un po’ di tempo, sono andato in auto all’ufficio pacchi di Poste Italiane (in un luogo tristissimo e sgarruppato dall’altra parte della città) ed ho consegnato l’avviso all’addetto.
Il pacco non era un pacco ma una strana lettera dalla busta verde intitolata “COMUNICAZIONE DI AVVENUTA NOTIFICA” con una parte fenomenale stampata sulla busta. Questa:
Lo riscrivo qui ad imperitura memoria perché si tratta di un pezzo di alta letteratura di Poste Italiane (grassetti miei):
“Il presente atto deve essere consegnato possibilmente al destinatario. Se questi è assente può essere consegnato a persona di famiglia che conviva anche temporaneamente con il destinatario od a persona addetta alla casa o al servizio di esso, purché il consegnatario non sia manifestamente affetto da malattia mentale e non abbia età inferiore a quattordici anni. In mancanza delle persone suddette l’invio può essere consegnato al portiere delle stabile od a persona che, vincolata da rapporto di lavoro continuativo, è tenuta alla distribuzione della posta raccomandata.”
Come si vede è un testo notevolissimo (specie la parte sulla malattia mentale da far diagnosticare al postino) che mi distoglie per un istante dal racconto, ma sono costretto a sottolineare come Poste Italiane produca capolavori letterari con l’utilizzo ripetuto della preposizione “od” insieme a multipli vistosi inciampi della sintassi.
In ogni caso apro quella busta per la quale sono dovuto salire in auto, attraversare la città, fare la fila all’ufficio postale (breve per fortuna), consegnare un documento di identità ecc. e dentro ci trovo questo:
In questo foglietto tutto macchiato si attesta che in data 1/4 la consegna della raccomandata numero (seguono 12 numeri) del 24/3/2016 numero cronologico (seguono 20 fra numeri e lettere) richiesta dal soggetto (Sorit) in mia assenza
“è stata effettuata nelle mani del signor/a
MOGLIE
che si è qualificata come
Familiare convivente”
Mia moglie per altro – da me interpellata giusto ora – nega che il postino nell’occasione le avesse domandato se lei era convivente o meno. E nemmeno le ha domandato se per caso fosse affetta da malattie mentali evidenti.
Quindi Sorit e Poste Italiane per un mancato pagamento di 15 euro mi hanno
1) trattato come un piccolo delinquente
2) costretto a leggere missive in un italiano deprimente (ma spesso comicissimo)
3) costretto soprattutto a perdere il mio tempo per essere sicuri che una ridicola lettera che avevano già consegnato a mia moglie fosse poi davvero finita sulla mia scrivania.
Ora moltiplicate tutto questo delirio per il tempo fatto perdere a migliaia di italiani ogni giorno dietro a simili stronzate.
Il mio sobrio commento sarebbe devono morire tutti ma mi rendo conto che farsi travolgere dalla rabbia non sia il caso. Così, in alternativa, auspico che almeno questi signori la piantassero di scrivere OD nelle loro ridicole lettere.
Aprile 6th, 2016 at 19:54
Che poi gli hai anche fatto sconto di un OD.
… od a persona addetta alla casa OD al servizio di essa.
Essa casa.
Gustiamo anche la raffinata differenza tra essere addetti ed essere al servizio.
Splendido testo davvero, ne ho ricevuto uno anch’io senza leggerlo (non avevo gli occhiali sul naso, al momento, e sono andata direttamente al contenuto). Grazie di avermelo fatto notare
Aprile 6th, 2016 at 20:10
L’ho pagato senza leggere, riferito al 2010, lo avrò sicuramente pagato nel 2010, ma al 20 dicembre 2015 non ho voglia di andare a fare ricerche, telefonate, polemiche, lettere, arrabbiature, ho preferito pensare ad una dimenticanza e sono andato a pagare felice che qualcuno me lo abbia ricordato un attimo prima della prescrizione. 5 anni vero?
Aprile 6th, 2016 at 21:04
@Elena penso che “esso” sia riferito al destinatario (che sarebbe anche peggio del refuso esso/essa!).
Sulla notifica da andare a ritirare, non ha proprio senso. A meno che il postino non si sia ricreduto sospettando che colei che aveva dichiarato essere la moglie in effetti non lo fosse.
