Quindi il capo della Polizia Alessandro Pansa, a margine di un convegno all’Università di Roma ha annunciato che Antonio Adornato, dirigente del reparto mobile della polizia di Cagliari, ai tempi della Diaz vicecomandante del Settimo Nucleo che fece irruzione nella scuola di Genova, sarà “sollevato” dall’incarico. La sua colpa: aver messo un like all’ormai celebre post di Fabio Tortosa sui suoi personali rimpianti per quei giorni infausti.
Sospeso per un like. Siamo abbastanza alla follia.
Passi la sospensione di Tortosa (anch’essa annunciata enfaticamente ai media), atto in ogni caso sommamente flaianesco in un Paese dove l’autorità è inflessibile sui social network ma incapace di condannare i responsabili per fatti gravissimi e ributtanti come il massacro della Diaz e le violenze di Bolzaneto, ma comunque inscrivibile (seppur a forza) dentro un rapporto professionale che limita, per ragioni di opportunità contrattuale fra le parti, la libertà di espressione dei singoli. Invece punire per un “mi piace” è davvero una scelta difficile da commentare. Era un like di apprezzamento? A cosa: ad una frase tutto sommato innocua priva di qualsiasi giudizio diretto come quella di Tortosa o ai commenti disgustosi poi smentiti? O era un banale segnalibro (come moltissimi usano fare su Facebook) nei confronti di una discussione interessante? In ogni caso qual è la colpa di un like? Facciamo apologia di reato con un click in rete?
L’inseguimento mediatico dei responsabili più o meno occulti dei fatti di Genova in corso in questi giorni racconta due cose assieme: l’impunità professionale dei massacratori di quei giorni la cui carriera è serenamente proseguita dopo la Diaz e Bolzaneto (magari in un Paese con un’etica residua minimamente intatta li si poteva immaginare – i picchiatori – silenziosamente accantonati dentro un ufficio passaporti a timbrare carte) e il ridicolo tributo mediatico che ingenuamente il capo della Polizia pensa di pagare oggi a parziale risarcimento di una vergogna italiana che resta nei fatti impunita.
E attorno a tutto questo il furore giacobino dei tanti soddisfatti per il tardivo risarcimento: come se punire qualcuno per un like non sia una assurdità senza senso che viola la libera espressione di tutti noi, compresa quella dei molti fascisti che popolano la polizia, le aziende, gli stadi, i bar e – chi lo avrebbe mai detto – i social network.
Aprile 16th, 2015 at 20:13
Sono d’accordo, mi sembra pura follia tutto questo che quelli che siano entrati alla Diaz siano delle persone poco professionali è indubbio andrebbero licenziati per quello che hanno fatto non certo per un post o un like.
Al contempo lo però sono schifato dal fatto che ci siano criminali come giuliani che vengono incensati, assaltare una camionetta dei carabinieri con un estintore è criminale e come tale dovrebbe essere riservata l’ignominia non un salone in parlamento. Uno stato che non è in grado di capire una cosa simile ha perso in partenza.
Aprile 16th, 2015 at 22:04
Internet non e` equiparata a una chiacchera da bar. Anche se pure in quei consessi si formano le coscienze
Aprile 17th, 2015 at 05:07
Sto immaginando quale dotto commento avrebbe scritto mante di fronte all’ipotetica notizia di un alto dirigente della polizia che in un mondo parallelo distribuisce i suoi like su facebook ad articoli dove agenti di polizia sfogano la loro rabbia sui morti uccisi dalle forza dell’ordine e ai post dove si mettono alla berlina i gay e gli immigrati (gli universi paralleli non possono non essere politically correct, l’ha stabilito la Boldrini con una circolare) nell’inazione dei superiori, e poi di fronte alle contestazioni dei media si difende sostenendo che usa i like come sistema di gestione dei suoi segnalibri.
Il bello di fare l’opinionista è proprio questo: che fatti di cronaca opposti sono sempre e comunque occasioni per dare aria alla propria bocca (o nuova linfa al proprio blog).
Aprile 17th, 2015 at 05:54
[…] vi segnalo questo post di Mantellini che mi ha trovato profondamente […]
Aprile 17th, 2015 at 10:10
Delinquenti che pestano persone inermi “poco professionali”, come quelle persone “poco romantiche” che pestano a sangue le mogli.
Aprile 17th, 2015 at 12:07
pure sparare in testa a uno che cerca di colpire una robusta auto con un estintore il cui peso non gli avrebbe fatto fare molta strada non è un gesto molto carino Andrea, anche laddove il “pistolero” è stato prosciolto per legittima difesa e uso legittimo delle armi e il proiettile proiettile “sarebbe” rimbalzato su un sasso lanciato contro la camionetta e quindi reindirizzato verso Carlo Giuliani. Ma sono opinioni
Aprile 17th, 2015 at 12:07
http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Placanica
Aprile 17th, 2015 at 12:22
Sono di Genova, e dalle nostre parti, dal 2001, non abbiamo più molta fiducia nei poliziotti.
Detto questo, però, punire una persona per un like mi sembra assurdo. Specialmente dopo 14 anni di tentativi di insabbiamenti vari.
Ci mettiamo magari anche a punire uno a cui scappa un sorriso di compiacimento durante un discorso discutibile?
Aprile 17th, 2015 at 12:52
Si equipara la comunicazione sui social alla “chiacchiera da bar” più che altro per ragioni contenutistiche. E’ una bella scorciatoia. Ma non si tiene conto che stiamo parlando di una comunicazione che raggiunge un pubblico potenzialmente immenso e con una permanenza virtualmente infinita.
