Oggi Eugenio Scalfari, nel suo usuale editoriale domenicale, ha scritto questa frase che ho trovato molto citata su Twitter:
I mutamenti della tecnologia hanno prodotto in tutto il mondo la crisi della parola scritta e la nascita della rete Internet che ha dimezzato la diffusione dei giornali e dei libri
È una frase interessante: mai come oggi il mondo vive il trionfo della parola scritta che è diventata, come mai è accaduto in passato, il mediatore culturale principale specie fra i più giovani. Si tratta ovviamente delle parole di tutti e non solo quelle di alcuni. La crisi dell’editoria invece, per quanti riguarda i giornali dipende dal collasso di un modello economico complesso nel quale gli investimenti pubblicitari sono stati il fattore principale (non certo internet), quella dei libri ha probabilmente motivazioni ancora più complicate e non univoche. Di sicuro Internet c’entra pochissimo anche lì. Come tutti i business novecenteschi (tutti) conta la capacità di adattarsi al mondo che cambia. Alcuni ci riescono, molti altri no. Dare la colpa al maledetto treno a vapore non servirà a molto.
Come scrivevo oggi in un tweet un po’ brusco il problema non è Eugenio Scalfari che alla sua veneranda età ha ottime ragioni del tutto fisologiche per non essere più in grande contatto con la contemporaneità (amici so cosa pensate, ma guardate che la saggezza a novantanni è salvo rare eccezioni una balla). Il problema è provare a capire come mai in un sistema – quello dei giornali – nel quale le parole hanno un valore economico, le frasi a caso del fondatore di Repubblica godano di una specie di salvacondotto che non ne prevede accuratezza ed intelligenza.
Nessuno editerà mai Scalfari a Repubblica e quando il fondatore centenario presenterà un lungo editoriale pieno di lettere a caso, quelli glielo pubblcheranno lo stesso. Di domenica. In prima pagina. Con un impercettibile sospiro di disapprovazione.
Dicembre 6th, 2015 at 22:20
beh, sono tutti contatti in più. ¿Dónde está el problema?
Dicembre 7th, 2015 at 00:27
tutto il contrario, come provai a dire qui
https://lavienbeige.wordpress.com/2012/01/11/cmq/
Dicembre 7th, 2015 at 07:02
Siamo un contenitore di tempo e ricordi a somma zero .
Fintanto che il primo abbonda si volge lo sguardo al futuro.
Alla fine prevalgono solo gli ultimi .
Dicembre 7th, 2015 at 09:08
Forse non è in crisi la parola,. ma la capacità di metterle in fila per esprimere un concetto (e forse avere un concetto) questo mi pare ovvio.
Se passano cose come “guerra al terrore” senza che nessuno protesta…
Dicembre 7th, 2015 at 14:15
E’ più che altro un lapsus: intendeva dire la “stampa” ma ha scritto “la parola scritta”, è comprensibile..
Dicembre 8th, 2015 at 13:11
Credo che una parte del problema sia la vecchia concezione gramsciana dell’intellettuale. Io lo vedo ogni volta che Eco pontifica sul Internet e provo a discuterne con i miei amici. Purtroppo certe figure sono come vissute il Papa, ovvero infallibili e dotate del ruolo di guida di tutti noi, ignoranti patentati.
Dicembre 8th, 2015 at 14:35
Sono due concetti distinti.
Il secondo,” la nascita della rete Internet che ha dimezzato la diffusione dei giornali e dei libri” a mio parere è falso, non ho mai letto tanti articoli, giornali e libri da quando li trovo su internet.
Il primo “I mutamenti della tecnologia hanno prodotto in tutto il mondo la crisi della parola scritta”, mi trova in parte d’accordo:
Chat vocali, videoconferenze, youtubers, tutto sembra cospirare a non dar tempo di leggere e capire un testo più lungo di un paragrafo.
Dicembre 9th, 2015 at 19:10
Massimo, sei straordinariamente intelligente, informato a acuto. Sicuro che valga la pena perdere tempo con una persona anziana da almeno 20 anni e palesemente non aggiornata?