Una quota sempre più rilevante della discussione sui media italiani adotta il modello La Zanzara. Si prende un fesso, spesso il peggio sulla piazza e si prova a fargli dire qualche enormità su temi di attualità o su vecchie questioni. Per esempio i quotidiani ospitano con sempre maggior frequenza (e con nessun imbarazzo) le meditazioni dell’impresentabile di turno. L’intento è ovviamente quello di scatenare una discussione, stimolare un dibattito, tentare una provocazione. Soprattutto vendere qualche copia in più. L’indecenza insomma ha un mercato. Forse.

Per una sorta di curiosa rimozione nessuno dei mediatori che utilizzano simili metodi è sfiorato dal dubbio che quell’indecenza, quel carico di stupidaggini portate all’attenzione del pubblico, riguardi anche loro ed il ruolo professionale che ricoprono. Così i giornalisti vedono trasformarsi il loro lavoro in bassa manovalanza ad aumentare il rumore di fondo.

La prevalenza del cretino sui media italiani riguarda ormai ogni ambito: dalle interviste sui giornali ai talk show televisivi accanto al polemista di professione (una specie di caratterista TV travestito da esperto di qualcosa che viene però chiamato a discutere di tutto il resto) è prevista la figura dell’impresentabile. Ogni schieramento politico sfodera i suoi. In alcuni casi escono dal nulla, durano il tempo di una sparata improbabile e vengono utilizzati come idiot savant immolati ad una causa più grande di loro. In altri le facezie del cretino diventano il manifesto di un movimento (in Italia succede in almeno un paio di casi) che basa sulla vicinanza al livello medio del proprio elettore la propria strategia comunicativa. In altre ancora il cretino di successo diventa una specie di icona della cretineria e se ne accolla volentieri oneri ed onori (più i secondi dei primi).

Sopra a tutto questo troneggia l’assoluta scomparsa di ogni remora etica. Un cipiglio amorale che riguarda tutti indistintamente: la qualità della politica così come quella dei media è sottoposta a questo livellamento verso il bassissimo. Tutti sono disposti a tutto, le aspirazioni sono in genere di corto respiro, il terzismo impera. I danni causati sono invece difficilissimi da rimediare. Lo squallore di un Paese si osserva bene nell’assenza di una classe intellettuale di cui nessuno sente più il bisogno.

10 commenti a “Il cretino come modello di business”

  1. Pascal dice:

    http://libernazione.it/que-viva-la-zanzara/

  2. Gaspar dice:

    fuori i nomi

  3. Gian dice:

    Non capisco il senso dell’articolo.

    La Zanzara usa modi non convenzionali per avere notizie, c’è chi le riceve sottobanco dai magistrati, chi dai politici, chi è servo del potere. Loro fanno guerriglia e metterli sullo stesso piano dei quotidiani e dei talk show è sbagliato quanto scorretto in quanto loro non hanno né la pretesa né la supponenza di porsi come fonti autorevoli o depositarie di chissà quali verità assolute.

  4. minimamoralia dice:

    Gian: il punto non è tanto l’intervista rubacchiata dall’imitatore, quanto la presenza fissa di impresentabili che sparano follie e regalano alla zanzara titoli di giornali e link sui siti. questo è giornalismo becerissimo. dare spazio e voce ai borghezio e compagnia bella per avere un ritorno pubblicitario non è giornalismo, ma costanzo show. e manco.

  5. armando dice:

    Credo che il problema sia che i tempi sono cambiati ma “chi sta la potere” non vuole cambiare. Io (e credo molti altri) mi sono stancato di sentire sempre le solite risposte di circostanza su questioni più o meno importanti. Oggi servono risposte precise perché ogni forma di gerarchia del potere è stata livellata dall’enorme quantità di informazioni che girano sui media e su internet.
    Voglio dire: prima delle news su internet, prima dei social, le notizie che circolavano erano mediate da giornalisti, dai vari portavoce e direttamente dai politici e c’era un certo distacco dovuto allo spessore professionale che circondava questi personaggi.
    In poche parole venivano considerati come professionisti e c’era una fiducia in quello che ci dicevano.
    Questa fiducia però sta sparendo per via di tutto quello che si scopre ogni giorno Italia, personalmente non mi ritengo meno esperto di certi giornalisti che scrivono di politica pur non essendo la mia professione, così come per la maggior parte dei politici che ci governa.
    Guarda i giornali di oggi, per una questione inutile come quella di Marino, su alcuni c’è scritto che il viaggio se l’è pagato lui, su altri che è stato pagato dalla Temple University. A te va bene tutto questo ? A me no. Il vero problema di tutta questa questione è che Marino è scomodo e si trovano mille strade per buttarlo fuori, allora invece di dirlo chiaramente parte tutta una pantomima per creare 2 fazioni e creare un dibattito in modo che l’opinione pubblica si convinca che è merito suo se Marino verrà cacciato, quando in realtà è stato deciso da tempo dai piani alti.

    Per concludere credo sia una sorta di vendetta di quel popolo che veniva trattato da “cretino” e che ora ha le armi per trattare da cretino chi lo governa.

  6. michele dice:

    Alla Zanzara fanno di peggio. Prendono gente che dice delle assurdita’ e spesso Cruciani gli da ragione. Poi c’e’ gente normale che dice cose piu’ o meno condivisibili e Cruciani le distorce facendogli dire cose che non volevano dire per poi scatenare la tempesta mediatica. Anche gli scherzi telefonici che potrebbero essere simpatici vengono usati per far vedere che i politici sono falsi e ipocriti perche’ rispondono in modo gentile ai loro avversari. Ma anche a me se mi telefono Berlusconi mica lo mando affanculo anche se penso che sia stato il peggio politico italiano dal dopoguerra.

  7. Paolo dice:

    si, esattamente, concordo con te Massimo, ci si chiede la ragione politica di quel modello di business, in questo caso considerando la posizione dominante del 24 Ore
    Quale altra Confindustria in Europa si comporta così? E che cosa è stato prodotto? O proprio perchè è stato prodotto poco di buono in una logica politica (lobbistica?) fondata sulla rendita e sulla distrazione (in relazione alla dismissione e privatizzazione di ciò che dovrebbe essere Pubblico)

    e non credo quindi che l’amoralità riguardi tutti indistintamente: riguarda semmai chi decide di accettare quel modello, e son tanti, “la maggioranza” forse, ma non tutti e non indistintamente

    e non sembra nemmeno un modello così originale, come si fa a non annoiarsi? non vi sembra sempre lo stesso Sgarbi del Costanzo Show

  8. alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 01.10.15 | alcuni aneddoti dal mio futuro dice:

    […] Massimo Mantellini, “Il cretino come modello di business”: La prevalenza del cretino sui media italiani riguarda ormai ogni ambito: dalle interviste sui giornali ai talk show televisivi accanto al polemista di professione (una specie di caratterista TV travestito da esperto di qualcosa che viene però chiamato a discutere di tutto il resto) è prevista la figura dell’impresentabile. Ogni schieramento politico sfodera i suoi. […]

  9. Signor Smith dice:

    Io mi sono stancato degli scherzi telefonici poco prima dei vent’anni. Ma io sono io. E la Zanzara…

  10. Il cretino come modello di business | NUOVA RESISTENZA antifa' dice:

    […] Sorgente: Il cretino come modello di business – manteblog […]