Aprile 6th, 2016 at 21:05
hai omesso di pagare un’imposta, e ti è stato notificato un avviso di pagamento. il tutto deve seguire una procedura rigorosa, volta a garantire che i diritti del contribuente siano rispettati (in pratica: conoscibilità dell’avviso, prima di procedere ad esecuzioni più o meno forzate, termini di prescrizione, etc.). se, anziché di 15 euro il mancato pagamento fosse stato di 15k, o 15M, penso avresti avuto piacere di sapere che un simile procedimento fosse stato intentato nei tuoi confronti.
spiace che il diritto sia fatto di formule che possono apparire astruse e arzigogolate (per inciso, il postino non era tenuto a *domandare* a tua moglie se fosse affetta da malattie mentali, ma a non consegnarle l’avviso se gli fosse parsa essere manifestamente affetta da malattie mentali, e questo a tua garanzia, non sua). l’aneddotica sulla bruttezza del linguaggio giuridico e burocratico è vasta, ma spesso strizza l’occhiolino ad un populismo che vorrebbe la lingua dei giuristi a portata dell’ultimo plebeo, magari a scapito della sua precisione e capacità di distinguere sottigliezze che ai profani paiono superflue (anche se si traducono in diritti o doveri delle persone).
qualche giorno fa commentavi una radiografia toracica e scrivevi: «un paziente con un grave trauma toracico, con fratture costali, deformità della gabbia, pneumotorace e enfisema sottocutaneo parietale a destra». ignoro cosa sia un enfisema sottocutaneo parietale, anche se avrei usato un “ed” per congiungerlo a quell’altra diavoleria che chiami “pneumotorace”, ma che un radiologo sappia distinguerlo da una tenia, e sappia usare un linguaggio appropriato per descrivere l’uno e l’altra mi tranquillizza. almeno quando vado a farmi una radiografia.
Aprile 6th, 2016 at 21:08
@andrea il punto è che la norma che forse va bene per 15k euro non puo’ andare bene per 15 euro, a meno che la pigrizia della burocrazia e della legge non si occupino solo di se stessi e se ne freghino (come accade spesso) del mondo fuori
Aprile 6th, 2016 at 21:12
Per evidenziare quanto è paradossale il loro meccanismo (capitato anche a me): se la raccomandata non è ritirata dal destinatario, il giorno dopo inviano una notifica al destinatario per informalo che la sua raccomandata è stata ritirata da un’altra persona. Ma seguendo il loro ragionamento, se anche questa notifica non venisse ritirata dal destinatario, allora il giorno successivo dovrebbero inviare la notifica della notifica che informa ecc. E così via, con notifiche di notifiche di notifiche, finché non riescono a darne una nelle mani del destinatario. No?
Aprile 6th, 2016 at 21:40
@mante: il tuo problema è stato causato da un computer evidentemente non programmato per distinguere 15 da 15k. e, in ultima analisi, tutto si riduce al costo di programmare questa distinzione, oltre all’individuazione del criterio per discriminare. se il fine è la massima efficienza (per chi incassa) secondo te come si comporterà una società per azioni concessionaria del servizio di riscossione tributi?
forse che il problema non sia la procedura?
Aprile 6th, 2016 at 21:42
Ci provo: La domanda da farsi dovrebbe essere: possibile che tutte queste notifiche debbano avvenire con spostamenti di esseri umani nello spazio, per consegnare e ritirare dei fogli di carta, quando il tutto potrebbe avvenire in rete e il buon Mante riceverebbe una bella notifica sul suo smartphone in “tempo reale” dalla comunicazione della stessa? Non è possibile in questo Paese, l’alternativa infatti è la fattura elettronica, la più folle invenzione digitale dl xxi secolo italiano….
Aprile 6th, 2016 at 21:44
@Dino Sani ovviamente questa cosa è in cantiere, si chiama Italia Login ma non è facile da fare, soprattutto per colpa di questi signori che scrivono OD
Aprile 6th, 2016 at 22:05
prima o poi ci siamo passati tutti, a me una volta il postino ha lasciato nella cassetta delle lettere la raccomandata E la ricevuta che avrebbe dovuto farmi firmare se mi avesse trovato, spillata per benino (ovviamente la cartolina avviso se l’è tenuta per sé).
l’ho consegnata io all’ufficio postale, firmandola in presenza dell’impiegato, ché non si sa mai. il quale mi ha pure detto “ma perché ha perso tempo a venire qui? poteva tenersi la raccomandata e via”.
(comunque OD non è una preposizione ma è una congiunzione)
Aprile 6th, 2016 at 23:20
Il loro pane quotidiano.
Aprile 6th, 2016 at 23:41
Morire no, ma un momento di sana caghetta ci sta.