Offendere una persona vis-a-vis è ben differente che farlo in diretta tv su tutte le reti nazionali, o no? Se poi uno non capisce la differenza, beh, cazzi suoi, ne paghi le conseguenze.
Aprile 17th, 2015 at 13:37
diamonds, siamo seri le land rover dei carabinieri non sono blindate quell’estintore da 6 kg entrava nell’auto senza problemi attraverso i vetri ( che non c’erano dato che un altro criminale ha spaccato i vetri con una tavola di legno), ergo era un pericolo per gli occupanti.
giuliani non era uno stinco di santo e non doveva essere lì con un estintore in mano a danneggiare un bene pubblico e a cercare di ferire chi stava lavorando…
Adesso pare si un povero martire mentre è un criminale, a cui hanno intestato un’aula in parlamento…
Protestare è giusto aggredire no, io non ho mai visto un Martin Luther King prendere un’arma e aggredire gli agenti…ha esagerato e purtroppo ci ha rimesso la vita, non va incensato.
Aprile 17th, 2015 at 14:04
Come ho gia` detto un`altra volta, la forza pubblica deve difenderci anche da noi stessi. Se avessero sparato alle mani o alle gambe ora staremmo commentando un`altra storia. E se i concorsi per entrare nelle forze di sicurezza fossero sempre stati una roba seria probabilmente non ci saremmo neanche posti il problema
Aprile 17th, 2015 at 14:32
no la polizia deve difendere per prima cosa la legge poi la gente onesta e infine noi stessi da noi stessi se uno è adulto e responsabile deve prendersi le sue responsabilità e le conseguenze dei suoi atti.
Placanica era un militare di leva, non ci sono concorsi per quello..
qualcuno ha fatto un errore a mandarlo lì ma non è certo colpa sua.
In ogni caso Giuliani non doveva essere li con un passamontagna e un estintore in mano ripeto protestare è giusto ma aggredire no.
Mi spiace per lui ma francamente io sono dalla parte del Carabiniere.
Aprile 17th, 2015 at 14:52
Il post del poliziotto era molto ambiguo, da una parte dceva che sarebbe rientrato mille volte alla Diaz, e alla Diaz, sappiamo che molte persone che dormivano sono state bastonate senza pieta’ e senzs motivo in modo troppo pesante, fino a lesioni permanenti e a ridurre in fin di vita alcune di queste persone,dalla polizia ma i componenti del reparto mobile sono stati assolti, compreso il poliziotto e quindi il poliziotto direbbe che tornerebbe li’ perche’ non ha fatto nulla ma l’ha condito con un inno alla maschia potenza, duscutbile al massimo perche’ il poliziotto accusa altri poliziotti non del reparto mobile degli abusi ma non contribui’ e non contribuisce a identificarli, ed e’ un poliziotto, sommato alle parole impietose e disumane verso una persona defunta anche se colpevole come Giuliani e al fatto di esprimere solidarieta’ ad una collega che e’ stato condannato per simulazione di reato nelle stesse circostanze: ci possono essere gli estremi per una sanzione disciplinare che non puo’ essere certamente il licenziamento, visto che comunque nessuno e’ stato condannato disciplinarmente e penalmente e politucamente per le violenze, salvo i dirigenti condannati per simulazione di reato e intralcio alla giustizia, tantomeno questa persona responsabile del post, a questo punto Facebook dovrebbe prendere il posto di tribunali, commissioni disciplinari, commissioni parlamentari, e si dovrebbe fare giustizia sommaria su un capro espiatorio, non mi sembra il caso. Il like non puo’ essere pretesto per punizioni, anche le guardie carcerarie che avevano messo like ad un post ugualmente pessimo, pare che i provvedimenti con i quali sono stati puniti sarebbero illegittimi, diverso e’ trasferire un vicequestore di un reparto mobile ad altra attivita’ ma non quello che conta dovrebbero essere altre valutazioni piu’ approfondite e serie.
Aprile 17th, 2015 at 18:19
Io ci sono stato dentro, nel senso che ho fatto il celerino oltre 25 anni fa e ho incrociato molte volte il manganello sia allo stadio che con i leoncavallini e compagnia bella.
Non ho letto il post del poliziotto per cui mi astengo dal giudicare però credo che nelle FFOO ci sia un problema irrisolto da troppi anni. Che durante l’ordine pubblico ne succedano di ogni mi sembra assolutamente fisiologico e chi non ci si è trovato non può capire che significhi trovarsi in mezzo al caos.
Ma quello che è successo alla Diaz è tutt’altra cosa. Non c’era tensione, non c’era adrenalina, non c’era paura o altro che giustificasse quanto accaduto, tanto meno c’erano delinquenti e black block. Quanto accadde quella sera è dal mio punto di vista, una vergogna. Da un dirigente che, giusto per ricordare, rappresenta la “ditta”, ovvero lo Stato non sono disposto ad accettare alcuna giustificazione o approvazione per quello che accadde quella sera anche fosse con un semplice “like” su Facebook.
Aprile 18th, 2015 at 15:32
Si doveva discutere se è giusto o meno sospendere qualcuno per un like, e si è finiti a parlare della Diaz, dell’estintore e dei vetri del Defender…
Aprile 20th, 2015 at 12:27
[…] però, che non sono stato l’unico a notare la cosa. Massimo, per […]
Aprile 21st, 2015 at 00:10
[…] Libertà di like: perfino per i fascisti (Mantellini) […]
Aprile 22nd, 2015 at 10:11
libertà di like per i fascisti che non hanno incarichi pubblici.
se un fascista ha incarichi pubblici si deve comportare in maniera da non disonorare la funzione pubblica che rappresenta.
se non ne è in grado lo si rimuove da tale funzione.