Aprile 7th, 2016 at 00:21
A Roma (ma immagino che il processo sia simile anche altrove, ad esempio a Bisanzio), per le multe, funziona così: l’agente notificatore (vigile, messo comunale o chi per lui) ti viene a citofonare a casa, in orario d’ufficio. Considerando che chi lavora, stranamente, ha l’abitudine di non trovarsi a casa in questo orario, il solerte ufficiale provvederà ad inviarti una raccomandata, che il postino proverà a consegnarti in orario d’ufficio. In tua assenza, troverai la simpatica cartolina di avviso, che dovrai utilizzare per ritirare il plico all’ufficio postale. La cosa meravigliosa è che la raccomandata non conterrà la contravvenzione, ma un “avviso di deposito presso la casa comunale”, normalmente ubicata presso il comando della polizia municipale, dove dovrai recarti per ottenere, dopo altra fila e conseguenti improperi, la cortese notifica della sanzione (che potrai poi pagare all’ufficio postale o, bontà loro, in ricevitorie e tabaccai autorizzati). La formula utilizzata in questi casi, giustificata e condivisa, è “devono morì gonfi”. Le cause del gonfiore sono a tuo piacimento.
Aprile 7th, 2016 at 01:55
@marcello hai dimenticato di dire che anche l’ufficio per il ritiro delle raccomandate è aperto in “orario d’ufficio”.
Si potrebbe calcolare quante ore di lavoro (la famosa “produzione”) si perdono nel nostro Paese per andare a ritirare questi avvisi di avvisi… Sicuramente il calcolo sarà di centinaia di milioni di euro,se non migliaia. Come possiamo definire questo se non che la Pubblica Amministrazione attacca terroristicamente la produttività nazionale?
Aprile 7th, 2016 at 06:20
Questo paese non ha speranza alcuna. Od veruna.
Aprile 7th, 2016 at 06:42
@Dino Sani
Qualche giorno fa la cassazione ha annullato una notifica a mezzo posta certificata, perché il poveretto in questione mica poteva collegarsi sempre alla casella di posta. Notifica sul cellulare? Sai quanti milioni di cellulari si perderebbero?
Ciao.
Aprile 7th, 2016 at 08:41
Comunque “OD” è una *congiunzione*, le *preposizioni* sono DI, A, DA, IN, CON, SU, PER, TRA e FRA.
Poi posso essere d’accordissimo su tutto il resto del post, ma quando si fanno le pulci all’italiano degli altri bisognerebbe (quantomeno) avere prima il buon senso di conoscerlo.
Aprile 7th, 2016 at 09:18
Magari il tenutario o uno degli altri illustri commentatori potrebbero raccontarci come farebbero loro, a far sì che una persona riceva una notizia e non possa, il giorno dopo, smentire di averla ricevuta.
Ah, c’è una certa differenza tra l’essere trattato come un delinquente e l’essere trattato come un debitore in mora; chiamare una cosa per l’altra va di moda, specie da quando c’è il giovane scout al governo, ma resta una fallacia.
Quanto all’italiano deprimente, non è altro che l’italiano che si parlava correntemente nel 1942. Certo, si potrebbe anche fare la revisione sintattico-lessicale dell’intero corpus normativo italiano, tanto per assicurarsi che il cittadino non si indigni. Mi sembra una priorità per il nostro Parlamento.
Aprile 7th, 2016 at 09:46
@andrea “… un populismo che vorrebbe la lingua dei giuristi a portata dell’ultimo plebeo …”.
Mi capita spesso di usare un linguaggio specialistico, anzi più di uno, ma bisogna rendersi conto che quei linguaggi che effettivamente servono per essere precisi, sono diretti ad un ambiente particolare di solito di lavoro comune. Il linguaggio del radiologo non è diretto al paziente, ma a altri medici che spiegheranno al paziente cosa vuol dire. Oppure sarà lo stesso radiologo a farlo perché è tenuto a parlare con il paziente che specialista non è. Lo stesso vale per il linguaggio giuridico. Sarà l’avvocato a spiegare alle persone interessate. Ma questo non può valere per il linguaggio burocratico quando è indirizzato direttamente all’utente. Sarà forse necessario andare da un consulente per farsi spiegare il significato di una notifica? Non si tratta di populismo, ma di rispetto verso chi riceve la missiva.
Aprile 7th, 2016 at 10:06
@mfisk: Lei però converrà che non è tecnicamente necessario inviare *due* avvisi per la medesima notifica, pur nella necessità di una prova di ricezione, no?
Aprile 7th, 2016 at 10:19
Il contrappasso per la sua maxima culpa, lo avrà ben colto il tenutario del blog ED riottoso contribuente, non ristà tanto nell’ammontare dell’ammenda OD delle spese di notifica. La punizione comminata dal Castello è, per l’appunto, la teoria di luoghi da visitare, di code da patire, di personaggi non adusi alla gentilezza con cui si avrà a che fare, ED anco la lettura delle missive azzoppate dalle congiunzioni, avversative ED non. Chi non contribuisce, invero poi patisce. E’, come dire, una sorta di citazione dantesca in carta da bollo. Io trovo la cosa di una certa, sebbene perversa, bellezza.
AD maiora.
L.
Aprile 7th, 2016 at 10:34
@andrea “… un populismo che vorrebbe la lingua dei giuristi a portata dell’ultimo plebeo …”.
È divertente pensare che le leggi, nel mondo anglosassone che conosco molto bene, siano obbligatoriamente scritte in modo che “anche un bambino di quinta elementare possa interpretarle” (ho tradotto il senso, non alla lettera), a partire dalla Costituzione. E faccio notare che quei paesi funzionano abbastanza bene.
Sarà forse per quel motivo che in UK solo le aziende grosse hanno bisogno di commercialisti perché per il resto, per tutto quello che riguarda tasse e burocrazia, esistono siti governativi che spiegano per filo e per segno in maniera semplicissima cosa si deve fare per pagare le giuste tasse in maniera autonoma?
La lingua dei giuristi deve essere resa comprensibile al popolo. Le leggi sono fatte per il popolo e non per una cerchia di addetti ai lavori. Non è fisica nucleare o robotica (che è il mio campo e in quel caso pure io parlo “arabo”), è qualcosa che interessa tutti e deve essere resa comprensibile a più persone possibili.
Aprile 7th, 2016 at 11:43
per le rose
è la punizione divina per non aver pagato il consorzio di bonifica
Aprile 7th, 2016 at 12:25
Visto che ci siamo, qualcuno sarebbe così amabile da spiegare qual sia la parte incomprensibile (non dico scritta in italiano vecchiotto: dico incomprensibile, che è cosa ben diversa)?
Aprile 7th, 2016 at 13:55
@gianluigi. Notifiche, dunque. Ma se arrivano le notifiche a casa e io non le ritiro, nè la prima nè le seguenti, come possono dimostrare che io le ho ricevute? E se il postino ha sbagliato cassetta postale? Se qualcuno le ha rubate o un atto di vandalismo ha distrutto la mia differenza ci sta tra questa notifica non consegnata è una notifica su di un cellulare (che invece potrebbe contenere un codice che verifica A. Che ti è arrivata B. Che l’hai aperta.
Questa storia che le cose analogiche siano più dimostrabili mi sembra del tutto aleatoria. La verità è che non ci sarebbe più da fare cose inutili per migliaia di lavoratori inutili che andrebbero ricollocati dove necessitano realmente….
Aprile 7th, 2016 at 21:51
Credo che dovremmo fare pressione sul Parlamento affinché renda obbligatorio che su atti di questo genere sia riportato:
1. Il nome del postino che ha consegnato
2. Il nome del capo ufficio a cui il postino risponde
3. Il nome del direttore generale della divisione responsabile.
Questo perché così potremmo:
1. Dare al postino il premio di chiaroveggente dell’anno perchè senza fare domande ha intuito che la signora che ha ritirato la busta era tua moglie E non era un malata mentale.
2. Dare al capoufficio il premio per il miglior contributo all’aumento del PIL nazionale visto che seguendo le sue istruzioni si mette in moto una serie di azioni che impiegano una rilevante quantità di energia.
3. Dare al direttore generale il premio per la migliore abbronzatura dell’anno perchè, visto quello che accade nella sua divisione, deve evidentemente essere sempre in vacanza alle Bahamas ad abbronzarsi.
Aprile 8th, 2016 at 18:57
Non mi addentro in questioni tecnico-giuridiche più che altro per non tediarvi. Per capire che cosa ha ricevuto il tenutario qui vedo che lo spiegano bene http://www.esecuzionienotifiche.it/?p=1413
La C.A.N.(Comunicazione di Avvenuta Notifica) effettivamente appare strana e dispendiosa ma nasce dopo che in alcuni casi giudiziari si era evidenziato che era stato notificato un atto non al reale destinatario ma ad uno che si trovava lì nello stesso domicilio e non si aveva certezza che l’avesse poi dato a chi di dovere. Ho sintetizzato ma tutto il meccanismo nasce a tutela di chi riceve. Metti che quello era la notifica del ricorso per separazione di tua moglie con addebito e che nulla ti aveva detto: lo ritira lei, lo butta nel tritarifiuti e dopo qualche mese ti trovi notificata una sentenza con relativa ad un procedimento che nulla sapevi. Ecco in quel caso forse uno avrebbe soprasseduto sul linguaggio burocratico. Personalmente ho ricevuto una CAN per un atto nel quale mi si comunicava che avevano consegnato un atto giudiziario ..al mio vicino: tizio con al quale non ho mai rivolto la parola.
Aprile 10th, 2016 at 20:38
Ma solo a me fanno orrore quei 16,22 € di pure spese a fronte di un mancato pagamento di 18 € tondi tondi?
Una roba del genere non può essere legale.